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4cb27682-5e40-4a17-b4bf-e6efdf9f1f49_mediumMatteo Renzi,  in un’intervista a Millennium in onda questa sera, ha parlato a tutto campo. Il premier ha detto che verrà riscritto lo statuto dei lavoratori: “Si è fatto un ddl delega che si sta discutendo in Parlamento. È giusto o no riscrivere lo statuto dei lavoratori? Sì, lo riscriviamo. E riscrivendolo pensiamo alla ragazza di 25 anni che non può aspettare un bambino perché non ha le garanzie minime, non parliamo solo dell’art. 18, che riguarda una discussione tra destra e sinistra”.

“L’articolo 18 è un totem ideologico. Proprio per questo trovo inutile stare adesso a discutere se abolirlo o meno. Serve solo ad alimentare il dibattito agostano degli addetti ai lavori”.

Una stilettata però all’indirizzo di Alfano non manca, quando Renzi ricorda che il titolare del Viminale ha parlato degli immigrati chiamandoli ‘vu cumprà’. “E’ un termine giusto? Per me no. Io non l’avrei utilizzato” ha detto il premier. Il capitolo sulla questione lavoro si è chiuso poi quando ha ribadito che con Alitalia è definitivamente tramontata la stagione dei soldi pubblici alle aziende: “E’ del tutto doveroso. Ne abbiamo messi talmente tanti di soldi pubblici che sarebbe inaccettabile”.

A chi gli domanda se le proposte sull’economia avanzate da Forza Italia rientrino nell’intesa siglata con Berlusconi risponde: “Ci deve essere rispetto per tutti, i dossier degli altri li leggo sempre. Ma per noi l’accordo è su due punti: le riforme istituzionali e la legge elettorale”.

Maria-de-Filippi-con-il-figlioPrima di ritornare in tv Maria de Filippi si gode una vacanza al mare. La rivista Oggi la ritrae in copertina mentre si diverte a bordo di una moto d’acqua insieme al figlio Gabriele.

In una rilassante chiaccherata parla anche della situazione critica che sta attraversando l’Italia.
Maria De Filippi: “Bisogna aver fiducia in Matteo Renzi”
Io spero che Matteo Renzi ce la faccia. E direi la stessa cosa con un leader di qualsiasi altra parte politica. Lo spero per gli italiani. Certo, la situazione è un disastro, lo vediamo ovunque. Ma bisogna aver fiducia.”
Inoltre, ha dichiarato che prima di criticare Matteo Renzi occorrerebbe dargli una possibilità, tenendo sempre ben presente che la situazione in cui l’Italia versa è molto difficile:

“Il punto non è se Renzi ce la fa o no. Il punto è: chi ce la farebbe, al posto suo, vista la situazione difficile in cui ci troviamo? Prima di cominciare con il solito copione italiano, vogliamo dargli il tempo di provare a fare qualcosa? È chiaro che la crisi non si poteva certo risolvere semplicemente dando ad alcune categorie di persone 80 euro al mese, sarebbe stato troppo facile.

Credo che non lo pensasse neanche lui. Comunque diamogli tempo. La gente si fida di lui. Non sopporto questa mania italiana di demolire il lavoro altrui a prescindere.”

Maria De Filippi ha parlato anche del figlio Gabriele, smentendo il gossip che lo vedrebbe fidanzato con una ragazza straniera:

“Mi spiace scalfire questo ritratto, ma Gabriele non è neanche fidanzato. Per ora sta con noi rompiscatole in famiglia. Le due storie importanti che ha avuto finora sono state con ragazze che ho conosciuto e che mi piacevano anche molto. Non c’è nessuna fidanzata straniera.”

Matteo RenziIl premier Matteo Renzi nell’intervista rilasciata al Financial Times risponde in modo deciso alle critiche di Draghi

“Sono d’accordo con Draghi quando dice che l’Italia ha bisogno di fare le riforme, ma come le faremo lo deciderò io, non la Troika, non la Bce, non la Commissione Europea. Farò io stesso le riforme perché l’Italia non ha bisogno di altri che spieghino cosa fare”

Dove esprime anche l’auspicio di non “superare il tetto del 3%. Speriamo di aver una crescita migliore nella seconda metà” e chiudere con un deficit al 2,9%”.
Il premier ha poi sottolineato che l’Italia non sforerà il 3%, “è un regola vecchia ma è una questione di credibilità e reputazione per l’Italia anche se altri lo supereranno”.

E ha continuato: “Non sono una persona timorosa per natura, ma sarei felice se l’euro non fosse così forte rispetto al dollaro e se l’inflazione fosse un pò più alta”. Renzi si dice convinto di poter portare ” l’Italia fuori dalla crisi: l’Italia ha un grande futuro, le finanze italiane sono sotto controllo e continueremo a ridurre le tasse. Faremo cose rivoluzionarie- Ho intenzione di consegnare questo Paese in ordine a chi verrà dopo di me. Il tempo dimostrerà se questa è arroganza o coraggio. Da parte mia non ho intenzione di indietreggiare e andrò avanti”.

Sul futuro il capo del governo dice di non fare eccezione rispetto a ciò che pensa in genere sulla durata dell’impegno politico. “I politici devono essere come lo yogurt, a un certo punto devono scadere, non lo puoi fare per sempre. Vale anche per me, per me è già iniziato il conto alla rovescia per essere rottamato”.

camusso-congressoCgil in una nota pubblicata sulla home page del proprio sito afferma ‘La Riforma del lavoro’ – meglio conosciuta come Jobs act – è in contrasto con la disciplina europea.

Il sindacato ha spiegato così la scelta di ricorrere alla Commissione europea: “La legge 78, che elimina l’obbligo di indicare una causale nei contratti a termine, sposta la prevalenza della forma di lavoro dal contratto a tempo indeterminato al contratto a tempo determinato, in netto contrasto con la disciplina europea che, al contrario, sottolinea l’importanza della stabilità dell’occupazione come elemento portante della tutela dei lavoratori”.

La leader della Cgil Susanna Camusso ha, poi, attaccato il ministro del Welfare Giuliano Poletti, autore del Jobs act: “Chiediamo al Governo di porre riparo cancellando quelle tipologie contrattuali fonte di abusi nel nostro ordinamento e riportando i contratti a termine ad un uso funzionale con peculiari esigenze dell’impresa che ne giustificano l’utilizzo”.

“Quattro i punti principali su cui si basa il ricorso – spiegano dalla Cgil – la causalità per il ricorso ai contratti a termine rappresentava un argine contro un loro utilizzo improprio”. E ancora: “eliminarne la motivazione lascia spazio a usi impropri che penalizzano il soggetto debole, cioè il lavoratore”.

Secondo il sindacato, inoltre, “il combinato disposto di causalità, rinnovi e proroghe espone il lavoratore al rischio di non riuscire a firmare mai un contratto ‘stabile’ indicato come ‘contratto comune’ proprio dalla normative europee, con forti penalizzazioni soprattutto per i soggetti più ‘a rischio’, lavoratori over 50 e donne; si introduce un’assoluta discrezionalità rispetto ai licenziamenti”. Infine, non ci sarebbe alcuna prova statistica che “all’aumento della precarietà corrisponda un aumento dell’occupazione”.

Concordia: Rossi a Renzi, evitiamo inchino a Costa CrociereIl relitto della Concordia è stato condotto con successo dai rimorchiatori nel porto di Prà Voltri, dove è stata accolta da un lungo suono di sirena ed è stata ormeggiata in sicurezza in banchina.

“Missione compiuta – ha detto il responsabile della Protezione civile Franco Gabrielli – non è più ora della scaramanzia”. Il premier Matteo Renzi da Genova: “Grazie a chi ha reso possibile tutto ciò, un’impresa mai vista prima”.

“La qualità straordinaria di tante persone – ha detto Renzi – ha riportato qua la nave dopo l’errore di qualcuno, non possiamo dire che ha rimediato, ma…”. “Con questa impresa – ha aggiunto – abbiamo dimostrato di poter essere attrattivi per gli investimenti internazionali”.

“Non c’è la possibilità di essere felici quando si arriva a chiudere una vicenda che ha portato a 33 morti. E’ il giorno del ricordo delle vittime e della gratitudine agli abitanti del Giglio e a tutte le forze di polizia e di volontariato. Non è il giorno della conclusione di questa storia, ma è un nuovo inizio”, ha proseguito.

“Grazie alla protezione civile, hanno preso molto vento in faccia, ma oggi è una giornata di festa”. Così Renzi ha ringraziato in particolare Franco Gabrielli per il lavoro fatto per la Concordia. “Questa non è una passerella, ma la conclusione di una storia con tanti morti che nessuno di noi può dimenticare”, ha aggiunto.

“La Concordia oggi è in porto a Genova: il porto di Piombino non era assolutamente in grado di accoglierla. Ma non lo abbandoneremo, smantellerà due navi militari”, ha assicurato il premier.

Nella vicenda della Concordia, ha sottolineato, “l’errore è stato dell’Italia” e questo “sarà definito in sede penale” ma “quello che è stato fatto ora”, con il recupero del relitto “non era mai stato fatto prima. Questa roba qua siamo riusciti a farla solo noi italiani con ingegneri straordinari”.

2014_07_09t162905z_138241371_lr1ea7919s6a2_rtrmadp_3_cycling_tour_24540_immagine_ts673_400Il corridore azzurro ha conquistato anche la 18ª tappa della grande corsa francese aumentando il suo vantaggio in classifica generale. La maglia gialla, a tre tappe dalla fine della competizione, è sempre più sulle spalle del corridore italiano. Nibali ha vinto per distacco la corsa da Pau a Hautacam, lunga 145,5 chilometri e ha visto l’atleta tricolore aggiudicarsi la 18a frazione del Tour de France, mettendo la sua firma anche sui Pirenei.

Arrivo in solitario per il ciclista siciliano, dopo un’impressionante recupero sui fuggitivi e a sua volta 8 chilometri finali di fuga su una delle salite più “toste” dei Pirenei francesi. Con il successo odierno il corridore dell’Astana ha ipotecato la vittoria nella corsa a tappe francese, 16 anni dopo Pantani. Per Nibali si tratta del quarto successo di tappa.

La maglia gialla taglia il traguardo dopo 4h04’17”. Nibali chiude a braccia alzate e rifila 1’10” al francese Thibaut Pinot e 1’12” al polacco Rafal Majka. Pinot secondo in classifica generale a 7’10”. Jean-Christophe Peraud è terzo a 7’23” e ha 2″ di margine sullo spagnolo Alejandro Valverde, virtualmente giù dal podio

L’ultimo ostacolo che separa Nibali dal sigillo finale (il terzo in una grande corsa a tappe dopo Giro e Vuelta) è la cronometro individuale di 54 km da Bergerac e Périgueux in programma sabato.
Prima una tappa per velocisti dove basterà evitare brutte sorprese. Sarebbe il primo italiano dopo Marco Pantani nel 1998 a trionfare a Parigi.

“Io padrone del Tour? Sì, diciamo che ora ho un buon vantaggio e posso stare più tranquillo per le prossime tappe. Volevo un’altra vittoria tappa, la squadra ha lavorato tantissimo e duramente. Vincere sui Pirenei era importante per noi e per tutti i ragazzi che hanno lavorato alla grande.

Ci credevano più di me e dovevo ripagarli con questa vittoria”, le parole a caldo del campione siciliano. “Posso stare anche abbastanza tranquillo in previsione delle prossime tappe. Pensiamo però a domani. E’ una tappa tranquilla. Poi c’è la cronometro da fare bene”.

E Renzi twitta «Mamma mia, Nibali #chapeau»

meriamÈ in arrivo verso l’Italia Meriam Yahya Ibrahim Ishag, la donna sudanese condannata a morte per apostasia e rilasciata il 23 giugno scorso da un tribunale d’appello di Khartoum.

Lo rivela l’agenzia di stampa Dire. Con lei il viceministro agli esteri Lapo Pistelli che segue da tempo il caso della donna sudanese.

Il caso di Meriam aveva scosso tutto il mondo. È stata a lungo in carcere incinta del suo secondo figlio. Nata da padre musulmano, Meriam era stata cresciuta nella fede cristiana dopo l’abbandono del padre, ma per la Sharia anche la religione viene tramandata, di diritto, dalla linea paterna. Pur essendosi sposata con un cristiano, viene accusata non solo di essersi convertita ad altra religione, ma anche di aver commesso adulterio in quanto il matrimonio tra fedi diverse non può essere riconosciuto.

La vicenda di Meriam aveva provocato una forte indignazione a livello internazionale e dodici giorni dopo il verdetto contro di lei in base alla sharia, la legge islamica imposta in Sudan dal 1983, la donna aveva dato alla luce una bambina presso la prigione di Omdurman, vicino alla capitale.
Dopo la scarcerazione un nuovo arresto, mentre con la famiglia cercava di partire per gli Usa, e l’ospitalità dell’ ambasciata statunitense.

Il caso era stato citato dal presidente del consiglio Matteo Renzi, in occasione del suo discorso di inaugurazione del semestre europeo a Strasburgo. Parlando di Meriam e delle ragazze nigeriane sequestrate dagli islamisti di Boko Haram, Renzi aveva sottolineato: “Se non c’è una reazione europea non possiamo sentirci degni di chiamarci Europa”. Oggi la svolta.

Venezia, 28/02/2011. Il passaggio in bacino della nave Msc Magnifica.Mettere fine al mostruoso spettacolo che ogni giorno va in scena a Venezia, è l’appello internazionale lanciato dall’Associazione Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia – membro del Programma congiunto Unesco, che è stato firmato da importanti personalità della cultura, dell’imprenditoria, della moda e dell’architettura rivolto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini per impedire definitivamente il traffico delle grandi Navi dal bacino di San Marco e dal Canale della Giudecca.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica d’Italia Dott. Matteo Renzi e al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo della Repubblica d’Italia Onorevole Dario Franceschini

Signor Presidente, Signor Ministro,

per più di 13 secoli Venezia è sopravvissuta alle inondazioni, alle pestilenze e ai conflitti bellici, e ora in periodo di pace, la Regina dell’Adriatico, dichiarata Patrimonio Mondiale dall’Unesco, rischia di essere travolta dagli enormi transatlantici, che la attraversano quotidianamente, indifferenti del possibile rischio che il loro passaggio implica.

Dall’alluvione del 1966, insieme allo Stato italiano, centinaia di sostenitori italiani ma anche internazionali, hanno contribuito con generosità e passione alla salvaguardia di una città unica al mondo ma anche fragilissima dal punto di vista della salvaguardia del patrimonio storico e artistico.
Chiediamo che venga affrontato urgentemente il problema del passaggio delle Grandi Navi nel Bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca, mettendo fine per sempre a questo scempio che tocca il cuore di Venezia. Confidiamo nella vostra attenzione a questo appello che unisce tutto il mondo che ama questa città!
Umberto Marcello del Majno Presidente dell’Associazione dei Comitati Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia, membro del Programma congiunto Unesco con:

S.A.R. Principessa Firyal di Giordania, ambasciatore UNESCO
Principe Amyn Aga Khan, mecenate
Borina Andrieu, Wilmotte & Associés, Parigi
Richard Armstrong, direttore S.Guggenheim Museum and Foundation, New York
Cate Blanchett, attrice
Francesca Bortolotto Possati, presidente Hotel Bauer, Venezia
Cristiana Brandolini d’Adda Agnelli, mecenate
Sir Michael Caine, attore
Roberto Calasso, scrittore e editore, Adelphi, Milano
Riccardo Calimani, scrittore, Venezia
Jean Paul Capitani e Françoise Nyssen, editori, Actes Sud, Francia
Roberto Capucci, fashion designer
Graydon Carter, direttore Vanity Fair, USA
Marina Cicogna, produttore cinematografico
Julie Christie, attrice
Evelina Christillin, presidente Fondazione Museo Egizio, Torino
Antonio e Anna Damasio, Neuroscienziati, Università di Southen California, Los Angeles
William Dalrymple, scrittore
Tishani Doshi, scrittrice
Michael Douglas, Messaggero di Pace delle Nazioni Unite, attore
Jane Fonda, attrice
Norman e Elena Foster, architetto
Diane von Fürstenberg, fashion designer
Hubert de Givenchy, fashion designer
Amitav Ghosh, scrittore
Thomas Hampson, cantante lirico
Carolina Herrera, fashion designer
Agnes Husslein Arco, direttore Museo del Belvedere, Vienna
James Ivory