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renziLa notizia dei tagli alla sanità annunciati dal governo Renzi ha suscitato un enorme scalpore fra i cittadini, ma anche fra i medici che lavorano in Italia, preoccupati delle conseguenze che la manovra potrebbe apportare al rapporto fra medico e paziente. Il premier Renzi ha quindi aperto al dialogo, prospettando la possibilità di modifiche che andrebbero ad allentare la stretta sui cosiddetti esami ‘superflui’ che sono entrati nel paniere del ministro della Salute Lorenzin.

Il premier ha ribadito che sulla sanità lo Stato non sta tagliando, ma ridistribuendo in modo equo ed intelligente le risorse disponibili in nome di una sanità migliore. La polemica era nata con l’annuncio della preparazione di un provvedimento che andrà a tradursi in un decreto che interessa l’appropriatezza delle prestazioni medico-sanitarie e che si propone di evitare gli esami e le visite considerati inutili e particolarmente dispendiosi per lo Stato. In totale si tratta di 208 prestazioni che sono finite sotto osservazione, di esami che interessano diverse sfere della sanità, ma che probabilmente non andranno ad interessare le prestazioni basilari e i pazienti che non hanno la possibilità di permettersi le cure mediche per ragioni legate al reddito.

La notizia è stata forse mal interpretata? Oppure il governo non è stato chiaro sulle sue intenzioni? Secondo le dichiarazioni del ministro, gli esami che non saranno più ‘passati’ dallo Stato sono di molte tipologie, ma interesserebbero soprattutto i casi di ripetizione nel corso del tempo. Se, ad esempio, un paziente chiede di effettuare una radiografia molto costosa e riceve un esito negativo, non potrà ripeterla a spese dello Stato per un limite di tempo massimo stabilito. La manovra intende quindi limitare un costo che ammonta a circa 13miliardi di euro, ridistribuendo questi soldi nell’ammodernamento della sanità ed evitando di passare esami e prestazioni che possono essere considerati poco utili per i pazienti.

L’apertura al dialogo di Renzi si propone quindi come una manovra positiva per fare chiarezza su questa decisione, che seppure in fase embrionale sta già muovendo numerose critiche e innescando tante paure da parte dei cittadini italiani.

renzi new yorkMatteo Renzi si è recato ieri a New York per partecipare all’assemblea generale delle Nazioni Unite e, per l’occasione, ha presenziato ad un evento organizzato dalla fondazione della famiglia Clinton, in corsa per le presidenziali, nel quale ha discusso assieme all’ex presidente degli States degli argomenti che più stanno a cuore agli americani e al mondo intero: il profugato e la gestione delle persone in arrivo dagli stati mediorientali. Ospite d’onore e istrionico protagonista dell’evento, Matteo Renzi è stato accostato all’ex presidente, ma ha dichiarato che il paragone sarebbe impossibile, perché troppe sono le differenze e fra i due Stati intercorre una politica di matrice completamente diversa.

Renzi ha però rivolto un appello agli investitori americani che presenziavano all’evento, dichiarando che fra dieci anni sarà l’Italia a trainare l’Europa e invitandoli a farsi ‘due conti’, perché investire in Italia significa investire sul cavallo vincente. Un anno fa il premier era sbarcato alla stessa kermesse portando con sé la lista delle promesse fatte agli italiani. Ora, quella lista, Renzi l’ha riletta al pubblico del partito democratico, affermando felicemente di averne realizzato il 90% e dichiarando di avere rotto un incantesimo che durava da anni di inerzia, durante i quali lo Stato italiano ha dovuto subire il malgoverno di persone interessate solamente ai loro affari personali.

Al capitolo economia è seguito quello relativo all’Europa e al tasto dolente dell’immigrazione. Il premier italiano ha dichiarato che le crisi vissute in questi mesi, da quella greca a quella relativa ai migranti, sono ‘in fase di disintegrazione’ e che presto saranno un lontano ricordo. Renzi ha quindi definito l’Europa come un miracolo, ma non ha mancato di criticare la mancanza di coesione che si respira fra i banchi dei deputati a Bruxelles.

Si tratta di un atteggiamento comune, vissuto anche nei primi momenti del profugato, quando tutti i leader affermavano che era un problema solamente italiano. Poi le cose sono cambiate, gli sbarchi sono aumentati e certe immagini hanno fatto il giro del mondo, portando l’intera Unione europea ad una presa di posizione collettiva. Sulla questione russa il premier è stato chiaro, ribadendo che non esiste Europa senza la Federazione Russa, ma che il problema attuale è chi alza muri e non collabora, lanciando un chiaro rimando all’Ungheria e ai più recenti fatti di cronaca.

E’ tempo di smetterla con i mugugni: questo è quello che ha detto Renzi mentre attaccava i magistrati. A buona ragione bisogna aumentare le sentenze e fare meno spettacolo, tagliando via le interviste LIVE in televisione. La cosa ha naturalmente preso una certa piega se consideriamo i recenti eventi come omicidi al di fuori della sensibilità umana e scioperi che sono stati causati proprio per una mancanza adatta di comunicazione fra sindacati e magistrati.

“Anche i forconi oggi potrebbero andare a Chi l’ha visto, ed il talento di Beppe Grillo è stato restituito alla comicità alla quale era più legato. In bocca al lupo per il suo tour” sono le dure parole che hanno accompagnato tutt’oggi quello che è stato detto da parte di Renzi, il quale ha definito che il PD “Non è un partito della nazione perché immagina chissà quale strane mutazioni genetiche. Il PD non si accontenta di vedere i sogni dell’Italia stuprati da anni di mal governo”.
Le tensioni sono alte: misure drastiche sembrano necessarie per rimettere in sesto un’Italia strappata fra violenza e sofferenza, dettata da un’economia ormai al fondo del pozzo.

Ma no al Diktat, una misura dalla quale non si può fare più ritorno. “Chi vuol cambiare il segretario può aspettare fino al 2017, chi vuol cambiare il capo del governo si metta il cuore in pace, se ne parla al 2018. Ma soprattutto: chi vuole cambiare l’Italia non perda un secondo”.

Massimo D’Alema non era presente all’assemblea del PD. Un’assemblea fatta di severità e durezza granitiche che nei veri termini del nostro paese è sempre qualcosa che prima o poi verrà fatta in ambito delle attuale tensioni. Mancava anche Pier Luigi Bersani, ma questo a causa di un mal di schiena che l’ha costretto a rimanere a casa. Non c’è nessuna polemica su tutto questo, come detto dai “suoi”. E’ in programma un’intervista TV, ma come già detto: bisogna agire di più, spettacolizzare di meno.

eternitI familiari di tutte le vittime dell’Eternit incontreranno il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. L’incontro è fissato per martedì prossimo, a Roma. A dare la notizia, su Facebook, è il senatore Pd Stefano Esposito, che ha organizzato l’incontro. Incontro che si terrà alla presenza di Daniele Borioli, Federico Fornaro, Cristina Bargero e Fabio Lavagno. All’appuntamento, alle 16.30, saranno presenti anche i sindaci di Casale Monferrato e Cavagnolo, Titti Palazzetti e Mario Corsato, il vicepresidente dell’Afeva, Bruno Pesce, e il presidente Fondo vittime amianto, Nicola Pondrano.

Intanto a Napoli, davanti alla sede della Prefettura, si è tenuto un presidio promosso da Cgil, Cisl Uil e dalla associazione ‘Mai più Amianto’ contro la sentenza Eternit che ha assolto per prescrizione gli imputati nel processo contro i danni da amianto. Era presente al presidio anche il sindaco Luigi De Magistris.
Lo scopo è quello di chiedere ”giustizia, risarcimento, bonifica e sorveglianza sanitaria per gli ex esposti all’amianto”, perché a parere degli organizzatori e dei familiari delle vittime da amianto, ”è stata aperta una ferita profonda in chi riponeva aspettative di giustizia e riconoscimento del diritto al risarcimento”.
Stando alle stime dei sindacati, invece, sarebbero 552 i decessi certificati correlati all’esposizione all’amianto e oltre 2000 quelli causati complessivamente dal 1939 al 1985. Ancora oggi, purtroppo, sono tanti, troppi, i malati di asbestosi e mesotelioma diagnosticati, che ogni anno perdono la vita anche in giovane età.

L’amianto è pericoloso, e lo si sapeva già dal 1906. E’ quanto si legge nel testo di una sentenza pronunciata “in nome di sua Maestà Vittorio Emanuele III”. Eppure, ancora oggi, è difficile ottenere un giusto risarcimento. E’ doveroso quindi protestare contro la sentenza in Cassazione, che ha assolto il magnate svizzero accusato di essere il responsabile dell’uso dell’amianto in azienda. Secondo la Uil della Campania, la sentenza della Cassazione:“(…) ha cancellato anni di battaglia sull’inquinamento, afferma il diritto ma ammazza la giustizia. Chiediamo al prefetto di intervenire sul governo perché si prenda la responsabilità e affinché cambi la legislazione e al governo perché i reati ambientali non possono essere determinati dal tempo”.

landini jobs actContinuano gli scontri tra sindacati e Renzi sul Jobs Act. Ieri era stato il premier Matteo Renzi ad attaccare i sindacati, dicendo che loro «Si inventano scioperi, io creo lavoro», e invece oggi tocca a Maurizio Landini rispondere pan per focaccia. «Se vuole cambiare davvero questo Paese nel modo giusto lo deve fare con noi e non contro di noi», afferma infatti il segretario generale della Fiom intervistato durante il corteo organizzato a Napoli per le 8 ore di sciopero dei metalmeccanici contro il Jobs act.

In seguito Landini, in un’intervista con Sky, aggiunge: «Soprattutto il premier non ha il consenso di chi lavora, dei giovani che stanno cercando lavoro, delle persone oneste in questo Paese. Lui non ce l’ha. E allora deve decidere da che parte stare». Come nei giorni scorsi, il Segretario generale Fiom sottolinea che tutto questo consenso verso il Premier e il Governo non è poi così grande come vogliono far credere. Ma poi arriva la precisazione: «Mai pensato – come mi viene attribuito da alcuni mezzi di informazione – che Renzi non ha il consenso degli onesti, ho detto – e ribadisco – che il premier non ha il consenso della maggioranza delle persone che lavorano o che il lavoro lo cercano e che sono nella parte onesta del Paese che paga le tasse». Ernesto Carbone intanto, del Pd, ha chiesto a Landini di chiedere scusa a 12 milioni di italiani.

La frase era forse un po’ infelice, ma è chiaro che Landini non ha mai voluto dire che non ci sono persone oneste che credono nel Pd. La polemica ormai è partita ed è difficile fermarla, ma il premier Matteo Renzi dice basta alle polemiche: «Si salva il lavoro tenendo aperte le fabbriche e le aziende, non alimentando polemiche o giocando a chi urla più forte» ha replicato infatti Renzi durante la firma di un accordo sulla siderurgia che «salva 410 posti di lavoro». Anche Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, ha replicato a Landini: «Io personalmente mi ritengo una persona molto onesta, non onesta di più».

scuola protestaE’ partita oggi una grande mobilitazione studentesca in tutta Italia, al grido di “La Grande Bellezza siamo noi”. Sono migliaia e migliaia gli studenti che hanno deciso di scendere in piazza per la mobilitazione indetta dall’Udu, l’Unione degli studenti universitari, e dalla Rete degli Studenti Medi. I ragazzi protestano soprattutto contro la riforma della scuola ‘la buona scuola’, voluta da Renzi. Sarebbero oltre 80mila i ragazzi coinvolti, a cui si aggiungono anche tutti gli insegnati aderenti ai Cobas, che protestano contro le assunzioni di precari promosse dall’attuale Governo.

A Roma il corteo è partito da piazza della Repubblica, e ha attraversato gran parte della Capitale. In particolare i ragazzi protestano anche contro la riforma del lavoro, il cosiddetto Jobs Act, contro “la precarietà permanente”, e contro lo Sblocca Italia. Insomma, un po’ contro tutto l’operato del Governo Renzi. Il corteo romano è arrivato fin sotto il Ministero dell’Istruzione, a Trastevere.

Già stanotte, tra l’altro, alcuni studenti dell’Uds (Unione degli Studenti) avevano effettuato un blitz di fronte al Miur, per esporre lo striscione “stiamo arrivando! #entrainscena il #10o!”. Ci si riferisce qui ai quasi 100 cortei studenteschi previsti in tutta Italia contro il piano scuola del governo: cortei che sono stati molto numerosi anche a Bologna, Napoli, Palermo e Milano. Secondo Gabriele Scuccimarra, dell’Unione degli Universitari, il Jobs Act di Renzi non farà altro che aumentare “la precarietà senza garantire nessuna tutela a chi entrerà nel mercato del lavoro. Una riforma portata avanti a colpi di fiducia e deleghe, senza ascoltare i giovani e rifiutando il confronto”. Toni molto simili anche da Link, uno dei sindacati studenteschi.

La protesta intanto continuerà, e andrà oltre la giornata del 10 ottobre: gli studenti infatti annunciano la loro partecipazione alla giornata del 25 ottobre, a Roma, insieme alla manifestazione nazionale della Cgil. Senza dimenticare l’appuntamento annuale il 17 novembre, per la giornata internazionale dello studente.

riacebronziMatteo Renzi intervistato da Radio Rtl.sui bronzi di Riace dice:I Bronzi di Riace in «trasferta» a Milano per l’Expo? “Io sono sempre stato un entusiasta dello spostamento di opere, ma non in questo caso. Il punto è che spostarli a mio giudizio non ha alcun senso”.

“Un conto è prendere opere italiane e portarle in giro per il mondo – spiega il premier – ma per quale motivo dovrei spostare i Bronzi a Milano? Piuttosto dovrei portare i visitatori dell’Expo da Milano a Reggio, perché ho bisogno di valorizzare la Calabria. A mio giudizio questa vicenda non ha alcun senso, ma poi decideranno gli organi competenti”.

“Non può che farci piacere che Renzi sia dell’idea che da sempre la giunta regionale porta avanti: non bisogna portare i Bronzi di Riace a Milano per l’Expo ma portare i visitatori dell’Expo in Calabria e in altri siti di interesse nelle diverse regioni italiane”. Così Antonella Stasi, presidente ad interim della Regione Calabria dall’aprile scorso, commenta le parole del premier sui Bronzi di Riace.

In disaccordo con il premier si è mostrato Roberto Maroni, il quale su Twitter accusa Renzi di fare i capricci, come i bambini. Maroni allega al suo messaggio, anche una foto con una barchetta di carta (moneta) che affonda con a bordo i maggiori leader europei, tra cui Renzi con un gelato in mano.

Anche a Sgarbi non è piaciuta la risposta di Renzi, anzi ritiene che il premier si sia fatto condizionare, o meglio, frenare dai luoghi comuni dell’immobilismo italiano. Lo accusa, quindi, di apparente attivismo.

Sgarbi è estremamente convinto della sua proposta di spostare i bronzi a Milano in occasione dell’Expo, in quanto, dice, sarebbe vantaggiosa anche per la Calabria che, attraverso i biglietti dei visitatori dell’Expo, ne avrebbe anche un ritorno economico di 20-30 milioni di euro.

“Se questa cosa non la capisce nemmeno Renzi vuol dire che non c’è speranza e che anche lui si bea di luoghi comuni. Quello che mi dispiace è che questa posizione sbagliata alla Tomaso Montanari può influenzare la decisione del ministro Franceschini”, conclude Sgarbi.

20140830_mogherini_federica_2Federica Mogherini è la nuova Lady Pesc. Ad annunciarlo è stato Van Rompuy, secondo il quale è ”il nuovo volto dell’Europa. E’ stata in prima linea in questo momento cosi’ difficile a livello internazionale – sottolinea -. Siamo certi che confermera’ il grande impegno europeista dell’Italia.

Il vertice Ue ha deciso anche di nominare l’attuale premier polacco Donald Tusk presidente permanente del Consiglio Europeo e dell’Eurosummit.

Immediato il cinguettio del premier Matteo Renzi,Auguri e buon lavoro a @FedericaMog e @premiertusk #europa. La soddisfazione del capo dello Stato Giorgio Napolitano, espressa in una nota: “L’Italia ha ottenuto un importante riconoscimento e, soprattutto, ha dato un positivo contributo alla soluzione del problema dei nuovi incarichi di vertice dell’Unione Europea.

E’ stata infatti apprezzata l’ indicazione, da parte del governo italiano, di una candidatura femminile. Federica Mogherini – secondo il Presidente della Repubblica – si è indubbiamente fatta apprezzare nel concerto europeo esercitando, dall’inizio del 2014, con impegno e competenza le funzioni di Ministro degli Esteri. Sono certo che saprà assolvere al meglio il mandato di una crescente coesione dell’Ue nel campo essenziale delle relazioni internazionali”.

Per nulla intimorita, sorridente e alternando l’uso dell’inglese e del francese nel rispondere alle domande dei giornalisti, l’attuale responsabile della Farnesina ha ringraziato i leader europei per la fiducia dimostratagli nell’affidarle l’incarico.

Rispondendo a una domanda sulla presunta inesperienza per ricoprire la carica di Lady Pesc, che gli veniva imputata da chi aveva criticato la sua candidatura, Mogherini ha ricordato di avere comunque “vent’anni di esperienza politica, europea, parlamentare, nella società civile e nelle Ong, e anche queste – ha sottolineato – sono cose importanti” per il lavoro che si accinge a svolgere.

“Sono giovane, ma non così tanto: l’età non si può cambiare, ma mi conforta il fatto che il primo ministro Matteo Renzi è più giovane di me, e anche altri premier dell’Ue, una nuova generazione di leader europei che è bene sia rappresentata, anche per colmare la distanza percepita da tanta gente nei confronti delle istituzioni Ue”.

“Tutto il mio lavoro, le mie energie e la mia dedizione saranno dedicate a operare nell’interesse di tutti gli stati membri e di tutti i cittadini europei”, afferma la neo nominata Alta rappresentante per la politica estera europea.