Home Tags Posts tagged with "Poletti"

Poletti

polettirenzi-478x248320 euro al mese di sostegno economico alle famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese. Questa è la base di sostegno prevista da Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro, che si propone come la prima manovra a sostegno del reddito minimo e del piano di inclusione sociale delle famiglie svantaggiate.

La legge delega è stata quindi approvata ed entro sei mesi dal via libera del Parlamento le manovre inizieranno ad attuarsi. In termini pratici, si parla di manovre che potrebbero vedere la luce fin dai primi mesi del prossimo anno, quando verranno stanziati i 600 milioni di euro previsti dalla legge di stabilità. L’obiettivo proposto dal governo è quello di estendere in corso d’opera il numero delle famiglie beneficiarie, in quanto la manovra toccherà all’inizio tutte le famiglie in cui vivono dei minori. Allargando il bacino dei beneficiari, il governo intende quindi aumentare il reddito minimo e diminuire le situazioni di povertà che ogni giorno si registrano nel nostro paese. Si tratta di 4 milioni di italiani che nel complesso del paese vivono in condizioni di completa indigenza.

Secondo il ministro del lavoro Poletti si tratta di un cambiamento dai tratti radicali, perché nella storia del paese non è finora stato istituito un programma di sostegno al reddito così pratico ed efficace. La riforma si propone paritaria come valore al Jobs Act e permetterà a tutti di vivere dignitosamente, superando le barriere economiche con il piano di aiuto economico e partecipando alle opere di inserimento lavorativo e sociale che andranno di pari passo all’elargizione delle somme stabilite.

Non solo sostegno al reddito quindi, ma soluzioni che permetteranno ai beneficiari di essere nuovamente introdotti nel mondo del lavoro e quindi di poter, un giorno, camminare con le proprie gambe.

camusso-congressoCgil in una nota pubblicata sulla home page del proprio sito afferma ‘La Riforma del lavoro’ – meglio conosciuta come Jobs act – è in contrasto con la disciplina europea.

Il sindacato ha spiegato così la scelta di ricorrere alla Commissione europea: “La legge 78, che elimina l’obbligo di indicare una causale nei contratti a termine, sposta la prevalenza della forma di lavoro dal contratto a tempo indeterminato al contratto a tempo determinato, in netto contrasto con la disciplina europea che, al contrario, sottolinea l’importanza della stabilità dell’occupazione come elemento portante della tutela dei lavoratori”.

La leader della Cgil Susanna Camusso ha, poi, attaccato il ministro del Welfare Giuliano Poletti, autore del Jobs act: “Chiediamo al Governo di porre riparo cancellando quelle tipologie contrattuali fonte di abusi nel nostro ordinamento e riportando i contratti a termine ad un uso funzionale con peculiari esigenze dell’impresa che ne giustificano l’utilizzo”.

“Quattro i punti principali su cui si basa il ricorso – spiegano dalla Cgil – la causalità per il ricorso ai contratti a termine rappresentava un argine contro un loro utilizzo improprio”. E ancora: “eliminarne la motivazione lascia spazio a usi impropri che penalizzano il soggetto debole, cioè il lavoratore”.

Secondo il sindacato, inoltre, “il combinato disposto di causalità, rinnovi e proroghe espone il lavoratore al rischio di non riuscire a firmare mai un contratto ‘stabile’ indicato come ‘contratto comune’ proprio dalla normative europee, con forti penalizzazioni soprattutto per i soggetti più ‘a rischio’, lavoratori over 50 e donne; si introduce un’assoluta discrezionalità rispetto ai licenziamenti”. Infine, non ci sarebbe alcuna prova statistica che “all’aumento della precarietà corrisponda un aumento dell’occupazione”.