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1415967650-aperturaMarina Berlusconi torna all’attacco contro Carlo De Benedetti, dopo l’intervista che l’ingegnere ha rilasciato al Corriere della Sera in occasione dei suoi 80 anni. Nell’intervista De Benedetti si diceva e si riteneva ‘un uomo fortunato’; ed è sulla presunta fortuna dell’uomo che Marina Berlusconi si è scagliata. “Compio ottant’anni, sono un uomo fortunato e sono vissuto in un’epoca straordinaria: dalla fabbrica all’economia digitale. Mi sono ammazzato di lavoro”, dice l’ingegnere.

La figlia dell’ex premier ha ricordato infatti la vicenda del Lodo Mondadori, lo scontro finanziario e giudiziario per la proprietà della casa editrice: «Senza quei 500 milioni di euro che una sentenza assurda ci ha costretto a versargli, senza quella fortuna piovuta dal cielo su un gruppo con una situazione debitoria decisamente complessa, oggi per De Benedetti ci sarebbe davvero poco da festeggiare». Infatti la sentenza dei giudici, confermata in appello nel 2011, ha imposto a Fininvest di risarcire la Cir di De Benedetti per il danno dovuto alla perdita di Mondadori.

Marina critica anche altri aspetti delle parole di Carlo De Benedetti, perché si esprime, a suo dire, «con una presunzione e sfrontatezza che non finiscono mai di stupire». Infatti nell’intervista De Benedetti aveva parlato anche di Silvio Berlusconi e delle attività del suo gruppo: «Penso che venderà tutto a uno straniero. In Italia non c’è nessuno disposto a comprare le sue aziende. La tv generalista è messa molto peggio dei giornali».

E Marina risponde: «Fa impressione l’elenco di fallimenti e clamorosi errori che De Benedetti cerca di giustificare. Nonostante tutto ciò, si permette di pontificare perfino su un business nel quale ha sempre cercato di entrare accumulando un insuccesso dietro l’altro – e poi ironizza – Le sue fosche profezie ci confortano. Le sentenze funeree di De Benedetti, famoso per non averne mai azzeccata una, suonano come l’ennesima conferma di quanto fondate siano le nostre certezze».

valeriostaffelliGiovanna Ferrero su Il Fatto Quotidiano, ha pubblicato un pezzo nel quale veniva raccontata la modalità di selezione di aspiranti giornalisti da parte della società di Valerio Staffelli.

La polemica era dovuta sopratutto sulla poca chiarezza degli annunci in merito al compenso economico e alla tipologia di collaborazione, dato che dopo una lunga serie di colloqui e di prove, agli aspiranti candidati veniva proposto uno stage da 570 euro lordi con compensi extra per ogni candid realizzata.
Come riportiamo nell’intera ricostruzione della vicenda, Staffelli aveva risposto con una lettera al Fatto nella quale evidenziava come la sua società offrisse in realtà un’occasione di formazione a giovani aspiranti, per di più offrendo un compenso.
Inoltre Staffelli, contestando al Fatto di aver pubblicato una notizia non verificata, insinuava che la giornalista potesse essersi infiltrata ai suoi “casting”, concordando la cosa con la redazione del giornale diretto da Antonio Padellaro. Qui pubblichiamo la contro risposta integrale di Giovanna Ferrero, ugualmente pubblicata sulle colonne del Fatto:

“Gentile Staffelli, l’annuncio a cui ho risposto non era su un sito legato all’università (a meno che Monza Today e Indeed non siano improvvisamente diventati portali rivolti agli universitari) e indicava che si cercavano giovani redattori.
Fin da subito mi è stato detto che il compenso e la tipologia di contratto mi sarebbero stati comunicati dopo aver esaminato il mio profilo e valutato le mie prove.

Non mi sono “infilata” in nessun casting (per Lei i colloqui di lavoro per giornalisti o aspiranti tali sono casting?). Ho risposto all’annuncio e ho indicato il mio percorso formativo e professionale. poi, su vostra richiesta, ho inviato il curriculum da cui risultavano, in modo dettagliato, tutte le esperienze fatte.

Dopodiché sono stata contattata per un colloquio. Se cercavate uno stagista, perché mi avete selezionata e sottoposta a tutte le prove? Ricordo anche che, in più occasioni, Le ho ripetuto che avevo già scritto e firmato vari articoli e pubblicato un libro e che, inoltre, avevo competenza di riprese e montaggio video.
Tutti elementi utili per capire che non ero proprio una novellina, se per caso il curriculum fosse stato letto con la dovuta attenzione. In conclusione, i curricula vanno letti attentamente e i candidati vanno informati fin dall’inizio in modo che possano decidere con consapevolezza.

Nel vostro caso, invece, solo alla fine si scopre che viene offerto esclusivamente uno stage. La chiarezza e la correttezza, che sono il marchio di fabbrica dei vostri servizi, non hanno caratterizzato per nulla le vostre modalità di selezione.