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3suoreÈ stato il vice direttore generale della polizia burundese Godefroid Bizimana a raccontarlo. Secondo la polizia “Tutte e tre le religiose (Suor Olga Raschietti, suor Lucia Pulici e suor Bernardetta Boggian) sono state violentate” prima di essere barbaramente uccise.

Il delitto è avvenuto nel convento di Kamenge, a Bujumbura in Burundi. Inizialmente si è pensato a un tentativo di rapina finito male, ma non è stato trafugato denaro dal convento. Le tre vittime, inoltre, sarebbero state uccise in due momenti diversi.

Domenica pomeriggio sono state aggredite e uccise nel loro convento suor Lucia, 75 anni e suor Olga, 80 anni; secondo indiscrezioni della polizia locale sarebbero state sgozzate. Una di loro è stata anche colpita con una pietra. Poi è arrivata la notizia di una terza vittima, la missionaria Bernardetta Boggian. e poi confermata dalla Farnesina: suor Bernardetta è stata uccisa dopo l’omicidio delle altre due. La donna è stata decapitata.

Il Papa, “profondamente colpito dalla tragica morte” delle tre suore auspica che “il sangue versato diventi seme di speranza per costruire l’autentica fraternità tra i popoli”. Papa Francesco poi prega per queste “generose testimoni del Vangelo” e invia la propria benedizione ai famigliari, alle consorelle e a tutti coloro che piangono la scomparsa delle suore italiane.

Il ministro Mogherini, in una nota ha espresso, anche a nome del governo, sentite condoglianze alle famiglie e all’ordine delle Missionarie di Maria Saveriane.

“Ancora una volta – ha osservato Mogherini – assistiamo al sacrificio di chi, con dedizione totale, ha passato la propria vita ad alleviare le troppe sofferenze che ancora esistono nel continente africano”. Il governo chiede al Burundi di fare chiarezza e ha garantito di adoperarsi per riportare in Italia quanto prima le salme delle religiose

anziano-omicidio-figlio-140409102234_bigUna sequenza da film dell’orrore quella che si sono trovati davanti gli agenti questa mattina in via Birmania, all’Eur, a Roma.

Poco dopo le 11, i vicini chiamano il 113 per segnalare grida e trambusto in un villino. Giunti sul posto, i poliziotti hanno trovato delle tracce di sangue che conducevano a un seminterrato con la porta chiusa a chiave e hanno dovuto richiedere l’intervento dei vigili del fuoco.

Una volta aperta la porta trovano una scena raccapricciante: il cadavere di una donna colpita da diverse coltellate con la testa mozzata. Accanto c’era il presunto assassino, che si sarebbe scagliato contro di loro con una mannaia, costretti a reagire con l’arma d’ordinanza i poliziotti sparano e colpiscono l’uomo.
L’uomo è stato soccorso presso l’ospedale S. Eugenio dove è deceduto.

Testimoni raccontano che l’uomo era in divisa da paramilitare, il killer, biondo e con gli occhi chiari, potrebbe essere di origini slave, e, secondo le prime informazioni, avrebbe tra i 35 e i 40 anni e si è scagliato con una mannaia contro gli agenti delle volanti.
Secondo una prima ricostruzione delle forze dell’ordine, la donna sarebbe stata uccisa con la stessa mannaia e decapitata.

Secondo le prime indiscrezioni la casa dove si è consumato l’omicidio risulta appartenere ad una famiglia romana. L’assassino non farebbe parte del nucleo familiare.

FoleyOrrore per il video dell’esecuzione postato in rete, lo Stato islamico sfida apertamente gli Stati Uniti e annuncia la decapitazione del giornalista americano James Foley, il freelance rapito in Siria nel 2012.

‘Messaggio all’America’, così si chiama il video shock dell’esecuzione del giornalista americano, James Foley, rapito in Siria nel 2012, postato sul web dai jihadisti dello Stato Islamico.

Nel filmato di 4,40 minuti si vede anche un altro giornalista americano, Steven Joel Sotloff, rapito in Siria e un miliziano dell’Isis che dice: “La vita di questo cittadino americano, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni”. La ripresa è accompagnata da una scritta che afferma “le operazioni militari contro lo stato islamico” pongono l’America “su un piano scivoloso verso un nuovo fronte di guerra contro i musulmani”.

Nelle immagini successive si vede Foley nel deserto, in ginocchio, con indosso una tuta arancione. Accanto a lui c’è un terrorista, interamente vestito di nero e col volto coperto. Poi si vede Foley che parla contro la guerra in Iraq e “la recente campagna aerea”. E ancora, il terrorista che in inglese dice: “Questo è James Foley, un cittadino americano… i vostri attacchi hanno causato perdite e morte tra i musulmani… non combattete più contro una rivolta, noi siamo uno stato, che è stato accettato da un gran numero di musulmani in tutto il mondo. Quindi, ogni aggressione contro di noi è un’aggressione contro i musulmani e ogni tentativo da parte tua, Obama, di attaccarci, provocherà un bagno di sangue tra la tua gente”.

A quel punto il terrorista mette un lungo coltello alla gola dell’ostaggio, e inizia vigorosamente a tagliare. Nell’immagine successiva si vede il corpo del giornalista riverso per terra, nel sangue, e la sua testa mozzata sulla schiena.

“Non siamo mai stati cosi’ orgogliosi di lui”. Lo ha affermato la madre di James Wright Foley dopo che gli jihadisti dell’Is hanno diffuso un video in cui mostrano la decapitazione del giornalista americano rapito in Siria nel 2012. In una dichiarazione diffusa sul suo profilo facebook la donna, Diane Foley, ha chiesto la liberazione degli altri ostaggi “innocenti” in mano degli jihadisti in Siria.

Foley “ha sacrificato la sua vita cercando di mostrare al mondo la sofferenza del popolo siriano. Imploriamo i sequestratori di risparmiare la vita degli altri ostaggi. Sono innocenti al pari di Jim e non possono influenzare la politica del governo Usa In Ira, in Siria come in nessun altro posto del mondo”, ha scritto la donna. .

ambulanza_retemetallica_web--400x300Colpita a morte con un coltello a un anno e mezzo. Un fendente letale al cuore. Davanti a mamma e nonni.

Un orrore inspiegabile ad Ancona: un uomo ha ucciso coltellate la figlia di 18 mesi. Il delitto è avvenuto a Collemarino, non molto lontano dal capoluogo marchigiano .

Oggi ad Ancona nel primo pomeriggio c’è stato un infanticidio, un raptus omicida che secondo una prima ricostruzione avrebbe spinto un uomo di 34 anni, Luca Giustini, ad uccidere a coltellate la figlia di appena 18 mesi di vita.

Una vera e propria tragedia con una vittima piccolissima e innocente, la tragedia è avvenuta in un appartamento di via Patrizi, nel quartiere anconetano di Collemarino, davanti alla madre e ai nonni della piccola. L’uomo, per motivi ancora da chiarire, avrebbe sferrato almeno tre colpi alla bimba, uno dei quali l’avrebbe raggiunta al cuore.

Sul posto sono arrivati i soccorsi del 118 che hanno tentato di rianimare la bimba, ma i soccorsi si sono rivelati vani, la piccola è deceduta in ambulanza prima del suo arrivo in ospedale. Immediate le manette per Giustini, portato in caserma con l’accusa di omicidio e sottoposto a interrogatorio.

Gli inquirenti stanno sentendo anche la madre della bimba e i due nonni, presenti in casa al momento della tragedia, nel tentativo di dare una spiegazione a questo atroce delitto.

29454482Fa l’amore con la moglie poi la sgozza, e l’accoltella infine si accanisce sulle sue creature e le taglia la gola mentre dormono. Poi come niente fosse va al bar a vedere la partita con gli amici, ride e si diverte emozionandosi quando l’Italia segna, come è concepibile tutto ciò? E’ agghiacciante.
Carlo Lissi, impiegato 31enne ha ammesso, dopo un lungo interrogatorio, di aver ucciso la moglie Maria Cristina Omes, 38 anni, e i figli Giulia (5 anni) e Gabriele (20 mesi).

Quando si è reso conto che tutte le bugie non reggevano più, verso le 4 del mattino Carlo Lissi è crollato: si è preso la testa fra le mani e nella caserma dei carabinieri di Abbiate Grasso ha mormorato: “Voglio il massimo della pena”.
E’ agghiacciante la dinamica del triplice omicidio. Verso le 23 dopo aver messo i bambini a letto, e  avuto un rapporto intimo con la moglie, il Lissi  è andato in cucina, ha preso un coltello e mentre la donna stava guardando la televisione l’ha colpita alle spalle, mentre continuava a colpirla con il coltello lei gli ha chiesto “perchè?”, lui per tutta risposta l’ha colpita con un pugno e l’ha finita.

Poi è salito nella stanza dei bambini e ha tagliato la gola prima a Giulia poi nella camera matrimoniale ha ucciso anche il piccolo Gabriele recidendogli la gola. Verso le 23e30 è uscito di casa e si è recato al bar a vedere la partita, lungo il tragitto ha buttato il coltello in un tombino.

L’uomo ha raccontato che la furia omicida e’ stata scatenata dalla sua passione non corrisposta per una collega, Lissi aveva fatto della avances, “anche esplicite”, alla donna che pero’ non aveva mostrato alcun interesse.

Secondo il generale Maurizio Stefanizzi, comandante provinciale dei carabinieri, “quel che si può pensare è che nella sua testa con questi omicidi e questa messinscena si potesse liberare dai vincoli familiari con la moglie e con figli e avrebbe potuto ritornare a essere solo e dedicare la sua vita ad altre persone. Questa forse è stata la sua visione delle cose”.

336390_0_1Un fatto tremendo, un orrore senza fine difficile da credere, una donna incinta di tre mesi lapidata da un gruppo di persone tra cui il padre e il fratello.

Ma qual’era la sua terribile colpa per meritare una simile punizione? Farzana è stata uccisa a sassate davanti al tribunale di Lahore, perchè aveva osato sposare l’uomo che amava e non quello scelto dalla sua famiglia. Per questo doveva pagare.

“Il fratello ha prima aperto il fuoco con una pistola ma l’ha mancata. Lei ha provato a scappare ma è caduta”, ha raccontato l’investigatore della polizia pakistana Rana Akhtar. “I parenti l’hanno presa e l’hanno colpita a morte con dei mattoni”.

Farzana si era sposata contro la volontà della famiglia con Mohammad Iqbal dopo anni di fidanzamento, il padre  Mohammad Azeem, aveva denunciato l’uomo per rapimento, la ragazza si trovava davanti al tribunale per difendere suo marito dall’accusa fatta dalla famiglia di averla rapita.

Il marito ha dichiarato:  “Eravamo innamorati”, ha detto l’uomo in un’intervista ad Associated Press, aggiungendo che la famiglia della donna voleva ottenere del denaro da lui prima di dargliela in sposa. “L’ho portata semplicemente in tribunale e ho registrato il matrimonio”, facendo arrabbiare i parenti, ha spiegato l’uomo. Il padre di Parveen si è arreso alle autorità e ha definito l’omicidio un “delitto d’onore“, ha detto Naseem Butt della polizia. “Ho ucciso mia figlia perché ha insultato tutta la nostra famiglia sposando un uomo senza il nostro consenso, e non me ne pento”, ha detto il padre, le cui parole sono state riportate da Mujahid della polizia. Il corpo della donna è stato consegnato al marito.


Ogni anno centinaia di donne in Pakistan sono vittime di delitti d’onore e vengono uccise da mariti o altri familiari per aver commesso adulterio o per altre azioni considerate trasgressive; secondo i dati dell’ong Human Rights Commission of Pakistan, l’anno scorso sono state uccise in simili circostanze 869 donne. I matrimoni combinati sono una norma tra i pakistani conservatori, i quali considerano i matrimoni per amore una trasgressione. Ciononostante le lapidazioni in pubblico sono estremamente rare. “Non ho mai sentito di un caso del genere e la cosa più vergognosa e preoccupante è che questa donna è stata uccisa davanti a un tribunale”, ha commentato un noto avvocato e attivista per i diritti umani, Zia Awan, aggiungendo che spesso i pakistani che commettono violenze contro le donne vengono assolti oppure condannati a pene leggere perché le famiglie non denunciano i reati e la polizia non svolge le indagini adeguate.
                                                                          E’ UNA VERGOGNA!!!!!!!!!!!!!!!!!!