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opere incompiute

Tutto è iniziato con un video-denuncia accompagnato da un messaggio («Andate a controllare, questo è niente») inviato da un lettore al Corriere della Sera.

Il video aveva come protagonisti  3 grandi opere incompiute: l’ospedale di Penne, un carcere che doveva sorgere all’interno della vicina oasi del Wwf (di cui sono rimaste solo le mura di cinta) e un centro termale ridotto ai minimi termini.

Il quotidiano di Via Solferino ha deciso di vederci più chiaro, e ne è saltata fuori la solita storia tutta italiana fatta di sprechi, grandi progetti e nulla di concreto.

Leggendo l’articolo firmato da Antonio Crispino si scopre che, da qualche anno, una pioggia di miliardi è scesa su Pescara a provincia, ma non ha creato altro che edifici fatiscenti, strade abbozzate, strutture abbandonate.  Le opere fantasma sarebbero addirittura (anzi, almeno) 18. Tutte finanziate e tutte mai messe a disposizione della società.

Si parla di un centro benessere, costato 2 miliardi di vecchie lire (e tutt’ora finanziato), completamente distrutto da vandali che hanno risparmiato solo tre vasche termali da migliaia di euro. Un ex istituto professionale per la pesca, sito sul lungomare sarebbe dovuto divenire, dieci anni fa, un moderno  museo del mare. Invece non se n’è fatto nulla, come non s’è fatto nulla della Casa dello Studente. Qualcuno, 15 anni fa, ci ha messo un bel cartello, ma si è “dimenticato” di completare la struttura. Stesso triste  destino per l’Onmi, l’Opera Nazionale Maternità e Infanzia e per una casa di riposo per anziani (covo di drogati e disperati).

Il vero capolavoro dell’incompiuto, però, come si legge nell’articolo, è “una colonia marina costruita per la gioventù italiana del littorio nel 1936. Vista dall’alto ha la forma di un aeroplano proteso verso l’Adriatico. Un’opera faraonica lasciata marcire da almeno 30 anni. I lavori di recupero, nel corso dei decenni, hanno raggiunto circa 3 milioni e mezzo di euro. «Si doveva realizzare la città dei bambini, la città della scienza, la biblioteca mediateca provinciale, il luogo per celebrare i fasti della gastronomia abruzzese e tanto altro ancora – dice Massimo Palladini, ex presidente dell’Ordine degli Architetti di Pescara -“.

E queste sono, “solo”, le non opere più imponenti. Incompleti sono rimasti anche nodi ferroviari, potabilizzatori, interporto, case popolari, parcheggi, centrali idroelettriche, dighe e persino un bocciodromo.