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sangiovannimaggiore-kEYC-U46030223766581TRH-1224x916@CorriereMezzogiorno-Web-Mezzogiorno-593x443Un affresco del ‘500 è stato bucato con un trapano durante dei lavori di ristrutturazione che interessavano l’appartamento attiguo alla Cappella del Paleologo della Basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli, nel cuore della città partenopea. Si tratta della ‘Madonna in trono con San Pietro e un donatore’, un’opera di inestimabile valore per la città e per tutto il patrimonio culturale italiano.

La foratura è avvenuta nella mattinata del 14 aprile, o presumibilmente nella serata del 13, ad opera di alcuni operai che stavano lavorano alla ristrutturazione di un appartamento adiacente alla basilica. Secondo Luigi Vinci, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli e della Fondazione, il danno è molto grave e l’uomo si è definito incredulo in merito all’accaduto. L’antico dipinto è infatti uno dei più importanti di tutto il patrimonio artistico napoletano, un affresco che ogni anno attira tanti turisti italiani e stranieri, ma soprattutto gli appassionati di storia dell’arte che si recano nella basilica per ammirarlo.

La Cappella del paleologo dove si trova l’affresco è dedicata a Santa Maria dei Greci ed è inoltre un luogo di culto molto visitato dalla comunità greca che si trova a Napoli, nonché dai viaggiatori e turisti greci che affollano la città partenopea. Il danno chiede ora di essere quantificato e stimato, al fine di iniziare prima possibile un’opera di restauro efficace che possa riportare l’affresco all’antico splendore, anche se si tratta di un’operazione che si prevede difficile dal punto di vista tecnico, nonché molto costosa da affrontare per la stessa Basilica.

Non si tratta della prima volta che un’opera d’arte viene danneggiata da lavori di restauro e costruzione che avvengono nei palazzi adiacenti, ma il danno all’affresco partenopeo chiede di fare luce sull’evento, perché l’adiacenza dell’immobile alla basilica era nota a tutti. Bastava forse un pizzico di attenzione in più per non danneggiare una delle opere artistiche più belle e pregiate del patrimonio culturale del nostro paese.

vulcano-napoli-675Una scoperta molto interessante permetterà ai ricercatori scientifici di conoscere al meglio i tanti segreti geologici della Campania e in particolare del Golfo di Napoli, un’area ricca di mistero e forte di un fondale marino davvero unico nella sua conformità. Si tratta di un ‘duomosotterraneo, ovvero di un rigonfiamento che viene tecnicamente chiamato così e che attualmente è associato a delle emissioni gassose.

Il duomo è stato localizzato a 5 chilometri di distanza dal porto di Napoli e a 2,5 chilometri da Posillipo. I fautori della scoperta sono stati i ricercatori dell’Istituto per l’ambiente marino costiero e di geoscienze e di georisorse del Consiglio nazionale delle ricerche che appartengono all’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e che lavorano attivamente al Dipartimento di scienze della terra dell’università di Firenze.

Si tratta dei risultati che fanno seguito ai rilievi del progetto Safe 2014, i quali sono stati condotti a bordo di una nave oceanografica del CNR. Le ricerche e le rilevazioni sono quindi confluite in uno studio che è stato appena pubblicato sull’autorevole rivista Scientific Reports-Nature.

Secondo i ricercatori che hanno effettuato le rilevazioni, la struttura del duomo presenta un’altezza di circa 15 metri e copre un’area sottomarina di circa 25 chilometri quadrati. In associazione al duomo sono inoltre state scoperte 35 emissioni gassose e oltre 650 piccoli crateri. La nascita di questi fenomeni è ben chiara ai ricercatori e, grazie agli strumenti di nuova generazione, le rilevazioni possono essere state condotte con più precisione e permettere di tracciare una mappa dei fondali marini più completa, anche nelle motivazioni che l’hanno resa tale nel presente.

Gli studiosi hanno quindi ribadito che il duomo sottomarino non è assolutamente pericoloso anche se si tratta di un fenomeno che deve essere studiato con cura, in quanto si tratta pur sempre di una formazione di origine vulcanica.

ceo apple tim cook gayApple sbarca in Italia ufficialmente, e lo fa con l’apertura del primo centro di sviluppo APP di Europa che avrà sede a Napoli. Si tratta di un centro di studi e operativo decisamente importante, che fornirà agli studenti le competenze tecniche e la completa formazione per sviluppare applicazioni destinate all’universo iOS, ovvero il sistema operativo che viene montato in tutti i dispositivi dell’azienda di Cupertino.

Secondo il premier Matteo Renzi, si tratta di una sperimentazione molto interessante e di una realtà innovativa che potrà dare lavoro a oltre 600 persone nel territorio partenopeo. Secondo il premier, l’apertura del centro rappresenta infatti solo il primo passo per portare innovazione e occupazione in questa terra e a livello nazionale. Alla luce dell’arrivo di Tim Cook in Italia, Renzi si è inoltre rivelato pronto a discutere i dettagli dell’insediamento Apple, considerando il proficuo incontro del novembre scorso, durante il quale era stato affrontato lo spinoso tema delle pendenze fiscali di Apple nei confronti dell’erario italiano.

Dello stesso parere è Tim Cook CEO di Apple, che ha sottolineato l’importanza dell’Europa nei processi di creazione delle app, sia perché molti fra gli scienziati più interessanti hanno i natali in queste terre, ma anche perché Apple si propone interessata ad aprire il campo e ad aiutare tanti imprenditori italiani nello sviluppo di app che appartengono all’universo dell’azienda. Del resto, il successo galattico di App Store parla da solo, perché si tratta di una forza che coinvolge ben 1.4 milioni di posti di lavoro creati in Europa e che può offrire possibilità illimitate per chi sceglie di operare nell’universo delle app nel nostro presente.

Il centro di sviluppo App iOS verrà dislocato in un istituto partner di Apple che si trova a Napoli e il suo compito principale sarà quello d sostenere gli insegnanti per preparare migliaia di futuri sviluppatori. Si tratta di un progetto ambizioso, che potrà non solo completare la formazione di molti studenti, ma anche dare il via a progetti finora embrionali, che potrebbero tradursi in vere e proprie possibilità di impresa per tanti giovani del nostro paese.

pino-daniele-fabiola-638x425Il 5 gennaio del 2015 si è spenta una delle voci e delle personalità più intense del panorama musicale del nostro paese, Pino Daniele, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore dei suoi fan partenopei e non solo. Pino aveva infatti saputo scavalcare le barriere sociali e linguistiche della sua città, proponendosi come un cantautore amato e riconosciuto in tutta la penisola.

Molti sono stati gli eventi che l’hanno voluto omaggiare e ricordare a Napoli, città che gli ha dedicato una via e che con il concerto della fine dell’anno ha voluto celebrare la sua musica soul, il suo animo blues e le tante collaborazioni strette nel corso degli anni. Gli eventi si sono proposti quanto mai eterogenei e hanno abbracciato ogni angolo della città. Dal concerto tributo nella chiesa di Santa Maria dell’Aiuto, quartiere dove il cantante è nato fino ai tanti flash mob che sono nati spontaneamente nella città e che si sono svolti davanti al Gambrinus in piazza Trieste e Trento e nella via a lui intitolata; le occasioni per ricordare Pino Daniele sono state molte e tutte vere, ricche di originalità e sentite dalla cittadinanza.

Il lutto accadeva un anno fa e, oggi come in quei giorni di dolore, la città e i suoi abitanti si sono proposti di ricordare un cantante che con le sue parole, le sue musiche e le sue eccezionali interpretazioni ha saputo svelare il cuore più blues della città, facendola conoscere al mondo intero anche sotto il suono della regionalità del suo dialetto. Tanti sono stati gli amici, i collaboratori e i musicisti che hanno voluto rendere omaggio all’anniversario della sua scomparsa, perché Pino Daniele è stato un cantante che non potrà mai essere dimenticato, da chi lo ha amato come uomo e come musicista dall’immenso pregio artistico.

carabinieri-notteUn ragazzo di 17 anni è morto la scorsa notte a Napoli dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola di un carabiniere che, secondo una prima ricostruzione dei militari, sarebbe stato sparato “accidentalmente”.

È successo la scorsa notte nel quartiere Traiano di Napoli. I carabinieri del Nucleo Radiomobile di Napoli stavano operando il servizio di controllo del territorio quando hanno notato tre persone in sella ad uno scooter che stavano percorrendo, secondo la ricostruzione dei militari, con fare sospetto il viale Traiano

i tre giovani non si sono fermati all’alt ed è nato un inseguimento che si è concluso su via Cinthia, quando il conducente dello scooter in corsa ha perso il controllo del mezzo, urtando l’auto dei militari e cadendo a terra. Subito dopo uno dei sospetti, inseguito da un carabiniere, è riuscito a fuggire a piedi facendo perdere le tracce. Mentre l’altro militare stava procedendo a bloccare e a mettere in sicurezza gli altri due, ha accidentalmente esploso un colpo con la pistola d’ordinanza che ha raggiunto il ragazzo di 17 anni.
Il giovane è stato soccorso e portato all’ospedale San Paolo, dove poi è morto.

L’autorità giudiziaria, subito intervenuta sul posto, sta ancora dei testimoni per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.

Intanto i cittadini di Napoli hanno dato il via a dure proteste per l’accaduto. Un’auto della Polizia è stata completamente distrutta e un’altra è stata danneggiata dopo la morte del ragazzo. Ed è la polizia a presidiare l’ospedale San Paolo di Napoli, dove si è creata una situazione di tensione. Una ressa di persone, parenti e amici del 17enne ucciso, presidia infatti l’ala in cui è stata trasportata la salma a disposizione dell’autorità giudiziaria per l’autopsia.

sfratto protesta-2In Italia un affitto su due non viene pagato con regolarità. Oltre il 50% dei proprietari di immobili lamenta questa condizione, denunciando mensilità non pagate ed una perenne condizione di morosità da parte degli affittuari.

La maglia nera va alla città di Napoli, dove la percentuale sale al 60%, per poi scendere progressivamente a Roma, con il 45% e a Milano, con il 35. Questo è il dato che emerge da un’indagine dell’Adnkronos, condotta presso le associazioni territoriali che rappresentano sia i locatori che gli inquilini.

In media, circa il 25% del totale degli affitti registrati arriva a una situazione di insolvenza che giustificherebbe la richiesta di sfratto. Una soluzione che viene però rimandata il più possibile, per scarsa fiducia nella giustizia e con la prospettiva di ottenere una transazione che salvi almeno parte dell’affitto pattuito, con una rinegoziazione.

Si arriva alla richiesta di sfratto nel 10% dei casi. A certificare un trend che viene segnalato in continua crescita sono i dati sugli sfratti esecutivi nel 2013 pubblicati dal ministero dell’Interno, che confermano le indicazioni raccolte: i provvedimenti di sfratto emessi sono stati 73.385, in crescita su base annua del 4,4%. Tra i motivi, la morosità per l’89% dei casi.

Di fronte a questo scenario, per fare fronte all’emergenza abitativa, il Governo ha appena varato il fondo per la morosità incolpevole. Anche per il 2014 è stato prorogato il blocco degli sfratti per fine locazione.

L’obiettivo è quello di “garantire il rischio di morosità da parte di quei locatari, generalmente affidabili, che a causa della sfavorevole situazione economica che attraversa il Paese, si trovano momentaneamente in difficoltà”.

E’ rivolto agli inquilini residenti in comuni ad alta tensione abitativa dove siano già stati attivati bandi per l”erogazione di contributi in favore di inquilini morosi incolpevoli”. L’accesso al Fondo consente la sospensione temporanea del pagamento dei canoni di affitto.

ciro-esposito1.356x237Ciro Esposito è morto. La notizia che non avremmo mai voluto dare purtroppo arriva invece alle prime ore di questa mattina, alle 6.21 dal reparto di Rianimazione del Policlinico Gemelli, dove il tifoso era ricoverato da 50 giorni.

Le sue condizioni martedì si erano aggravate lasciando poche speranze di sopravvivenza. Ciro Esposito è morto “per insufficienza multiorganica non rispondente alle terapie mediche e di supporto alle funzioni vitali”, dichiara Massimo Antonelli, direttore del Centro rianimazione del Gemelli, il quale ha espresso, a nome del reparto “profondo cordoglio e vicinanza ai genitori di Ciro in questo momento di dolore per la perdita del proprio figlio”.

Ieri nello sconforto lo zio di Ciro aveva chiesto “giustizia legale” per quanto avvenuto durante la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, a Roma:” Speriamo ormai solo in un miracolo, le responsabilità sono molte, vogliamo la rimozione del questore di Roma oltre la condanna di quel fascista di Daniele De Santis, perché c’è stato un problema di ordine pubblico innegabile. E vogliamo che non sia più violenza in nome di Ciro, mai più. Vogliamo giustizia, non vogliamo che il nome di mio nipote sia usato per altre violenze. Ma il questore e il prefetto di Roma devono dimettersi”.

Il legale della famiglia ha chiesto il lutto nazionale: “All’alba il cuore di Ciro si è fermato, chiediamo per il lutto nazionale per il nostro ragazzo” ha affermato l’avvocato che è anche presidente della municipalità di Napoli di cui fa parte il quartiere di Scampia, zona di Napoli dove Ciro viveva con la famiglia.

Lo stesso avvocato ha chiesto che l’ultimo saluto al giovane gli sia dato nell’auditorium del quartiere, con tutti i napoletani. “Per noi adesso è il momento del dolore, ma il nostro obiettivo è riportare Ciro al più presto a casa e stiamo lavorando per poter accelerare i tempi e ripartire per Napoli” ha commentato invece lo zio del tifoso napoletano.

“Speriamo che almeno su questo ci sia un po’ di pietas umana e ci venga evitato un lungo strazio anche per tornare a casa” ha proseguito l’uomo riferito al fatto che ci vorrà un’autorizzazione della magistratura perché c’è un’inchiesta in corso e potrebbe essere richiesta un’autopsia.

“Non si faccia violenza nel nome di Ciro”. E’ l’appello lanciato da Enzo, lo zio di Ciro Esposito. “Invitiamo a mantenere la calma  non vogliamo altra violenza, ma solo rispetto per Ciro”.

ACF Fiorentina v Calcio Catania - Serie ATra le partite di stasera spicca il big match tra Fiorentina e Napoli. Una partita che vale molto per entrambe le squadre che non possono concedersi passi falsi; i viola devono restare attaccati al treno che porta al terzo posto e con una vittoria stasera possono scavalcare l’Inter e collocarsi a meno uno proprio dai partenopei. Il Napoli dal canto suo con un successo resterebbe in scia della Roma, attesa stasera ad un facile match contro il Chievo in casa.

Interessanti le quote del match, la Fiorentina è data vincente a 2.60 mentre il successo del Napoli è quotato 2,70. Il pareggio viene quotato 3,15. Consigliamo la giocata ”goal”, data a 1,60. La marcatura di entrambe è probabile data la vocazione offensiva che entrambi gli allenatori hanno conferito alle loro squadre.

Veniamo ora alle probabili formazioni della partita:

FIORENTINA (3-5-2): Neto; Roncaglia, Compper, Savic; Cuadrado, Mati Fernandez, Pizarro, Borja Valero, Pasqual; Joaquin, Rossi. Allenatore: Montella.

NAPOLI (4-2-3-1): Reina; Maggioo, Cannavaro, Fernandez, Armero; Dzemaili, Behrami; Callejon, Hamsik, Insigne; Higuain. Allenatore: Benitez.