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medicoIeri sera, in una seduta al fulmicotone che sembrava essere scandita da una sorta di conto alla rovescia, la commissione di Bilancio della Camera ha approvato le assunzioni straordinarie di personale medico ed infermieristico, le quali si baseranno su contratti flessibili fino al mese di luglio. La votazione si inserisce in una fase di ricognizione che si propone di essere rivista entro marzo, e che prevede un concorso straordinario destinato per il 50% ai precari che operano nel settore medico-sanitario nel nostro paese.

L’emendamento può far fronte alla normativa UE, la quale è stata chiesta di essere rispettata dall’Europa stessa, ma non è bastato per far annullare lo sciopero del personale medico-ospedaliero che è stato indetto per oggi mercoledì 16 dicembre. Si tratta di uno sciopero dalle proporzioni importanti, in quanto oltre 200mila medici hanno deciso di scioperare, annullando in questo modo oltre 2milioni di visite e di esami e 40mila interventi chirurgici.

Secondo i sindacalisti di settore, si tratta di un’opera in difesa del Servizio Sanitario Nazionale, che si propone di combattere i tagli che sono stati previsti ai cittadini in materia di sanità, i quali rischiano di penalizzare la qualità del servizio. Si tratta, in ogni modo, di uno sciopero controllato, perché il personale medico-sanitario garantirà la gestione delle emergenze, sebbene le ‘scocciature’ per chi aveva fissato visite mediche e operazioni possano essere rilevanti.

La dignità della professione è ciò che viene rivendicato mediante lo sciopero, indotto in seguito alla notizia della cancellazione dalla attuale legge di stabilità di un emendamento che avrebbe dovuto dare il via all’assunzione di 6mila medici e infermieri preposti ad affrontare l’emergenza nei turni di lavoro. Lo sciopero odierno si propone quindi come una manifestazione importante, che non veniva messa in atto da molto tempo e che mira a sensibilizzare la cittadinanza sulle condizioni di lavoro del personale medico ospedaliero.

caso cucchi assoltiSono stati tutti assolti, anche i medici, tutti coloro che erano indagati per la morte di Stefano Cucchi, geometra romano arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto dopo circa una settimana all’ospedale “Sandro Pertini”. Si tratta della sentenza della Corte d’appello di Roma. In primo grado i giudici avevano condannato i medici per omicidio colposo.

La motivazione della Corte è stata l’insufficienza di prove; così sono stati assolti oggi sei medici, tre infermieri e tre agenti della penitenziaria. La madre di Stefano Cucchi però non si rassegna, e dichiara: “Mio figlio è morto un’altra volta. Questa sentenza è assurda“. La sorella Ilaria, invece, è scoppiata in lacrime quando è stata letta la sentenza.

Una storia davvero assurda, quella di Stefano Cucchi, ucciso dalla giustizia secondo la sorella Ilaria, da sempre in prima linea per la battaglia della verità e della giustizia sul caso di Stefano: “La giustizia malata ha ucciso Stefano. Mio fratello è morto in questo palazzo cinque anni fa, quando ci fu l’udienza di convalida del suo arresto per droga, e in quel caso il giudice non vide che era stato massacrato. Si è spento da solo tra dolori atroci. Attenderemo le motivazioni e andrò avanti. Chi ha commesso un errore deve pagare, ma non con la vita come mio fratello”. Intanto, i familiari hanno annunciato il ricorso in Cassazione. Il Comune di Roma proprio oggi ha deciso di intitolare una via o una piazza a Stefano Cucchi. L’assemblea ha così approvato la mozione presentata dal capogruppo di Sel, Gianluca Peciola, sottoscritta da tutta la maggioranza di sinistra e dal Movimento Cinque Stelle. Chissà che prima o dopo non venga fatta luce su una vicenda fin troppo triste. Chi ha ucciso Stefano Cucchi? Come si spiegano le ferite e le contusioni sul suo corpo? E chi ha avuto la responsabilità di non vedere quello che era successo?

corsia-ospedaleDue medici sono stati indagati dalla procura di Pisa per peculato. I due, un uomo di 47 anni ed una donna di 40 anni, avrebbero fatto sesso estremo utilizzando gli strumenti medico chirurgici per le loro intime pratiche sadomaso. L’indagine è scattata a seguito del ritrovamento di materiale fotografico all’interno di una pennetta usb, lasciata nella tasca del camice consegnato in lavanderia.

Dalle foto ritrovate nella pennetta, oltre ad altro materiale di file e documenti, si è risaliti al medico e alla sua partner. Entrambi però hanno ammesso che si tratta di private pratiche sessuali che non hanno mai coinvolto altre persone. Questioni private dunque, seppure estreme, ma che non hanno permesso di aprire l’inchiesta per lesioni personali.

Addirittura alcune foto riguardano punti di sutura in zone intime ma ciò è stato ammesso dalla donna come voluto e non subito. Resta da chiarire se la strumentazione utilizzata dai due medici fosse dell’ospedale in cui operano oppure degli studi privati di cui fanno parte.

NEWS_114720I medici della clinica romana dove e’ ricoverato Marco Pannella dicono che il leader radicale deve assolutamente interrompere il suo digiuno.

Pannella, si legge nel bollettino medico,”è stato sottoposto ad una serie di accertamenti, tra i quali un esame bioptico, per definire la natura di un processo espansivo polmonare”.

Si attendono i risultati per prendere eventuali terapie ma preoccupano le condizioni fisiche di Pannella a causa dello sciopero della fame e della sete, e un digiuno prolungato. Occorre allora sospendere “immediatamente” la protesta che il leader radicale sta portando avanti.

Pannella è stato dimesso dalla clinica nella mattinata di sabato, ed i medici curanti “sono in attesa dell’esito completo degli accertamenti per poter stabilire gli opportuni provvedimenti terapeutici”.

Pannella ha comunque partecipato alla presentazione del rapporto “Nessuno tocchi Caino”, l’associazione che si batte per la moratoria universale della pena di morte e della tortura. Pannella ne e’ presidente.

Il bollettino però sottolinea che “nonostante un evidente stato di denutrizione testimoniato da un peso di 75 kg, durante la degenza ha continuato il digiuno totale per cibi solidi e liquidi”. Digiuno che secondo i medici andrebbe subito interrotto: nel bollettino infatti affermano che “è assolutamente necessario sospendere immediatamente il digiuno, onde evitare che una ulteriore, inevitabile compromissione dello stato generale di salute renda inattuabili tali decisioni”.

Il leader radicale ha intrapreso uno sciopero della fame e della sete per chiedere il miglioramento delle condizioni dei detenuti delle carceri italiane.

Sono sette i medici che sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo in merito alla morte di Cristina Mencarelli, giovane promessa del canottaggio morta in seguito ad un intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore benigno. Ad individuare i sette medici presunti colpevoli è stata la Procura di Civitavecchia: tutti i medici lavorano al San Filippo Neri e hanno precise responsabilità per quanto accaduto alla 16enne.

Secondo quanto riporta l’edizione odierna de ‘Il Messaggero’, i medici non si sarebbero resi conto che la situazione stava degenerando. Il tutto risale a fine 2011, quando Cristina Mencarelli viene portata in ospedale dai genitori dopo aver accusato forti emicranie. I medici le diagnosticano un tumore benigno all’ipofisi e intervengono il 22 dicembre. Dopo qualche giorno, Cristina sta ancora male e il 26 dicembre finisce in coma, morendo il 2 gennaio.

  Sanità in Puglia: 1600 tra medici e infermieri entro l’estate. L’annuncio è arrivato quest’oggi da Bari e dalle labbra del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, il quale ha incontrato i giornalisti affiancato dall’assessore alla Sanità, Elena Gentile.

Entrano immediatamente nel sistema 800 unità tra medici e infermieri ed altre 800 entro l’estate. Ora ci sara’ ossigeno – ha detto Vendola -. Eravamo al collasso, colpa del blocco del turn over. Abbiamo usato questa fase drammatica per riflettere approfonditamente su come si potesse modernizzare il sistema dell’offerta sanitaria“.

I medici e gli infermieri verranno distribuiti nelle diverse strutture ospedalieri in base alle necessità di ogni singolo ospedale. In testa alla graduatoria c’è il Policlinico di Bari. “Da oggi cambia la musica per tutti: a nessuno è consentita sciatteria o indifferenza nei propri doveri. L’epoca della tolleranza è finita. Abbiamo i macchinari, abbiamo il personale, da oggi ognuno si assume proprie responsablità“, ha concluso Vendola.