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img1024-700_dettaglio2_Benigni-legge-la-CostituzioneGag e battute esilaranti, condite come sempre da un pizzico di invito alla riflessione. Questo è stato lo spettacolo che Roberto Benigni ha regalato a chi ha partecipato alla presentazione dell’ultimo libro di Papa Francesco ‘Il Nome di Dio è Misericordia’, che si è tenuto ieri nelle stanze del Vaticano.

Il comico toscano ha letteralmente imbonito la sala con i suoi riferimenti alla gioventù, perché quando tutti gli chiedevano cosa volesse fare da grande lui rispondeva che voleva diventare papa. Notando che con questa riposta suscitava l’ilarità di tutti, decise di fare il comico, una carriera che sta portando avanti da anni con felicità di tutto il mondo.

Benigni ha quindi presentato il volume, affermando che solo un papa lungimirante di idee e aperto al dialogo poteva chiamare per presentare il suo volume un vescovo veneto, il cardinale Parolin, un prelato cinese e un comico toscano. Un trittico alternativo ma efficace, che ha presentato il primo libro del pontefice in modo leggero, ma sottolineando la vocazione rivoluzionaria di papa Francesco, facendo riferimento anche alla presenza di Eugenio Scalfari in platea, definito ‘rivoluzionario fra i rivoluzionari’.

Benigni ha quindi proseguito il suo discorso raccontando che appena ricevuta la telefonata che chiedeva di partecipare all’evento ha detto subito di sì, senza neanche sapere quale era la richiesta, perché per questo papa farebbe di tutto, la guardia svizzera o anche guidare la sua automobile. Invece il comico toscano è stato scritturato per partecipare ad una presentazione molto sui generis, ma che sicuramente ha contribuito a dipingere con semplicità e leggerezza l’uscita del volume del pontefice, prima delle opere dedicata alla riflessione del nostro presente sotto il punto di vista della chiesa cattolica.

UnbrokenLouis Zamperini è morto, il comunicato della famiglia:”Dopo aver combattuto per 40 giorni per la sua vita, se n’è andato serenamente alla presenza della sua intera famiglia, lasciandosi alle spalle un’eredità che ha toccato così tante vite. Il suo indomabile coraggio e spirito combattente non è mai apparso più chiaro che in questi giorni”.

Louis Zamperini, un italo-americano, poco conosciuto in Italia ma  noto negli Stati Uniti, è il protagonista di un libro uscito nel 2010 e intitolato “Unbroken”, scritto da Laura Hillenbrand.

Angelina Jolie gli ha reso omaggio con Unbroken, ma Louis Zamperini non vedrà il film a lui dedicato.

Uscirà a Natale Unbroken, secondo film da regista di Angelina Jolie con cui la star hollywoodiana, grazie alla sceneggiatura di Joel e Ethan Coen , racconta la storia di Louis Zamperini, atleta ed eroe di guerra americano durante la Seconda Guerra Mondiale. Sopravvissuto in una scialuppa per 47 giorni dopo l’abbattimento del suo aereo, Zamperini fu ‘salvato’ dai Giapponesi, che lo rinchiusero in un campo di prigionia.

“È una perdita impossibile da descrivere , ha detto l’attrice,  ci mancherà tantissimo, ma siamo grati per averlo incontrato e per aver potuto così arricchire le nostre vite”.

Anche Louis aveva apprezzato Angelina. Lo scorso maggio era stato nominato gran maresciallo della Rose Parade 2015 di Pasadena,

Accettando l’onorificenza, Louis aveva ricordato come Laura Hillenbrand, durante le sue ricerche per il libro, avesse chiesto di intervistare i vecchi amici del college e dell’esercito del protagonista. “Ora che il libro è finito”, aveva spiegato Louis, “tutti i miei amici sono morti. È triste realizzare che li hai persi, ma ora ho una nuova amica, Angelina Jolie. Lei mi vuole bene davvero, mi abbraccia e mi bacia. Quindi, non mi posso lamentare”.

 

 

 

castro-okEx bodyguard  Juan Reinaldo Sánchez ha scritto insieme al giornalista francese Axel Gylden un libro “La Vie Cachée de Fidel Castro”,  La vita nascosta di Fidel Castro.

Ex bodyguard descrive la vita del  Lider maximo durante i diciasette anni in cui ha prestato servizio. Contrariamente a quello che ha sempre raccontato,” Fidel non si è mai sentito obbligato a seguire l’austera vita del buon rivoluzionario , si legge nel libro , e non ha mai rinunciato ai comfort offerti dal capitalismo”.

Che a sentire Sánchez comprendevano l’Aquarama II, uno yacht superlusso alimentato da quattro propulsori spediti a Castro direttamente dal presidente dell’allora Urss, Leonid Brezhnev, e l’isola privata di Cayo Piedra, a sud della Baia dei Porci, dove Fidel intratteneva selezionatissimi ospiti come Gabriel García Márquez, senza dimenticare l’immensa tenuta de L’Avana completa di pista da bowling, campo da basket e centro medico perfettamente attrezzato. “Castro non andava mai da nessuna parte senza due donatori di sangue e almeno dieci guardie del corpo, una delle quali doveva segnare ogni cosa che faceva su un blocco degli appunti “per la storia”, continua Sánchez  . E poi spiava chiunque, compreso Hugo Chávez, e teneva sempre una pistola nei piedi quando era sulla Mercedes presidenziale”

Ma della vita di Fidel nessuno ne parlava, e di sicuro nemmeno la stampa, i cubani non immaginavano certo la vita da nababbo e le tante amanti del loro idolatrato Lider maximo. “Fino agli anni Novanta non ho mai fatto troppe domande su come funzionasse il sistema perché è così che fanno i bravi soldati, limitandosi ad eseguire gli ordini” , racconta ancora l’ex bodyguard. “Vedevo Castro come un dio, mi bevevo ogni sua parola, credevo a tutto quello che diceva e lo seguivo ovunque, tanto che sarei morto per lui. Ma poi ho capito che aveva mentito, per lui la ricchezza era uno strumento di potere e sopravvivenza politica ed era convinto che Cuba fosse di sua proprietà”.

“È la prima volta che qualcuno della cerchia intima di Castro, uno che era parte del sistema e che ha assistito agli eventi in prima persona, decide di parlare dice, Axel Gyldén al Guardian ,  e questo racconto cancella l’immagine che abbiamo sempre avuto di Fidel, che con il suo stile di vita non contraddiceva solo le sue stesse parole, ma la sua stessa psicologia e le motivazioni che lo muovevano”.

Il libro uscirà il  prossimo 28 maggio per le edizioni Michel Lafon.

Madama-Sbatterflay-Luciana-LittizzettoMadama Sbatterflay, edito da Mondadori, è il monologo di sfogo e di critica della società e degli uomini, privo di censure, alla quale Luciana Littizzetto ci ha abituati da sempre. La sua lingua tagliente e pungente si ritrova anche nelle pagine del suo ultimo libro in cui la Littizzetto con fare ironico, e celando anche se non troppo una punta di cinismo, mette sotto la lente d’ingrandimento i difetti e le debolezze degli uomini. Anche in questo nuovo libro, parlando della jolanda e degli altri paesi bassi, crea una visione del mondo “una walterschauung” alquanto personale e priva di paraventi, ma allo stesso tempo strappando delle grosse risate.

 

“Non ci resta che ridere, care madame sbatterflay. Anche se lo spread sale e il walter scende, e a noi rimane solo il bandolero stanco, il nostro bell’addormentato nei boxer. Anche se in tempi di vacche magre (beate loro!), i politici fanno a gara a chi la combina più grossa, se Emi(nens) non paga l’Imu, il Berlu alza i tacchi, e l’uomo del Monti dice no. Se siamo passati dall’onorevole Bocchino all’onorevole Passera. Se certa gente non sa più cosa inventarsi: lo scaldawalter e il pisciavelox, i preservativi firmati e il certificato di garanzia per la jolanda. Se Belén va con Belìn, Carlà è sempre più snob e George Clooney sempre più tronco di pino.”

se-ti-abbraccio-non-aver-pauraVenerdì 13 aprile è stata trasmessa la puntata finale  de Le Invasioni Barbariche, presentata da Daria Bignardi; tra gli ospiti Franco Antonello, che ha raccontato il contenuto del libro Se ti abbraccio non aver paura.

Franco Antonello è papa di Andrea, ragazzo autistico di 18 anni. Con lui ha fatto un viaggio durato tre mesi, in moto ed in auto in America, ed è questo il tema del libro, scritto da Fulvio Ervas, pubblicato da Marcos y Marcos, da giovedì in vendita.

Il romanzo narra la storia del viaggio attraverso Stati Uniti e Brasile di Franco Antonello e di suo figlio Andrea, appena compiuti 18 anni. Per scrivere il libro, Franco Antonello ha parlato con Fulvio Ervas per più di un anno, per riuscire a spiegare le sensazioni, gli abbracci con persone sconosciute e la simpatia, nata per una ragazza brasiliana da parte di Andrea.

La decisione di intraprendere questo viaggio è nata in Franco all’improvviso, pur consapevole che i ragazzi autistici hanno necessità di avere nelle proprie giornate tutte le azioni programmate. Così si parte per le Americhe, con l’intento di fermarsi solo quando sopraggiungeva la stanchezza.

Andrea comunica attraverso il computer e la comunicazione facilitata, con il suo papà e con tutti. Così prima di partire, il papà ha chiesto ad Andrea, che tipo di viaggio avrebbe preferito, se un viaggio tranquillo o con feste, la risposta di Andrea sul monitor è stata; Tranquillo e feste.

Daria Bignardi ha chiesto se Franco non avesse avuto mai paura di perdere Andrea, durante gli spostamenti e lui racconta che gli ha spiegato cosa fare nel caso dovesse perdersi, stare vicino ad un poliziotto, se passa in zona oppure aspettare in un bar.

La trasmissione è stata l’occasione per far conoscere la patologia dell’autismo, di cui non si conoscono ancora le cause e nemmeno le possibili cure. Il libro Se ti abbraccio non aver paura, è in libreria dal 12 aprile. Il titolo, spiega il papà di Andrea, nasce da una maglietta, che da piccolo Andrea indossava, visto il modo di comunicare con le persone con un  abbraccio ad altezza pancia. E le persone spesso si spaventavano, così nasce l’idea di far mettere la maglietta ad Andrea.

Qui il link al sito: www.andreaantonello.it