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2011_tablets_preco_isencao_fiscal_f_001Dicembre mese di bilanci e di classifiche. E’ interessante scoprire che il popolo italiano si è proposto al primo posto nella classifica delle persone che impiegano internet in modalità mobile, quindi con l’impiego di smartphone, tablet e pc portatili. Il rapporto è stato stilato dalla Ofcom, l’Authority tlc inglese, e si è impegnato a fotografare anche altre abitudini dei cittadini europei, come l’affetto per la carta stampata, la pratica di guardare la televisione e anche l’impiego delle postazioni fisse per navigare nel web.

Ebbene, se gli italiani si propongono primi per quanto interessa l’impiego della rete in modalità mobile, non si può dire altrettanto dell’impiego fisso, visto che il nostro paese è fanalino di coda per quanto riguarda i servizi di banda larga fissa.

Il rapporto ha interessato Francia, Svezia, Spagna, Germania, Regno Unito e appunto l’Italia e si è occupato di intervistare una media di mille cittadini per ogni singolo Stato. Alcuni risultati, come quello relativo alla mobilità, sono stati molto interessanti, ma gli italiani si sono proposti ai vertici anche per quanto riguarda la lettura dei giornali cartacei e poco inclini a guardare la televisione, visto che il 12% della popolazione stando alle stime raccolte non lo fa per niente.

La ricerca si è quindi occupata di analizzare le abitudini mediatiche dei cittadini dell’Unione europea, rivelando che l’Italia è all’ultimo posto per quanto riguarda la banda larga fissa, sia per fruizione che per costi. Del resto, si tratta di un argomento spinoso, che chiede di essere affrontato sia per quanto riguarda la rete delle aziende ma soprattutto dei privati, che al giorno d’oggi sono costretti ad impiegare metodi obsoleti rispetto agli altri paesi del mondo e a pagarli profumatamente.

La cattiva qualità della rete fissa deve quindi essere sanata, perché il vertice raggiunto dall’impiego mobile dimostra che gli italiani usano la rete, ma non conoscono le potenzialità in termini di prestazione e di risparmio che una buona rete fissa potrebbe apportare nella vita di ogni giorno. Servono quindi manovre in questo senso, che possano portare la banda larga fissa in tutto il paese e diminuire l’impiego delle stazioni wi fi, sempre più sotto accusa in quanto poco benefiche per la salute e passibili di prestazioni che potrebbero essere decisamente migliorate dal punto di vista della resa e della velocità di connessione.

carta-diritti-internetInternet è ormai diventato parte della nostra vita a tal punto che non possiamo più evitare l’argomento: serve una carta dei diritti degli utenti di Internet, per far sì che il web non sia più quel terreno incolto che è stato in passato. Servono diritti, regole, insomma una Carta in tutto e per tutto, votata dal Parlamento italiano. La Dichiarazione dei diritti di Internet è stata presentata a 27 parlamentari europei della presidente della Camera Laura Boldrini, che ha fortemente voluto in passato l’esistenza di una commissione di esperti e parlamentari, guidati da Stefano Rodotà.

In breve, sono 14 i punti essenziali, che dal 27 ottobre saranno aperti a commenti su una piattaforma online creata per l’occasione. Per quattro mesi si potrà discutere, correggere, rivedere ognuno di questi punti. La strada è ovviamente ancora lunghissima, soprattutto se si considera l’obiettivo finale di Rodotà, quello di inserire la Carta nella nostra Costituzione. Tra i diritti che la Carta riconosce, ci sono quello di accesso: tutti devono poter accedere ad Internet “con modalità tecnologicamente adeguate e aggiornate che rimuovano ogni ostacolo di ordine economico e sociale”. Il divario tecnologico tra ricchi e poveri, tra giovani e meno giovani, è ancora troppo largo per far sì che questa sia una realtà. Si fa un cenno particolare alle persone con disabilità.

C’è poi un riferimento alla neutralità della Rete, alla tutela dei dati personali – vero punto nodale da risolvere, con tutto quello che comporta, anche il diritto all’oblio dei propri dati sensibili – all’inviolabilità dei sistemi e dei domicili informatici: ovvero, senza un’autorizzazione dell’autorità giudiziaria è vietato l’accesso ai dati della persona che si trovino su dispositivi personali. C’è un diritto all’identità e il suo opposto, il diritto all’anonimato. La sicurezza in rete deve poi essere “garantita come interesse pubblico, attraverso l’integrità delle infrastrutture e la loro tutela da attacchi esterni, e come interesse delle singole persone”. Presto sapremo se questa Carta sarà approvata dal Parlamento europeo e italiano.

rubrica-aziendaleFinalmente gli utenti scontenti dei prezzi e dalla scarsa qualità dei servizi, imparano a liberarsi di quei fornitori che fanno sprecare denaro e tempo, con i servizi che ci vendono. Nel 2013 ben il 63% degli italiani ha cambiato almeno uno dei suoi fornitori.

Tutto è entrato in discussione,  le utenze domestiche,gas e luce, la telefonia fissa e mobile, Internet, servizi bancari, i voli. la Tv a pagamento, le assicurazioni, infatti si parla ormai di una “switching economy”( un’economia legata al cambio del fornitore) e l’Italia è al terzo posto dopo la Germania e la Gran Bretagna.

Le cifre dal punto di vista aziendale sono considerevoli, nel nostro paese il mercato si aggira sui 150 miliardi di euro.

I consumatori hanno la possibilità attraverso il web di confrontare e valutare le tante offerte, e quindi di poter scegliere in base alla qualità dell’offerta e del prezzo, i nuovi consumatori italiani sono molto più attenti e informati e, se ritengono di aver ricevuto un servizio scarso o pensano che stanno sprecando soldi con un servizio troppo costoso e deludente sul piano dei risultati ,non ci pensano due volte a cambiare fornitore.

E’ un’altro segnale della maturità degli italiani contro gli sprechi, gli utenti insoddisfatti dei prezzi o della cattiva qualità di un servizio passano in blocco alla concorrenza, così risparmiano e costringono le aziende a essere più oneste e non barare.

00025404Per l’agenda digitale si apre una nuova fase ma l’Italia rimane fanalino di coda nell’uso di tecnologie.

La banda larga raggiunge il 99% della popolazione dell’Unione europea ma gli italiani si confermano agli ultimi posti nell’utilizzo di internet. Il 37% degli italiani non ha mai utilizzato internet. Un dato peggiore si trova solo in Romania, Bulgaria e Grecia. 

Lo afferma il rapporto della Commissione europea sull’Agenda Digitale. Il vice presidente dell’esecutivo di Bruxelles, Neelie Kroes, ha dichiarato che ”oggi la maggior parte degli europei è entrata nell’era digitale e intende approfittarne pienamente. Abbiamo risolto il problema dell’accesso a Internet, ma il divario digitale non si e’ colmato. Senza l’impegno di tutti a fare di più, rischiano di emergere in Europa sacche di analfabetismo digitale”. 

Un invito al  il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia, a cui è da poco passata la palla dell’Agenda digitale italiana ad impegnarsi a migliorare  il clamoroso ritardo che è stato da poco certificato anche dalla Camera. Il 68% della popolazione dispone di un abbonamento alla rete a banda larga (76% in Europa) ma la percentuale di quelle super veloci, da almeno 30 Mbps, è ancora inchiodata all’1% contro il 21% del resto dell’Unione. Frutto di una copertura sbilanciata: 21% nostrano contro 62% all’estero. Gli ancora più rapidi collegamenti da 100 Mbps sono invece ancora al palo. Deludente pure la copertura 4G LTE per i dispositivi mobili, disponibile per il 39% dei cittadini: bel salto rispetto al 10% del 2012 ma siamo tuttavia lontani dal 59% della media europea.

E va ancora peggio nell’uso di internet. Un dato su tutti: nel 2013 il 34% della popolazione continua a non aver mai avuto nulla a che fare col web. Gli utenti regolari, quelli che si collegano almeno una volta alla settimana, sono il 56%, ben sotto il 72% europeo. Mentre quelli frequenti, che cioè si connettono ogni giorno, sono il 54% contro il 62%. Una scarsa famigliarità con quell’universo parallelo che si ripercuote anche sul fronte delle competenze digitali: per il 60% degli italiani sono basse o inconsistenti (dati 2012). Una cifra che balza al 75% per pensionati, fasce poco istruite e disoccupati. Un vero dramma rispetto al 47% della media Ue. Soprattutto se considerato dal punto di vista della forza lavoro: in quelle fasce di popolazione, la più importante in termini di Pil, la metà non sa nulla di digitale.

Tra i paesi con la più alta ‘alfabetizzazione informatica’ ci sono l’Islanda e i paesi scandinavi dove appena il 5% della popolazione non ha mai utilizzato internet, mentre in paesi come Gran Bretagna e Germania la percentuale sale all’11%

Infinity è un servizio che, tramite il sito internet, o un’apposita app offre un catalogo di 5 mila titoli tra film, fiction, cartoni animati eccetera.

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Altrimenti c’è il noleggio ed è valida solo per i film in pay per view: i prezzi partono da 1.99 e avrete a disposizione 48 ore per guardare il film che avete scelto. Tutti i pagamenti avvengono tramite paypal o tramite carta di credito.

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chrome-panic-buttonL’utente che naviga in internet utilizzando Chrome può decidere su ogni pagina di impostare il PanicButton, premendo il tasto F4. Di cosa si tratta?

La nuova estensione del browser Google Chrome è quella di poter ripulire lo schermo di finestre, che non hanno niente in comune con il lavoro che si dovrebbe svolgere. Il tasto Panic Button nasconde le finestre aperte, vuoi che sia un social network, vuoi che sia l’accesso alla propria posta, solo per un momento. Successivamente, se si clicca nuovamente sul bottone anti-panico, si riapriranno le finestre. Oppure possiamo scegliere di non riaprire le schede di navigazione, e cancellare la cartella Temporary Panic nella sua cartella, Altri segnalibri.

Possiamo anche scegliere di personalizzare alcune opzioni, come la scelta del tasto per far sparire le finestre, inserire una password per inserire il Panic Button ed altro. Ecco di seguito il link del Chrome Web store https://chrome.google.com/webstore/detail/panicbutton/faminaibgiklngmfpfbhmokfmnglamcm

google+1-siti-consigliatiCon Google+1 è stato introdotta una nuova utilità sociale, inerente la possibilità di visualizzare i contenuti consigliati all’utente. Passando con il mouse sull’icona, si visualizzerà un elenco di contenuti consigliati. Questa funzione lanciata da poco tempo è ancora in prova.  Se ad esempio siamo nel sito Chrome Web Store e ci avviciniamo all’icona G+1 vedremo raccomandate alcune applicazioni Gmail e quelle che i nostri amici utilizzano.

Questa funzione sarà aggiornata nei prossimi weekend per tutti gli utenti, se volete potete iscrivervi anche nei forum o siti dedicati per esprimere la vostra idea in merito allo sviluppo della funzione sociale del tasto G+ 1.

La nuova funzione sarà applicata gratuitamente a breve per tutti i siti.

facebook-modifiche-commentoIl social network Facebook ha introdotto una nuova funzione, quella di modificare i propri commenti, anche dopo qualche giorno che sono stati pubblicati.

Questa funzione è stata molto richiesta dagli utenti di Facebook, perché la volontà di molti utenti, era quella di cambiare qualche parola del proprio commento scritto nella bacheca di un amico. E’ anche possibile che si voglia cancellare il commento stesso.
Come fare per rimuovere un commento? Basta cliccare sulla x in alto nello spazio del proprio commento, poi si seleziona Modifica, e si può riscrivere il commento a proprio piacimento. Dopo la modifica apparirà una scritta che ci informa, che premendo su Modificato, si potranno infatti visualizzare i cambiamenti effettuati.

La funzione introdotta dal social network, è anche quella di mantenere nel database lo storico delle modifiche del commento. Adesso si che si ragiona. Tocca a voi, ora provare.