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Fidel castro

100053866-0cf5715e-0ce8-415a-8ede-f0933cef2427Con l’apertura di Cuba verso i mercati internazionali, anche la moda è sbarcata nell’isola e in questi giorni si terrà la prima sfilata ufficiale della maison Chanel a La Havana. Per l’occasione è stato chiamato a sfilare un giovane di grandi promesse, Tony Castro, nientemeno che il nipote di Fidel. Karl Lagerfeld ha infatti voluto il giovane 19nne fra le fila dei modelli chiamati a presenziare a quella che probabilmente sarà la sua ultima collezione, che verrà presentata nell’incantevole cornice del Paseo dell’Avana Vieja.

Tony sembra quindi essere diventato l’attrazione più attesa della serata, forse più delle opere d’arte create da Lagerfeld, perché si tratta del nipote e di uno degli ultimi eredi della dinastia che per decenni ha segnato il destino di Cuba. Il giovane Tony è infatti figlio di Antonio Castro, detto anche lui Tony, terzogenito di Fidel, nato dal matrimonio con Delia Doto della Valle.

Il padre del ragazzo è noto sia per la sua volontà di ostentare la ricchezza di famiglia che per il suo carattere un po’ burrascoso. Presidente dell’associazione di baseball cubano, Tony Castro è salito agli onori della cronaca per avere fatto picchiare dei giornalisti intenti a fotografare il suo yacht di super lusso ancorato nelle acque della Turchia. Il giovane Tony seguirà le orme del padre? Stando al suo sguardo languido sembrerebbe di no, ma il lancio come modello per il jet set internazionale potrebbe aprirgli le strade ad una vita lontana dall’isola natia e molto distante dallo stile di vista alla quale gli isolani sono stati abituati nel corso dei decenni.

Karl Lagerfel ha dichiarato di avere voluto il ragazzo perché sa incarnare perfettamente lo spirito dei suoi capi, che fanno parte della collezione Cruize. Molte sono le star sbarcate all’Havana per assistere all’evento, far le quali la top Gisele Bundchen, l’attrice Geraldine Chaplin e l’eterea artista Tilda Swinton.

castro-okEx bodyguard  Juan Reinaldo Sánchez ha scritto insieme al giornalista francese Axel Gylden un libro “La Vie Cachée de Fidel Castro”,  La vita nascosta di Fidel Castro.

Ex bodyguard descrive la vita del  Lider maximo durante i diciasette anni in cui ha prestato servizio. Contrariamente a quello che ha sempre raccontato,” Fidel non si è mai sentito obbligato a seguire l’austera vita del buon rivoluzionario , si legge nel libro , e non ha mai rinunciato ai comfort offerti dal capitalismo”.

Che a sentire Sánchez comprendevano l’Aquarama II, uno yacht superlusso alimentato da quattro propulsori spediti a Castro direttamente dal presidente dell’allora Urss, Leonid Brezhnev, e l’isola privata di Cayo Piedra, a sud della Baia dei Porci, dove Fidel intratteneva selezionatissimi ospiti come Gabriel García Márquez, senza dimenticare l’immensa tenuta de L’Avana completa di pista da bowling, campo da basket e centro medico perfettamente attrezzato. “Castro non andava mai da nessuna parte senza due donatori di sangue e almeno dieci guardie del corpo, una delle quali doveva segnare ogni cosa che faceva su un blocco degli appunti “per la storia”, continua Sánchez  . E poi spiava chiunque, compreso Hugo Chávez, e teneva sempre una pistola nei piedi quando era sulla Mercedes presidenziale”

Ma della vita di Fidel nessuno ne parlava, e di sicuro nemmeno la stampa, i cubani non immaginavano certo la vita da nababbo e le tante amanti del loro idolatrato Lider maximo. “Fino agli anni Novanta non ho mai fatto troppe domande su come funzionasse il sistema perché è così che fanno i bravi soldati, limitandosi ad eseguire gli ordini” , racconta ancora l’ex bodyguard. “Vedevo Castro come un dio, mi bevevo ogni sua parola, credevo a tutto quello che diceva e lo seguivo ovunque, tanto che sarei morto per lui. Ma poi ho capito che aveva mentito, per lui la ricchezza era uno strumento di potere e sopravvivenza politica ed era convinto che Cuba fosse di sua proprietà”.

“È la prima volta che qualcuno della cerchia intima di Castro, uno che era parte del sistema e che ha assistito agli eventi in prima persona, decide di parlare dice, Axel Gyldén al Guardian ,  e questo racconto cancella l’immagine che abbiamo sempre avuto di Fidel, che con il suo stile di vita non contraddiceva solo le sue stesse parole, ma la sua stessa psicologia e le motivazioni che lo muovevano”.

Il libro uscirà il  prossimo 28 maggio per le edizioni Michel Lafon.