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La Brexit è alle porte: gli elettori inglesi faranno quello che la maggior parte degli altri elettori europei vorrebbe fare ma per il momento non può: sancire l’uscita definitiva e irrevocabile del proprio Paese dell’Unione Europea. Quali saranno le conseguenze di un atto così forte? Ne parliamo con gli esperti di OpzioniBinarieFx, uno dei più autorevoli siti per il trading on line di opzioni binarie in italiano.

Le conseguenze per la Gran Bretagna

Cominciamo con il dire che i britannici la Brexit sarà una specie di manna dal cielo: non dovranno più mantenere vita natural durante schiere di immigrati imposti dall’Europa. Si potrà continuare a immigrare in Gran Bretagna ma chi lo fa dovrà rimboccarsi le maniche e mettersi a lavorare, senza pretendere di farsi mantenere a vita. Altra conseguenza fortemente positiva per i sudditi di Sua Maestà sarà il calo delle tasse. Gli inglesi diventeranno più ricchi, il bilancio pubblico sarà più leggero e avranno più soldi da spendere (quelli che hanno risparmiato con le tasse). E più soldi da spendere significa che l’economia inglese crescerà ulteriormente. Non è un caso che la grande maggioranza degli inglesi sia per la Brexit malgrado i poteri forti cerchino in tutti i modi di contrastarlo.

Le conseguenze per l’Europa

Le conseguenze della Brexit per l’Europa saranno negative. L’Europa a livello economico perderà i contributi pagati dalla Gran Bretagna e dovrà anche far fronte ad una quota maggiore di immigrati il cui costo va ben oltre i 30 euro giornalieri che vengono ufficialmente conteggiati. Probabilmente il costo complessivo di ciascun immigrato ammonta ad almeno 300 euro al giorno. Questo calcolo, ovviamente, non include i danni, morali e materiali, frutto di condotte delittive che vengono messe in atto da immigrati (non è pregiudizio, è statistica: invitiamo il lettore ad esaminare la provenienza etnica della popolazione carceraria italiana). La stima, inoltre, non include l’evasione di imposte dirette e indirette e dei contributi previdenziali attribuibili agli immigrati (basti pensare ai tantissimi venditori ambulanti abusivi).
L’Europa perderà anche dal punto di vista politico: la dirigenza europea, burocratica e non eletta, ha portato l’Unione sull’orlo di questa crisi senza ritorno e gli inglesi lo faranno solennemente notare con il loro voto democratico.

Le minacce degli alti papaveri europei

E’ molto significativo il fatto che gli alti papaveri europei, invece di rispettare la democratica decisione di un popolo, abbiano deciso di provare a minacciarlo. In pratica alcuni dirigenti europei avrebbero minacciato la Gran Bretagna di barriere doganali in caso di vittoria della Brexit. Ora, per prima cosa mettere barriere doganali verso la Gran Bretagna quando l’Europa ha calato le brache di fronte a dittature come la Cina è una forte contraddizione. Farlo per reazione ad un voto democratico lo è ancora di più. Ma soprattutto, sarebbe una ritorsione dannosa che farebbe male solo all’Europa. Perché la Gran Bretagna è un grande cliente delle industrie europee. Porre ostacoli doganali signifa, semplicemente, che gli inglesi compreranno da qualche altra parte i prodotti di cui hanno bisogno. E i lavoratori europei? A spasso, magari mantenuti dalle casse pubbliche. Ma per i cialtroni che sono alla guida dei paesi europei, non è un problema. A loro interessano i principi. E se dei lavoratori innocenti devono pagare, ancora meglio. Potranno sempre dire che questi lavoratori hanno perso il lavoro per colpa della Brexit o del neoliberismo.

E il settore finanziario?

Nell’ambito della campagna di terrorismo psicologico contro la Brexit da più parti si fa notare che la Brexit avrebbe un impatto devastante sul settore finanziario, centrale per l’economia inglese. Baggianate. Certo le grandi banche e i grandi speculatori dovranno fare degli aggiustamenti organizzativi e magari questo ai CEO disturba un po’, ecco perché sono contro la Brexit. Dopo tutto loro le tasse non le pagano visto che di solito impiegano (legalmente e noi non abbiamo niente da ridire) complessi schemi di ottimizzazione fiscale. E tra l’altro non risentono nemmeno degli effetti nefasti della criminalità. Ma alla fine non succederà niente di irrecuperabile.

Conseguenze per chi fa trading online

Concludiamo con i consigli dello staff di OpzioniBinarieFx a chi fa trading online: la Brexit avrà sicuramente forti conseguenze sulla volatilità del mercato, saranno possibili fortissimi guadagni ma ci vuole coraggio per operare nei giorni della Brexit (23 giugno). Per chi non avesse un capitale adeguato, una buona preparazione e soprattutto tanto coraggio, molto meglio farsi una gita al mare ed evitare di fare trading online.

terrorismo brescia islamI governi dell’Unione Europea hanno fissato dieci punti per decifrare quella che fino a pochi giorni fa era solo una dichiarazione di intenti, mettendola nero su bianco per facilitare e rendere più incisiva la lotta contro il terrorismo. Si tratta di un documento che parla del controllo dei dati biometrici delle persone che entrano ed escono dai confini, del lancio di un programma nazionale contro la radicalizzazione del terrorismo e di uno scambio dei database per garantire l’accesso alle forze dell’ordine dei diversi paesi. Non solo, perché il documento si è impegnato a fissare nero su bianco come avverranno gli scambi di informazioni fra le intelligenze degli stati membri e prevede controlli sempre maggiori negli scali aeroportuali.

Il piano è stato annunciato dal ministro Angelino Alfano, il quale ha dichiarato che la sua stesura si è basata sul modello di quello varato dagli Stati Uniti nel febbraio dello scorso anno. Il piano si propone l’obiettivo di creare un efficace coordinamento fra gli enti, al fine di evitare la formazione di quartieri nelle città e nei paesi europei dove il radicalismo islamico può proliferare, come è avvenuto nel block di Molenbeek a Bruxelles.

Al tal scopo verranno realizzate delle apposite task force e verranno coinvolti anche gli enti pubblici come le scuole, i comuni e le ASL. Il punto di riferimento per il coordinamento è la prefettura e il piano prevede che vengano attuati dei massivi processi di rieducazione, nonché il lancio di progetti divulgativi sul web per diffondere fra la popolazione una ‘contro narrativa’ completamente opposta a quella dello stato islamico. Il progetto verrà quindi presentato al vaglio del consiglio entro i primi giorni di aprile per entrare in vigore in tempi brevi in tutti gli stati aderenti dell’Unione Europea.

La propaganda positiva si unirà quindi alla condivisione dei registri delle compagnie aeree, manovra finora bloccata dalla spinosa questione sulla privacy. I movimenti migratori verranno quindi monitorati al fine di contrastare attivamente la partenza dei cosiddetti foreign fighters e l’obiettivo è di creare un sistema di controllo dei dati biometrici che impiega le impronte digitali e il colore dei gli occhi per il controllo sei cittadini extracomunitari che entrano ed escono dai confini dell’Europa.

artita ExoMars, Europa su Marte in cerca di vitaLa Nasa ha recentemente assicurato che entro il 2030 il pianeta rosso potrebbe essere ‘colonizzato’ dagli esseri umani, e un primo gruppo di persone potrebbe finalmente camminare sul suo misterioso suolo. Marte si rivela essere il pianeta più affascinante per quanto riguarda la conquista terrestre, alla luce delle continue voci che si rincorrono e che vorrebbero sul territorio marziano la presenza di acqua o perlomeno di minerali che potrebbero aiutare la colonizzazione e rendere il pianeta vivibile.

La prima sonda che raggiunse Marte fu la storica Mariner 4 della Nasa. Era il 1965 e tanta strada è stata fatta da allora, perché già negli anni ‘70 due sonde Viking furono in grado di inviare immagini dettagliate del suolo marziano. Ecco quindi affacciarsi la nuova era, caratterizzata dalla fotografia digitale, con la costruzione di sonde sempre più raffinate e di strumenti in grado d fotografare il terreno in modo sempre più preciso. Con la tecnologia sono quindi arrivate le immagini mozzafiato inviate dalle sonde Spriti, Curiosity e Opportunity.

Ecco arrivare nel nostro presente Exomars, una spedizione che nasce dalla collaborazione fra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e quella russa (Roscosmos). Si tratta di una missione ambiziosa, che si impegna ad analizzare il terreno in modo profondo e soprattutto a indagare le tracce di vita sul pianeta rosso. Il costo di Exomars si aggira su 1,2 miliardi di euro e l’avventura spaziale si articolerà in due fasi.

La prima sonda è stata lanciata e ad essa verrà affiancata un’altra nel 2018, con a bordo il più sofisticato sistema mai costruito per esaminare ‘da vicino’ il suolo del pianeta. La missione si rivela essere fondamentale anche per l’Italia e per l’Europa intera, che vantano grandi partecipazioni al progetto.

Mario DraghiÈ un vertice carico di tensione quello che si sta tenendo fra Unione Europea e Turchia sulla questione dei migranti e che si svolgendo in questi giorni a Bruxelles. Giusto a pochi momenti dalla fine, il governo turco ha infatti richiesto ulteriori finanziamenti, oltre ai tre miliardi già previsti, i quali sembrano aver minato gli accordi intrapresi per ridurre il flusso delle persone in viaggio verso l’Europa. Oltre alla richiesta economica, Ankara avrebbe richiesto un accesso più veloce ai visti Schengen per i cittadini turchi e non da ultimo un canale preferenziale per il suo accesso all’Unione Europea. Si tratta di richieste molto importanti, che oltre alla questione puramente economica rischiano di far saltare gli accordi intrapresi.

Dal canto suo, il governo turco si impegnerebbe a ‘riprendersi’ indietro tutti i migranti che hanno raggiunto per vie illegali l’Unione Europea da una certa data in poi, senza valenza retroattiva. Si tratta di un bell’impegno, al quale farebbe seguito un meccanismo secondo il quale l’Unione Europea si impegnerebbe ad accogliere un profugo legale turco ogni profugo siriano riammesso in Turchia.

Secondo Schultz, la Turchia sta mettendo in atto ‘un tentativo di legare la crisi dei migranti con il procedimento di accesso all’Ue’ e il portavoce ha commentato che le due questioni hanno un valore completamente diverso e chiedono di essere analizzate in due sedi separate, mai assieme per non creare caos o favoritismi. Per alcuni si tratta di un vero e proprio diktat, che è finito sulle pagine dei rotocalchi per lo spregiudicato comportamento del premier turco Ahmet Davutoglu, pronto a collaborare in nome di future strategie europee che a quanto pare interessano prioritariamente il processo di ingresso nell’Ue dello Stato turco piuttosto che la risoluzione della spinosa questione dei migranti.

2011_tablets_preco_isencao_fiscal_f_001Dicembre mese di bilanci e di classifiche. E’ interessante scoprire che il popolo italiano si è proposto al primo posto nella classifica delle persone che impiegano internet in modalità mobile, quindi con l’impiego di smartphone, tablet e pc portatili. Il rapporto è stato stilato dalla Ofcom, l’Authority tlc inglese, e si è impegnato a fotografare anche altre abitudini dei cittadini europei, come l’affetto per la carta stampata, la pratica di guardare la televisione e anche l’impiego delle postazioni fisse per navigare nel web.

Ebbene, se gli italiani si propongono primi per quanto interessa l’impiego della rete in modalità mobile, non si può dire altrettanto dell’impiego fisso, visto che il nostro paese è fanalino di coda per quanto riguarda i servizi di banda larga fissa.

Il rapporto ha interessato Francia, Svezia, Spagna, Germania, Regno Unito e appunto l’Italia e si è occupato di intervistare una media di mille cittadini per ogni singolo Stato. Alcuni risultati, come quello relativo alla mobilità, sono stati molto interessanti, ma gli italiani si sono proposti ai vertici anche per quanto riguarda la lettura dei giornali cartacei e poco inclini a guardare la televisione, visto che il 12% della popolazione stando alle stime raccolte non lo fa per niente.

La ricerca si è quindi occupata di analizzare le abitudini mediatiche dei cittadini dell’Unione europea, rivelando che l’Italia è all’ultimo posto per quanto riguarda la banda larga fissa, sia per fruizione che per costi. Del resto, si tratta di un argomento spinoso, che chiede di essere affrontato sia per quanto riguarda la rete delle aziende ma soprattutto dei privati, che al giorno d’oggi sono costretti ad impiegare metodi obsoleti rispetto agli altri paesi del mondo e a pagarli profumatamente.

La cattiva qualità della rete fissa deve quindi essere sanata, perché il vertice raggiunto dall’impiego mobile dimostra che gli italiani usano la rete, ma non conoscono le potenzialità in termini di prestazione e di risparmio che una buona rete fissa potrebbe apportare nella vita di ogni giorno. Servono quindi manovre in questo senso, che possano portare la banda larga fissa in tutto il paese e diminuire l’impiego delle stazioni wi fi, sempre più sotto accusa in quanto poco benefiche per la salute e passibili di prestazioni che potrebbero essere decisamente migliorate dal punto di vista della resa e della velocità di connessione.

Abbiamo imparato a distinguere, con una certa lungimiranza, tra motivazioni di opportunità politica e ragioni di opportunità economica, il che non è lo stesso.
Ora riflettiamo, un attimo, sull’ingresso del 19° paese nell’Unione Europea. Voi siete veramente sicuri che le seconde prevalgano sulle prime? Se ci pensiamo, di comune intesa, sta aumentando il dialogo con l’Europa di tutti i neo-dissidenti con la Russia, tutti quei paesi che ancora si stanno rialzando da situazioni di interdipendenza economica con il gigante sovietico (ex Urss). A prescindere dalle posizioni di contrapposizione “politica”, pensiamo un po’ alle istanze egemoniche di Kiev. L’area baltica non è immune da tali regole del gioco.
Rappresenta o no l’Europa un “bocconcino” allettante, almeno se si ha ingordigia, con i fondi europei destinati ai neo-membri che abbiano rispettato le regole di adesione al patto? E su quest’ultimo punto, non è detto che le economie stiano seguendo delle orme strutturalmente “solide”. Abbiamo già assistito a tanti “trucchetti contabili” (Grecia compresa, pur di rientrare sullo scenario di borsa e molti hanno persino pensato che il movente dell’incendio della Norman Atlatic fosse quello del terrorismo politico, visti i climi di tensione post Europa e pre-elezioni)ed all’illusione del Pil che non riflette mai l’effettiva crescita dell’economia, dipendendo molto anche dall’influsso della bilancia commerciale.
La Lituania, l’Estonia e la Lettonia, il cosiddetto terzetto baltico, è in rapporti di “buon vicinato” con l’Europa e ha come voltato le spalle, politicamente ed economicamente parlando, alla matrigna Russia.
Questo fin quando si ha ingordigia…poi subentra la sazietà e si cominciano a tirare i conti degli eccessi: fastidiosi bruciori di stomaco. Quelli che noi abbiamo avuto quando i prezzi sono aumentati, all’indomani della conversione (ve li ricordate? 1 euro=1936,27), senza che ciò abbia comportato un aumento dei salari nominali, per tenere intatto il livello del potere d’acquisto. Quel deprezzamento dell’economia interna che è quasi una caratterista indotta dal passaggio alla moneta unica, secondo un artificio contabile.
Ci vogliono 3,45289 lita per ottenere 1 euro. Qual è la differenza con la lira che potrebbe, però, nostro malgrado non causare lo stesso effetto spirale-inflazione? I centesimi. In Italia non c’eravamo abituati, né all’atto della vendita né all’atto dell’acquisto: vi erano le 50 lire, le 100 lire, le 200 lire e direttamente le 500 lire. Scarti di grandezza di scala abbastanza elevati. Non per la lita dove gli ordini di grandezza in centesimi esistono già e si parte da monete da 1 centas. Quindi, i consumatori lituani si renderebbero conto abbastanza presto se i prezzi aumentano. A nostra differenza, noi ce ne siamo resi conto solo all’ultimo, dato che 1 euro sembrava poco, ma non era tale se prima per la stessa cosa si spendeva all’incirca la metà, a parità di stipendio. Quest’ultimo è stato, invece, convertito alla perfezione e non che vi sia stato il dovuto ri-adeguamento dei salari, sulla base della crisi industriale, ormai causata dal crollo dei consumi. Inutile parlare di uscita dall’Europa, semmai bisogna cercare delle alternative valide sul piano interno e della cooperazione internazionale, affinché l’influenza economica dell’Italia non diminuisca, soprattutto sul piano delle relazioni commerciali: unico segreto per rientrare a stampare una moneta, magari in doppio corso monetario, che sia prima di tutto accettata, il che non è scontato.

Ebola: Oms, peggior epidemia degli ultimi 40 anniPer sconfiggere il virus Ebola serve un lavoro comune di coordinamento europeo. Ecco le ultime novità riportate oggi dai giornali in merito alla terribile epidemia che sta terrorizzando non solo l’Africa, ma anche il mondo occidentale. E’ guarita l’infermiera spagnola che si era ammalata a Madrid, e a quanto pare anche la dottoressa norvegese, infettata durante un viaggio in Sierra Leone, non ha più il virus. L’annuncio ufficiale viene da Medici senza Frontiere: «Siamo felici nell’avere appreso che la nostra collega è guarita», ha detto un portavoce di Msf Norvegia, Jonas Haagensen.

Le terapie per guarire dall’Ebola sono però costosissime, stando a quanto si legge su Der Spiegel: il paziente curato in Germania è costato infatti due milioni di euro. L’uomo è già stato dimesso, ma le spese sono state davvero esorbitanti.

Intanto, si auspica la nomina di un coordinatore unico per la lotta contro il virus; tutti i ministri europei degli Affari Esteri unanimemente vogliono nominare un coordinatore europeo per la lotta contro l’Ebola. Ecco come si è pronunciato il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, alla fine della riunione del Consiglio Affari Esteri della Ue tenutosi oggi a Lussemburgo: «Il nome sarà scelto nei prossimi giorni». Probabilmente c’è già un nome nell’aria, ma i ministri mantengono il più assoluto riserbo. «È un passo molto importante perché è necessario che tutto il mondo lotti contro questa epidemia molto grave» ha affermato poi Fabius. Infatti, oltre ai paesi africani dove l’emergenza rimane grave, come Liberia, Sierra Leone e Guinea, ce ne sono altri che sono finalmente riusciti a fermare l’epidemia, come il Senegal e la Nigeria. 

Anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, venerdì scorso ha nominato l’avvocato Ron Klain come super commissario, ribattezzato “zar”, per l’emergenza sanitaria da Ebola nel Paese. L’esigenza di un coordinatore unico si fa quindi sempre più forte.

Grillofarage-300x225Il leader del Movimento 5 stelle a Strasburgo debutta alla riunione del gruppo Efdd a fianco del leader Ukip, e subito dichiara guerra a Renzi.

Al Parlamento Europeo Grillo ha detto che non vuole parlare con Renzi, ma dialogare direttamente con la Cancelliera tedesca Merkel e il Presidente designato della Commissione Europea Jean Claude Juncker”.

Alla domanda se è  pronto per l’Europa di Matteo Renzi, la risposta di Grillo è lapidaria e ricorda il famigerato incontro in diretta streaming:

“Qui siamo nell’Europa, nel mondo. Dobbiamo cambiare il mondo. Abbiamo una visione meravigliosa e lei mi viene con un passato remoto che non ha più assolutamente nessun tipo di interesse, almeno da parte mia”.
Nel suo intervento al gruppo Efdd, Europe of Freedom and Direct Democracy, di cui fanno parte il M5s e l’Ukip di Nigel Farage, Grillo attacca pesantemente l’europa e l’Italia:

“L’inno alla gioia? Usato da Hitler e dai più grandi killer della storia”.”Soldi all’Italia? L’Europa non li dia più perché finiscono nelle regioni dove ci sono le mafie”

“Io sono venuto qui a guardare i conti e a dire di non dare più i soldi all’Italia perché scompaiono in tre regioni: Sicilia, Calabria e Campania. Dove ci sono la mafia, la `ndrangheta e la camorra”.

Grillo attacca il neo presidente del Parlamento europeo: Schulz è venuto in Italia a fare campagna elettorale con i soldi pubblici, nostri, contro di me. Ha detto che sono un venticello che passa. Io sono un venticello che passa? Stai attento Schulz perché io ora sono qua con altri diciassette”

Sul leader dell’Ukip dice il leader del M5s : “Amo le persone come Farage, perché è uno che si emoziona . Ci siamo trovati subito. Noi abbiamo cambiato la politica in Italia, lui la vuole cambiare a Londra”.

“Se mi va male in Italia , ha aggiunto rivolgendosi al leader degli euroscettici , vengo a stare da te a Londra, preparati”.