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Finalmente una buona notizia: sono solo spiragli, flebili speranze, ma danno un po’ di fiducia nel mondo del lavoro italiano. Nonostante il tasso di disoccupazione sia ancora aumentato, infatti, a settembre il numero degli occupati è salito, e ben 82mila persone hanno trovato un posto di lavoro. Gli inattivi, cioè chi non ha un lavoro né lo cerca – sono diminuiti.

Festoso, il presidente del Consiglio Renzi ha twittato subito «l’Italia riparte», mentre il responsabile dell’economia del Pd Taddei parla di «un grande balzo degli occupati». Ottimista anche il ministro Poletti, che parla di un «dato che fa ben sperare». Forza Italia invece, con il deputato Luca Squeri, è meno allegro: «Governo e maggioranza evitino toni trionfalistici». Tra i sindacati, il numero uno Uil Guglielmo Loy afferma: «È sempre positivo quando la riduzione del tasso di inattività viene compensata da un aumento dell’occupazione e, seppur paradossale, da un incremento della disoccupazione. Ciò non toglie che restano immutate le forti preoccupazioni per l’ancora troppo elevato tasso di disoccupazione, soprattutto sul versante dei giovani». E’ vero dunque che il tasso di disoccupazione è salito al 12,6% dal 12,3 precedente, ma in contemporanea il mese scorso 82 mila persone in più hanno trovato un posto di lavoro.

Anche il settore giovanile va meglio: a settembre, come rilevato dall’Istat, sono occupati 930 mila giovani tra i 15 e i 24 anni, in aumento del 2,4%. Sempre più inattivi cercano lavoro, e diventano così disoccupati: in questo modo si spiega un aumento della disoccupazione, e nello stesso tempo un aumento del numero di occupati. Se più persone si mettono in gioco e cercano un lavoro, trovandolo spesso, questo è il segnale che la ripresa, anche se lentissima, sta avvenendo. Il tasso di occupazione è tornato finalmente a salire attestandosi al 55,9 per cento, dopo quattro mesi di stallo. Per l’Istat questo è «un primo segnale positivo dopo mesi in cui l’occupazione aveva raggiunto livelli minimi».

disoccupazione giovanileLa disoccupazione giovanile tocca la cifra record del 44,2%, superando ogni precedente record. Lo rende noto l’ISTAT, che segnala anche come sia il valore massimo sin da quando si fanno queste rilevazioni, sia a livelo trimestrale che annuale. Le cause della disoccupazione sono ormai note: il sistema produttivo è allo stremo, spezzato da una pressione fiscale e contributiva senza eguali nel mondo e sottoposto anhe ad un attacco concentrico da parte dell’Agenzia delle Entrate e Equitalia. Gli imprenditori che hanno ancora aziende in salute scappano velocemente dall’Italia, gli altri chiudono e qualche volta sono costretti al suicidio dalla stretta operata da Equitalia. Più di 500 imprenditori si sarebbero tolti la vita nel corso del 2014 perché sottoposti a procedure da parte di Equitalia.

In queste condizioni non è possibile pensare di fare assunzioni. Chi ha già un posto di lavoro è protetto dall’articolo 18 e dai sindacati, i giovani invece non hanno nessun tipo di garanzia. A loro non resta che accettare lavori precari oppure emigrare. In effetti esiste anche una terza opzione, che è poi quella favorita da molti, che consiste nel continuare a vivere mantenuti dai genitori. Tuttavia questa opzione non potrà durare a lungo, visto che il governo ha messo le mani anche sui patrimoni, non solo sul reddito. Pochi anni e anche i patrimoni accumulati dalle generazioni precedenti andranno in fumo.

lavoro-in-italia-occupazione-germania-640x479Uno studio dell’associazione Bruno Trentin della Cgil rileva che meno di un italiano su due in età da lavoro ha un impiego. I numeri parlano chiaro: l’Italia con un tasso di occupazione del 48,7%, superiore solo a quello della Grecia, si colloca al penultimo posto nell’Eurozona.

L’indagine analizza l’anomalia del tasso di occupazione. In Italia, infatti, ad un tasso di disoccupazione sostanzialmente in linea con la media europea (12,2% in Italia e 11,9% nell’eurozona a 18, secondo i dati del 2013) corrisponde un tasso di occupazione di quasi 8 punti inferiore rispetto alla media europea (48,7% in Italia, 56,2% nell’eurozona a 18, secondo i dati del 2013).

La spiegazione, secondo lo studio dell’Abt, è l’altissima percentuale di popolazione inattiva, che supera il 44% a fronte di una media europea del 36 per cento.

In Italia ci sono, infatti, circa 20 milioni di persone (In età compresa tra i 15 e i 74 anni) che si trovano in condizioni molto diverse e che comprendono anche studenti, pensionati, casalinghe o persone che semplicemente non cercano e non sono disponibili a lavorare. Tra queste, però, quelle inattive che vorrebbero lavorare, ricomprese dall’Istat nelle “forze di lavoro potenziali”, sono oltre 3,2 milioni.

“Una loro progressiva emersione renderebbe gli indicatori del nostro mercato del lavoro più in linea con quelli degli altri Paesi europei”, sostiene nello studio dell’Associazione Bruno Trentin.

Si tratta, infatti, di un consistente “esercito di disoccupazione di riserva”, che non sarebbe corretto sommare automaticamente ai dati ufficiali della disoccupazione ma che certo, sottolinea l’Abt Cgil, “insieme al tasso ufficiale di disoccupazione, salito al 13,6% nel primo trimestre del 2014, fornisce un quadro reale di quella che è la drammatica situazione del lavoro nel nostro Paese”.

Alfano – Ha in mente la ricetta per la ripresa dell’Italia. Oggi, il vicepremier Angelino Alfano, ha parlato con i giornalisti a margine della parata per la festa della Repubblica, rivelando come sia possibile vedere una ripresa del nostro Paese già nel 2013. Zero tasse per gli imprenditori che assumono disoccupati, via l’Imu, nessun aumento dell’Iva e semplificazioni per chi investe: “Se queste azioni funzioneranno noi potremmo avere una bella speranza per la seconda metà del 2013”.

Alfano – assunzioni di giovani senza tasse

Si passa poi a tornare a parlare di un argomenti importantissimo, ovvero il lavoro per i giovani. Negli scorsi giorni è emerso come il 42% dei giovani sia disoccupato: “Noi dobbiamo dare lavoro ai giovani. Chi assumerà questi ragazzi non dovrà pagare quelle tasse che fino ad oggi hanno rappresentato un disincentivo all’assunzione”.

Napolitano – In un’intervista esclusiva rilasciata al TG5, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha parlato in merito al lavoro e alla disoccupazione. In Italia negli ultimi anni la situazione è peggiorata, ma secondo il Capo dello Stato questo non è un problema solo italiano: “La disoccupazione giovanile non è un problema solo italiano. Sono cambiate le tecnologie, i termine dell’occupazione e si è colto molto in ritardo il dilagare della disoccupazione giovanile”.

Napolitano – fare leva sull’articolo 1

Il presidente della Repubblica poi, continua il suo discorso facendo grande affidamento all’articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. Quel primo articolo ebbe grande significato, si discusse moltissimo in Assemblea costituente e si scelse questa dizione anziché quella ‘e’ una Repubblica dei lavoratori. E’ qualcosa di più, possiamo definirlo come un principio regolatore a cui debbono uniformarsi tutti gli attori sociali e i rappresentanti politici”.

Crisi – Ancora una brutta notizia legata alla crisi. Un uomo di 39 anni, disoccupato da tempo, separato e con una bimba, ha deciso di darsi fuoco all’interno del Municipio di Casarano, in provincia di Lecce, durante una mostra fotografica. Il folle gesto è stato compiuto in serata e ha causato parecchi problemi al corpo dell’uomo.

Crisi – gesto disperato, familiari distrutti

Il 39enne si è infatti cosparso il corpo di liquido infiammabile prima di prendere l’accendino e darsi fuoco riportando ustioni su più di metà corpo, il 60% a quanto fanno sapere dall’ospedale di Brindisi dove è stato ricoverato d’urgenza. L’uomo – come affermano i familiari – era da tempo senza un lavoro.