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olimpiadi-2012-ginnastica-ritmicaSembra non esserci pace per le Olimpiadi di Rio del 2016 e tantomeno per quelle del 2020 che sono state assegnate alla città di Tokyo. La polizia e la magistratura francese stanno infatti indagando su presunti e gravi episodi di corruzione che sarebbero stati perpetrati in entrambe le assegnazioni. A renderlo noto è l’edizione settimanale del The Guardian, magazine britannico che ha riportato le indagini in corso definendole uno ‘sviluppo sperato’ dall’indagine che ha già interessato la Laaf e che ha recentemente condotto all’arresto di Lamine Diack, ex presidente dell’atletica mondiale.

Secondo il magazine britannico, da gennaio del 2016 sarebbero state diffuse alcune mail che interessano proprio il figlio di Diack, Papa Massata, dove l’argomento di interesse sarebbero dei ‘pacchetti’ da recapitare ai sei membri incaricati di decidere le assegnazioni per i giochi olimpici di Rio, che si terranno nel corso dell’anno. Per quanto riguarda l’edizione giapponese del 2020, il coinvolgimento di Diack era stato ipotizzato a livello di ingerenza nella commissione antidoping, per una questione di corruzione interna alla stessa Laaf.

In particolare, Diack padre sarebbe stato disposto a vendere il suo voto nell’assegnazione dei giochi del 2020 in cambio di una cospicua sponsorizzazione in denaro, 5 milioni di dollari per eventi legati all’atletica di cui al tempo era presidente. Altre fonti hanno confermato che lo stesso Diack avrebbe polverizzato la candidatura della Turchia e in particolare della città di Istanbul, in quanto lo Stato non sarebbe stato disposto a pagare, sostenendo Tokyo che avrebbe avuto un comportamento più accondiscendente.

Se le indiscrezioni fossero anche solo in parte vere, si tratterebbe di un gran brutto colpo, non solo per la Federazione internazionale di atletica leggera, ma anche per lo stesso Comitato olimpico internazionale, alla luce della imminente partenza delle Olimpiadi di Rio e della stabilita assegnazione a Tokyo dei giochi successivi.

Briber

Sono arrivate le pagelle che indicano la trasparenza dei paesi, ovvero il tasso di corruzione che si registra in media negli Stati del mondo. A darle ci ha pensato come ogni anno Transparency International, che ha valutato con attenzione i dati di ogni Stato, tracciando una classifica che vede l’Italia proporsi peggio solo della Bulgaria per quanto riguarda il vecchio continente.

Che l’Italia nutra un serio problema con la corruzione in ambiente pubblico era cosa risaputa, non possiamo certo far finta di nulla. Ma quando sono gli esperti a dirlo e a ribadirlo al mondo intero, la ferita può fare un po’ male. Il nuovo report stilato da Transparency International, il Corruption Preceptions Index del 2015, ha infatti fotografato un paese che si pone al 61simo posto della classifica globale, il che tradotto in termini pratici sta a significare che l’Italia è un paese dove c’è molta corruzione.

L’indice, che viene redatto ogni anno dall’associazione, tiene conto della credibilità del paese agli occhi di esperti del settore e di uomini d’affari, e analizza i dati che interessano il malaffare nelle amministrazioni pubbliche dei singoli Stati. Ebbene, l’Italia si è quindi piazzata in fondo alla classifica, anche se ha guadagnato otto posizioni in senso positivo rispetto al 2014. Il punteggio ricevuto dal Bel Paese è di 44 su 100. Purtroppo le otto posizioni guadagnate sono il frutto della caduta di altri Stati, perché nella pratica l’Italia ha migliorato solo di un punto reale la sua posizione in classifica. Le ragioni vanno ricercate nel miglioramento della Pubblica Amministrazione e nelle recenti norme sul ‘whistleblowing‘.

La classifica ha registrato al primo posto paesi come la Danimarca, la Finlandia e la Svezia, quindi la penisola scandinava al completo. A chiudere la classifica ci hanno invece pensato Stati come la Corea del Nord e la Somalia, mentre alcuni paesi quali l’Australia, il Brasile, la Spagna e anche la Turchia hanno registrato scivoloni importanti verso gli ultimi posti della classifica.

Papa Francesco incontra i bambini del Dispensario S. MartaIn una lunga intervista a Il Messaggero il Papa parla dei problemi della città di cui è vescovo, dei prossimi viaggi e del suo ruolo nella Chiesa. Ma è sul tema dello sfruttamento dei bambini che Bergoglio esprime “sofferenza”.

“Per alcuni lavori manuali vengono usati i bambini perché hanno le mani più piccole – spiega – ma i bambini vengono anche sfruttati sessualmente”. E racconta – ricordando scene vissute a Buenos Aires –  che gli ”anziani” che abbordano prostitute di meno di 15 anni sulla strada potrebbero essere “nonni” e invece ”sono pedofili’. La soluzione? ”Una buona politica sociale”.
Su questo dovrebbe rispondere la politica. “Per esempio con servizi sociali” che aiutino “le famiglie a capire, accompagnandole ad uscire da situazioni pesanti”. E sulla politica afferma che il problema è ” che si è svalutata, rovinata dalla corruzione, dal fenomeno delle tangenti”. ”La corruzione – aggiunge – purtroppo è un fenomeno mondiale. Ci sono capi di Stato in carcere proprio per questo”.

 

Parlando della Chiesa, il Papa spiega di non decidere da solo. ”Grazie a Dio non ho nessuna Chiesa, seguo Cristo. Non ho fondato niente. Dal punto di vista dello stile non sono cambiato da come ero a Buenos Aires. Sul programma, invece, seguo quello che i cardinali hanno chiesto durante le congregazioni generali prima del conclave. Il Consiglio degli otto cardinali – prosegue – era stato chiesto perché aiutasse a riformare la curia . Nessuna cosa l’ho fatta da solo”

michel_platini_uefaMichel Platini presidente della Uefa è finito nel mirino sul presunto caso di corruzione legato all’assegnazione dei Mondiali 2022 al Qatar dopo che, la stampa inglese ha parlato di un incontro privato tra lui e  Mohammed bin Hammam, il personaggio al centro dello scandalo.

Solo per aver fatto colazione con un collega mi vedo coinvolto in un affare di Stato e in una trama completamente costruita, non so da chi o perché -dice Platini in un’intervista al quotidiano L’Equipe-. Non sono corrotto e non so chi c’è dietro a tutto questo”

A causa di un piccolo pranzo con un collega, ovvero Mohamed Bin Hammam, mi ritrovo vittima di accuse di cospirazione e di non so quale altra operazione irregolare. Onestamente sono cose che fanno male. Non si scherza su questi argomenti. Il collega in questione l’ho visto diecimila volte negli ultimi quindici anni. Mi rendo conto, però, che dietro questa storia c’è qualcosa, ovvero qualcuno che ha organizzato questa manovra», ha detto Platini, dalle colonne dell’Equipe. «Tutto è stato creato ad arte per screditare me e il lavoro che faccio. Non ho però alcuna prova della “manovra” architettata e non so chi c’è dietro questa vicenda. Penso solo che ci siano molti interessi in ballo. Forse io sono una persona che dà fastidio ed essere visto così è molto pesante”

Il presidente della Uefa Michel Platini contratacca e dice:””Non mi pento di nulla. Credo ancora oggi che la scelta di assegnare le fasi finali del Mondiale 2022 di calcio al Qatar sia stata piu’ che giusta, sia per la Fifa che per il calcio mondiale. Tuttavia, se le accuse di corruzione verranno confermate e se esse troveranno riscontri, ritengo che sia opportuno procedere a un nuovo voto per decidere la sede alternativa della kermesse iridata che andra’ in scena fra otto anni”

33570-acqua-alta-a-veneziaAncora politica corrotta! Secondo gli inquirenti i politici  corrotti dalle mazzette degli imprenditori , hanno distratto dei fondi relativi al Mose in una serie di fondi neri all’estero.  Le Fiamme gialle hanno scoperto che almeno 20 milioni di euro, così occultati, erano finiti in conti esteri d’oltre confine e che, probabilmente, erano indirizzati alla politica, circostanza che ha fatto scattare l’operazione di questa mattina all’alba. 

 Gli uomini della Guardia di Finanza hanno arrestato il sindaco Pd Giorgio Orsoni,  ai domiciliari, e l’assessore regionale alle Infrastrutture di Forza Italia Renato Chisso,  insieme ad altre 33 persone. La Procura, che ha iscritto nel registro degli indagati un centinaio di persone, ha chiesto anche l’arresto per l’ex governatore e ministro Gian Carlo Galan, attualmente parlamentare e per il quale è necessario il via libera dell’apposita commissione. I reati contestati a vario titolo vanno dalla concussione alla corruzione  fino al riciclaggio. 

 Il gip ha firmato, in totale, 35 misure cautelari.  Sono in corso anche un centinaio di perquisizioni e sequestri di beni.

L’indagine della GdF è guidata da un pool di pm della procura di Venezia composta da Stefano Ancillotto, Stefano Buccini, Paola Tonini, era iniziata già tre anni fa, l’anno scorso erano arrivati i primi arresti : a finire in manette,  Baita e Mazzacurati, che si era da poco dimesso dai vertici del Consorzio Venezia Nuova.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, in particolare, Baita, fermato il 28 febbraio 2013, assieme  a Nicolò Buson  che lavorava sempre alla Mantovani, a Claudia Minutillo, imprenditrice ed ex segretaria di Galan, e a William Colombelli,  broker attivo a San Marino, avrebbero creato, attraverso un giro di fatture false, fondi neri indirizzati poi su conti esteri, che sarebbero serviti, almeno in parte, per finanziare politici e partiti, di ogni schieramento, durante le campagne elettorali.

 

Nunzio Scarano – E’ bufera intorno all’inchiesta sullo Ior. Questa mattina i militari del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza hanno arrestato monsignor Nunzio Scarano, Giovanni Maria Zito e Giovanni Carenzio. I tre sono stati arrestati con le accuse di corruzione e truffa. Secondo quanto spiegano fonti qualificate, l’inchiesta riguarda il rientro dalla Svizzera di grandi somme di denaro. A firmare le ordinanze è stato il gip Barbara Callari.

Nunzio Scarano – 20 milioni di euro dalla Svizzera

Secondo quanto si apprende, tutta la vicenda ruota intorno a Nunzio Scarano e Giovanni Maria Zito. I due infatti avrebbero stretto un accordo per finalizzare dalla Svizzera il rientro di 20 milioni di euro di proprietà di amici dello stesso monsignor Nunzio Scarano. Per fare questo, Zito avrebbe ottenuto 400mila euro. Dopo l’arresto di Nunzio Scarano, sono arrivate le parole di Silverio Sica, suo legale: “Quando sarà ascoltato dai magistrati romani don Nunzio risponderà alle loro domande e chiarirà il suo ruolo, la sua posizione e dimostrerà il suo disinteresse nella vicenda”.

La sala stampa vaticana non aveva smentito. Padre Federico Lombardi, interrogato dalla France Presse sul resoconto riportato dalla testata cilena, aveva detto di non avere “alcuna dichiarazione da fare sui contenuti della conversazione” , trattandosi di  “un incontro di carattere privato”.  A far un passo indietro è stata proprio la Presidenza della Clar. Siamo “profondamente dispiaciuti” per la diffusione del colloquio con il Papa del quale è “attribuibile solo il senso generale”.

L’incontro “non è stato registrato, ma poco dopo è stata fatta una sintesi sulla base di quanto ricordavano i presenti… sintesi destinata alla memoria personale dei partecipanti, in alcun modo ad una pubblicazione per la quale non era stata fatta una richiesta. E’ chiaro che non possono essere attribuite con certezza al Santo Padre le espressioni contenute nel testo, bensì solo il suo senso generale”, si precisa con un comunicato. “La Clar è profondamente dispiaciuta per quanto è successo”.

Secondo la testata sudamericana Reflexion y Liberacion  Papa Francesco avrebbe ammesso che nella curia romana esiste una “corrente di corruzione” e che c’é una “lobby gay” in Vaticano. “Bisogna vedere cosa possiamo fare al riguardo” . Si sarebbe espresso così dunque giovedì scorso durante un’udienza con rappresentanti della Clar, la Confederazione di Religiosi dell’America Latina e dei Caraibi. Il sito cileno ha aggiornato circa l’incontro, riportando frasi significative di Papa Francesco che, in merito alla sua volontà di riforma, ha detto: “Eh sì, è difficile. Nella curia c’é gente santa, santa davvero. Ma esiste anche una corrente di corruzione, anche questa esiste, è vero. Si parla di una lobby gay ed è vero, è lì… Ora bisogna vedere cosa possiamo fare al riguardo”. “Non posso essere io a fare la riforma, queste sono questioni di gestione e io sono molto disorganizzato, non sono mai stato bravo per questo. Lì abbiamo a (Oscar) Rodriguez Maradiaga, che è latinoamericano, e che da la battuta, c’é anche (Francisco Javier) Errazuriz, e sono molto ordinati. Anche quello di Monaco di Baviera (Reinhard Marx) è molto ordinato: loro sapranno portarlo avanti”.

Intanto dalla sala stampa vaticana nessuna smentita, una conferma indiretta viene invece dalla Presidenza della Consiglio Latino Americano dei Religiosi che “lamenta profondamente la pubblicazione di un testo con riferimento alla conversazione mantenuta con il Santo Padre Francesco”.