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avvocato-taormina-300x225Le affermazioni contro gli omosessuali pronunciate lo scorso 16 ottobre durante la trasmissione radiofonica La Zanzara sono costate all’avvocato Carlo Taormina una condanna per discriminazione.

La sentenza è stata emessa dal giudice del lavoro di Bergamo Monica Bertoncini che, inoltre, ha ordinato a Taormina “a titolo di risarcimento del danno” il pagamento di 10 mila euro a favore dell’ associazione Avvocatura per i diritti Lgbt-Rete Lenford, che aveva presentato il ricorso.

Intervistato nel corso di una puntata della trasmissione in onda su Radio24, Taormina aveva sostenuto di non volere gay nel proprio studio, definendoli “contro natura”.

“Se la tenga lei l’omosessualità… io non ne ho alcune, né in simpatia, né in antipatia, non me ne frega niente, l’importante è che non mi stiano intorno (…). Mi danno fastidio. (…) Parlano diversamente, si vestono diversamente, si muovono diversamente, è una cosa assolutamente… eh… assolutamente insopportabile, guardi. È contro natura”. Questi alcuni stralci delle affermazioni che Carlo Taormina ha rilasciato il 16 ottobre 2013.

Nell’ordinanza il giudice ha dichiarato “il carattere discriminatorio del comportamento tenuto da Carlo Taormina per aver più volte affermato nel corso dell’intervista radiofonica di non voler assumere nel proprio studio persone omosessuali”.

Oltre al pagamento del risarcimento danni da 10 mila euro e delle spese processuali, il giudice ha ordinato quindi all’avvocato “la pubblicazione, a sue spese, di un estratto del provvedimento in formato idoneo a garantirne adeguata pubblicità”.

2014JustinBieber_Getty467241675070314E’ costata cara a Justin Bieber la sua ennesima bravata, due anni con la condizionale  e  80.900 dollari di multa per aver imbrattato, lo scorso 9 gennaio, la casa del suo vicino con un fitto lancio di uova.

Justin dovrà anche stare lontano dal quartiere losangelino di Casalabas, dove è avvenuto il fattaccio, per due anni, prestare servizio ai servizi sociali per cinque giorni e seguire un corso per la gestione della rabbia.

Il cantante nominato ai Grammy non era presente per al momento della sentenza alla Corte Superiore di Van Nuys. L’avvocato di Bieber, Shawn Holley,lo rappresentava. I legali della star hanno deciso di patteggiare per evitare la detenzione.

Secondo il portavoce ufficiale, Justin Bieber è “felice” di non avere più pendenti legali in corso. “Justin è felice di aver risolto finalmente la contestazione e di potersi lasciare questo brutto episodio alle spalle”, ha dichiarato il suo rappresentante in un comunicato rilasciato alla CNN. “Ora potrà dedicarsi anima e corpo alla sua carriera e alla musica”.

Su Instagram Justin scrive: “Non giudicatemi e io non vi giudicherò, perchè le cose potrebbero diventare brutte prima di diventare belle”.

Purtroppo questa non è la sola denuncia, Justin Bieber dovrà rispondere sia dell’aggressione all’autista di una limousine avvenuta a Toronto nelle prime ore del 30 dicembre 2013, che dell’ormai tristemente celebre nottataccia di Miami, quando il 23 gennaio 2014 venne arrestato dalla polizia della Florida con l’accusa di guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti e alcool, patente scaduta e resistenza a pubblico ufficiale, mentre era impegnato insieme a un suo amico in una pericolosa gara di velocità alla guida di una potente Lamborghini.

Le immagini di quella  notte fecero il giro del mondo causandogli un enorme danno d’immagine e  l’appellativo di ‘bad boy’ della musica pop.

bd8aa360452159ef4fa6fa01d9c6c215-1622-k8PF-U10301883187908bYG-568x320@LaStampa.itPapa Francesco è andato in Calabria appena due settimane fa e da li ha lanciato un duro monito contro i mafiosi da scomunicare pubblicamente.

Pochi giorni fa un vescovo calabrese  ha chiesto di abolire la figura del padrino per il battesimo e per la cresima. Un provvedimento secondo il religioso utile per combattere la ‘ndrangheta.

Ma ancora oggi ci son preti che si inchinano e fanno inchinare la madonna davanti ai boss, è successo a Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria: una città nota per una delle più cruente guerre di mafia calabrese. La notizia è stata diffusa dal Quotidiano della Calabria.

Come da tradizione era in corso la processione della Madonna delle Grazie: a un certo punto il corteo si è fermato per alcuni secondi quando la statua preceduta da sacerdoti e mezzo consiglio comunale è arrivata all’incrocio tra Corso Aspromonte e via Ugo Foscolo, dove vive il boss del paese, l’82enne Giuseppe Mazzagatti. La processione si è dunque fermata e vi è stato l’inchino dinanzi casa di Mazzagatti, già condannato all’ergastolo per omicidio e associazione a delinquere di stampo mafioso. Un boss ancora potente che da tempo è agli arresti domiciliari per motivi di salute.

Un omaggio che non è piaciuto al maresciallo dei carabinieri Andrea Marino che aveva già avvisato gli organizzatori di non fare gesti particolari o inchini durante il tragitto.

“C’è un’informativa che è già alla nostra attenzione e che sarà consegnata alla procura circondariale di Palmi e alla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Il comandante di stazione ha fatto il suo dovere e ha compiuto un atto di servizio, ma nessuno ha abbandonato il corteo. Non spetta a noi condannare, il nostro compito è quello di informare l’autorità giudiziaria”. Bisogna poi considerare che nessuno, infatti, tra le autorità civili e religiose presenti avrebbe lasciato il corteo dopo il gesto”.