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papa matrimoniI vertici del Vaticano si stanno interrogando in queste ore sull’avvento di una nuova vatileaks, ovvero di un attacco esterno che sta minando i vertici del potere della Chiesa a suon di scandali e di notizie false diffuse fra la popolazione. Dallo scandalo del monsignore gay fino alla recente notizia della presunta malattia di Papa Francesco, non sembra esserci pace per lo stato del Vaticano, che deve affrontare scandali e notizie false dall’aspetto decisamente inquietante. Questo è almeno quello che pensa monsignor Gianfranco Girotti, reggente della Penitenzieria Apostolica che ha commentato gli episodi dell’ultima ora come un’opera diabolica di chi vuole distruggere la chiesa e il suo simbolo, ovvero il papa che la governa e la guida.

Il tutto sta avvenendo in un clima teso, a causa del sinodo sulla famiglia che sta occupando il Papa e i gli alti vertici della chiesa cattolica, divisi sui temi più scottanti fra conservatori e riformisti. Da un lato, i vescovi che richiamano all’ordine e alle tradizioni si stanno infatti scontrando con i riformisti, che invocano una chiesa più moderna e che sappia ascoltare le necessità della comunità omosessuale e anche dei tanti separati e divorziati che desiderano avvicinarsi al culto. Il tutto si lega con le notizie, smentite clamorosamente, di una presunta malattia del papa, che hanno scosso l’opinione pubblica finendo in un baleno sulle prime pagine di tutti i quotidiani web e cartacei.

Le tre settimane del sinodo sono quindi disseminate di inquietudini e di veleni, quindi è lecito che gli alti vertici del Vaticano stiano pensando ad un attacco esterno, ben congegnato e dal loro punto di vista diabolico. Molto probabilmente la ragione va ricercata nel fatto che il sinodo sulla famiglia sta smuovendo gli animi di tanti cattolici, nel bene o nel male. In attesa della conclusione di questo incontro si potrà quindi capire se i veleni, le voci e anche gli scandali che stanno coinvolgendo la chiesa in questi giorni cesseranno, o se si tratta solo dell’inizio di una campagna di attacchi che non si fermerà dopo la conclusione dell’incontro sulla famiglia.

papa matrimoniPrende il via oggi, lunedì 5 ottobre, il sinodo sulla famiglia voluto da Papa Francesco per concludere in modo fruttuoso il dibattito avviato dalla Chiesa un anno fa, il quale si concluderà con l’emanazione di un documento ufficiale in data 24 ottobre, dove la Chiesa spiegherà la sua posizione sulla famiglia. Si tratta di tre settimane di profondo confronto, che potrebbe anche sfociare in scontri, vista la presenza di anime molto diverse all’interno della Chiesa cattolica.

Non si tratterà, infatti, di un incontro prettamente concentrato sul ruolo della famiglia negli anni 2000, ma di un dibattito e di un confronto che si propone di affrontare temi che non possono essere più rinviati, come le unioni omosessuali, la definizione transgender e anche la possibilità di concedere più diritti alle coppie cattoliche che hanno vissuto l’esperienza del divorzio e della separazione.

Il clima di attesa per questo incontro si è rivelato simile a quello di un conclave, vista l’attualità dei temi trattati. Sono infatti chiamati a discutere e a stilare il documento di conclusione una platea di 74 cardinali, 175 arcivescovi e vescovi, con 6 patriarchi, 2 parroci e 13 religiosi semplici. Si tratta di un bacino di persone che dovranno cercare un punto di mediazione su temi scottanti e da sempre profondamente divisivi nell’ambiente cattolico, quali la possibilità di dare l’eucarestia alle coppie divorziate, l’accettazione delle coppie di fatto, l’atteggiamento verso le coppie omosessuali e anche la contraccezione.

I fronti si rivelano decisamente divisi, perché da un lato vi è il movimento del cardinale Ruini, deciso a difendere a spada tratta il concetto classico di famiglia, leggendo le unioni gay e le coppie di fatto come un possibile disfacimento della famiglia, mentre dall’altra vi è la posizione di religiosi più aperti e lungimiranti, che hanno scelto di aprire il dialogo su temi attuali quanto fondamentali nella società moderna.

173008047-dfaabfea-d12b-40d5-a639-b7eed68c6f44RUBATA tela del Guercino di valore inestimabile. La tela, Madonna con i santi Giovanni evangelista e Gregorio taumaturgo, olio su tela 293×184,5 centimetri, era custodita nella chiesa di San Vincenzo, in corso Canalgrande a Modena. Il capolavoro fino a poco tempo fa era stato esposto alla Venaria Reale di Torino.

Ad accogersi del furto, stamattina, è stato il parroco, don Gianni Gherardi (vittima di una rapina solo qualche giorno fa), che, a bordo di un taxi, stava passando d’innannzi all’edificio religioso,e ha raccontato:”Ho scoperto questa mattina la porta della chiesa aperta, che non doveva essere.

E’ un quadro di grandi dimensioni che per essere trafugato ha bisogno di una certa organizzazione. Intanto la porta non era stata forzata: nella chiesa non si entra facilmente (c’e’ solo una entrata sul retro che era chiusa), e la chiesa viene aperta solo la domenica per la Messa.

Per fare un furto di questo genere bisogna aver architettato la presenza di qualcuno nella chiesa chiusa; bisogna aver tolto il quadro, che e’ di grandi dimensioni, dall’altare, aver avuto un camion fuori dalla porta, che altro non puo’ essere che l’entrata principale. Occorre insomma una certa organizzazione anche perche’ la chiesa si trova a fianco del tribunale, sorvegliato giorno e notte”

“E’ il quadro più prezioso che abbiamo, era qui da quando è stata costruita la chiesa”.

L’opera ha un valore inestimabile, probabilmente si tratta di un furto su commissione. La chiesa di San Vincenzo si trova a pochi passi dal tribunale e dalla Procura; sul posto la polizia scientifica e il magistrato incaricato. Una delle prime ipotesi avanzate dagli inquirenti è che i ladri si siano nascosti in chiesa prima della chiusura

Alla notizia Sgarbi ha commentato: E’ una “pala d’altare con un San Gregorio meravigliosamente abbigliato, un’opera monumentale della prima maturità dell’artista” che può valere “tra i 5 e i 6 milioni di euro” il dipinto del Guercino rubato dalla chiesa di San Vincenzo a Modena.

Lo sottolinea Vittorio Sgarbi, che commenta il clamoroso furto e punta il dito sulle istituzioni alle quali attribuisce una “responsabilita’ grave”: “In quella chiesa non c’era un sistema d’allarme – sottolinea -: come e’ possibile che la soprintendenza abbia permesso che un’opera così preziosa rimanesse lì senza sicurezze?”.

Un furto clamoroso, fa notare il critico ferrarese, ma anche inspiegabile, giacche’ si tratta di un’opera praticamente invendibile, “non ci può essere un committente, nessun museo e nessun privato la comprerebbe mai” aggiunge, “secondo me questo furto può essere solo opera di una banda di stranieri inconsapevoli, gente che non sa nulla delle leggi di mercato e che forse pensa di chiedere un riscatto” Sgarbi riferisce di aver parlato con gli inquirenti. “Spero che si diano da fare e lo ritrovino – conclude – anche se il furto è avvenuto di notte è veramente difficile che nessuno li abbia visti”.

Papa Francesco incontra i bambini del Dispensario S. MartaIn una lunga intervista a Il Messaggero il Papa parla dei problemi della città di cui è vescovo, dei prossimi viaggi e del suo ruolo nella Chiesa. Ma è sul tema dello sfruttamento dei bambini che Bergoglio esprime “sofferenza”.

“Per alcuni lavori manuali vengono usati i bambini perché hanno le mani più piccole – spiega – ma i bambini vengono anche sfruttati sessualmente”. E racconta – ricordando scene vissute a Buenos Aires –  che gli ”anziani” che abbordano prostitute di meno di 15 anni sulla strada potrebbero essere “nonni” e invece ”sono pedofili’. La soluzione? ”Una buona politica sociale”.
Su questo dovrebbe rispondere la politica. “Per esempio con servizi sociali” che aiutino “le famiglie a capire, accompagnandole ad uscire da situazioni pesanti”. E sulla politica afferma che il problema è ” che si è svalutata, rovinata dalla corruzione, dal fenomeno delle tangenti”. ”La corruzione – aggiunge – purtroppo è un fenomeno mondiale. Ci sono capi di Stato in carcere proprio per questo”.

 

Parlando della Chiesa, il Papa spiega di non decidere da solo. ”Grazie a Dio non ho nessuna Chiesa, seguo Cristo. Non ho fondato niente. Dal punto di vista dello stile non sono cambiato da come ero a Buenos Aires. Sul programma, invece, seguo quello che i cardinali hanno chiesto durante le congregazioni generali prima del conclave. Il Consiglio degli otto cardinali – prosegue – era stato chiesto perché aiutasse a riformare la curia . Nessuna cosa l’ho fatta da solo”

francesca-pascale-e-silvio-berlusconiFrancesca Pascale grande attivista politica, militante in Forza Italia da anni in un intervista al Corriere del Mezzogiorno parla del suo impegno in campo  e delle sue battaglie che poco si conciliano con alcuni principi del centro destra, tipo il concetto di famiglia tradizionale.

A sorpresa a fidanzata di Silvio Berlusconi dichiara di essere favorevole alle unioni gay :“Lo dico da cristiana, da cattolica, da donna che vive nella condizione di coppia di fatto: sì alle unioni civili, sì al rispetto per la libertà individuale”.

“Cristo ha detto: ama il prossimo tuo come te stesso – ha aggiunto – Non ha insegnato a fare differenza tra gay ed etero. Ecco, mi piacerebbe se il centrodestra aprisse i suoi orizzonti e affermasse: siamo liberali fino in fondo e non soltanto quando ci interessa o quando ci fa comodo. Va bene rispettare ciò che dice la Chiesa, ma la Chiesa deve rispettare anche la libertà di uno stato laico e non confessionale, altrimenti si sconfina nella discriminazione di chi non è cattolico”.

Ha deciso di dichiarare guerra all’area cattolica? “No, al bigottismo ipocrita. Forza Italia è formata da tante anime: anche quella liberale, rappresentata dallo stesso presidente Berlusconi. E per la paura di spaventare la Chiesa si fa finta di non vedere e non sentire. Si parla tanto di Europa per i problemi economici. E’ giusto e capisco, data la situazione di crisi. Ma sui diritti sociali, quando pensiamo di avvicinarci al resto delle nazioni europee? La libertà, per il nostro partito, è il valore principale. Ma questo principio deve essere rispettato fino in fondo”.
“Io parlo della mia condizione, ma non soffro se lo Stato non vuole riconoscermela. Anche perché – ha aggiunto Pascale – non ne sento il bisogno. Ho scelto io, liberamente, di convivere con un uomo divorziato e mi sta bene così. Certo, mi spiace quando, trovandomi in chiesa, il prete mi guarda dall’alto in basso e punta contro di me il suo indice accusatore per farmi capire che rappresento in quel caso il peccato. Non è quello che cerco dalla Chiesa, non intravedo, in questo atteggiamento, la parola di Dio”.