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Omicidio Meredith – Si delineano scenari incredibili in merito all’omicidio di Meredith Kercher. Una delle ipotesi della Cassazione è che l’omicidio possa essere stato la conseguenza di una “esclusiva forzatura ad un gioco erotico spinto di gruppo, che andò degenerando, sfuggendo al controllo”. La Cassazione, il 26 marzo scorso ha annullato con rinvio le assoluzioni in appello per Raffaele Sollecito e Amanda Knox. Secondo la Cassazione infatti, Rudy Guede non avrebbe agito da solo.

La Cassazione – Rudy non agì da solo

Sempre la Cassazione rivela che la corte d’assise d’appello ha “sottovalutato gli indizi a carico di Raffaele Sollecito e Amanda Knox”. Per quanto riguarda invece Rudy Guede, secondo i giudici della prima sezione non avrebbe agito da solo nell’omicidio di Meredith Kercher. Guede è stato condannato per concorso in omicidio e deve scontare 16 anni di prigione per essere stato giudicato con rito abbreviato.

  Caso Meredith: padre Raffaele rivendica innocenza del figlio. Dopo che la Cassazione ha annullato l’assoluzione disposta nel processo d’appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher, il caso riguardante l’omicidio della studentessa a Perugia fa di nuovo parlare di sé. A prendere la parola questa volta è il padre di Raffaele Sollecito, Francesco Sollecito, che ha voluto ribadire l’assoluta innocenza del figlio implicato nel caso: ‘La realta’ dei fatti e’ che mio figlio Raffaele e’ e rimane innocente. Domani Raffaele tornera’ a casa e parleremo di quanto successo, ma questo e’ il momento di stare ancora piu’ vicini. Dobbiamo recuperare le forze per nuove imprese”.

  Caso Meredith: Pg Riello chiede di annullare la sentenza d’appello. Parole durissime quelle promnunciate dal Pg della Cassazione Luigi Riello al termine della requisitoria riguardo al caso dell’omicidio della studentessa Meredith Kercer. Riello ha definitio la sentenza della corte d’appello di Perugia che ha assolto Raffaele Sollecito e Amanda Knox come un “raro concentrato di violenza di legge e di illogicità” esprimendo la propria posizione verso l’annullamento della stessa. “In questo processo il giudice di merito ha smarrito la bussola ed ha frantumato gli elementi indiziari”. Il Pg della Cassazione ha poi concluso definendo i giudici della Corte d’Appello come affetti da una “buona dose di snobbismo“.

  Omicidio Meredith: lunedì approda in Cassazione. Arriverà in Cassazione lunedì prossimo, 25 marzo, il delitto di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia la notte tra il primo e il 2 novembre del 2007 per il quale sono stati assolti Raffaele Sollecito e Amanda Knox dall’accusa di essere corresponsabili dell’omicidio insieme a Rudy Guede, ad oggi l’unico colpevole.

I giudici dovranno esprimersi proprio a riguardo della sentenza d’appello che ha sancito l’assoluzione dei due giovani in seguito al ricorso della procura generale del capoluogo umbro e della famiglia della vittima. Sia Raffaele Sollecito che Amanda Knox si dichiarano innocenti di fronte all’accusa di aver preso parte all’omicidio della giovane studentessa inglese.

  Bimbo conteso, la madre lo riporta a casa. E’ tornato a casa con la madre il bambino al centro di una contesa tra genitori. Il bimbo ha 10 anni e suo malgrado si trova al centro di una controversia famigliare a Cittadella. La donna lo ha riportato a casa con sé in virtù di una sentenza della Cassazione che sancisce che la ragione è dalla sua parte.

‘E’ tornato con me ieri sera – ha detto la donna -. Mi ha detto ‘mamma riportami a casa, voglio che finisca questo incubo”’. La donna ha anche dichiarato che il bambino tornerà presto a scuola, la stessa scuola dalla quale venne prelevato con la forza nell’ottobre del 2012.

cassazioneUn minore può crescere in modo equilibrato anche in una famiglia omosessuale: questo il giudizio espresso dalla sentenza con cui la Cassazione ha confermato l’affidamento esclusivo di un bimbo alla madre che convive con un’altra donna. Si tratta della prima sezione civile della Suprema Corte  che ha per rigettato il ricorso presentato da un padre, di religione musulmana, contro la sentenza con cui la Corte d’appello di Brescia aveva stabilito l’affidamento esclusivo del figlio minore alla madre, ex tossicodipendente, la quale aveva intrapreso una relazione e convivenza con una delle educatrici conosciute nella comunità di recupero. Il padre del minore aveva lamentato la carenza motivazionale sull’idoneità sotto il profilo educativo della famiglia in cui il minore era stato inserito, in quanto formata da due donne. Inoltre i giudici, secondo l’uomo, non avevano approfondito se tale tipo di famiglia potesse “garantire l’equilibrato sviluppo del bambino”.

 

La Cassazione oggi hanno depositato la sentenza n.601, con la quale è stato bocciato il ricorso, sottolineando che “alla base della doglianza del ricorrente non sono poste certezze scientifiche o dati di esperienza”, ma solo “il mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale”. Una sentenza della Cassazione è stata colto in modo contrastante: l’Arcigay parla di “sentenza storica”, i pediatri ipotizzano invece “gravi rischi psichiatrici”.

reato-di-sostituzione-aprire-un-account-con-generalità-altruiLa Cassazione ha stabilito che commette reato di sostituzione di persona, utilizzando le generalità di un’altra persona, sia essa un personaggio famoso oppure una persona qualunque.

Chi cattura le generalità di un’altra persona, anche per aprire un account di posta elettronica, oppure fingersi un cantante famoso o un vip, commette reato.

Un uomo, Andrea A.  è stato condannato dalla Corte di Appello di Roma, perché in concorso con altro soggetto senza il consenso altrui, al fine di trarre profitto o procurare un danno a quest’ultimo.

L’uomo aveva utilizzato i dati anagrafici di una donna, sulla quale sono ricadute le morosità degli acquisti di beni messi all’asta in rete, attraverso la creazione di un account di posta elettronica. Ma il suo scopo era solo quello di partecipare alle aste online.

Per la Corte Suprema, e la sentenza  12479 del tribunale di Roma, ad un account che partecipa alle aste online, deve corrispondere una reale identità, anche se lo pseudonimo utilizzato è di fantasia. I soggetti che intervengono nei rilanci delle aste, devono poter verificare l’identità del soggetto, che partecipa all’asta rilanciandone il prezzo dell’oggetto. Il soggetto che vende, così come quello che acquista, deve così tutelarsi contro eventuali inadempienze.

Il soggetto, che crea un account con le generalità altrui, induce in errore gli altri utenti della rete, sia arrecando danno al soggetto del quale si sono acquisite le generalità, sia nei confronti di coloro che interagiscono con lui.