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Galaxy Book Awards: ArrivalsL’attore e registra britannico Richard Attenborough si è spento ieri all’età di 90 anni. Lo annuncia il figlio tramite la Bbc online. Lord Attenborough viveva da diversi mesi a Londra in una struttura per anziani attori, insieme con la moglie Sheila Sim, ed era costretto su una sedie a rotelle da circa 6 anni, dopo essere caduto.

Tra i numerosi film che Lord Attenborough ha interpretato emergono ‘Brighton Rock’, del 1947, tratto dalla novella di Graham Greene, ‘La Grande fuga’ e il colossal ‘Jurassic Park’ diretto da Steven Spielberg. La sua carriera è durata complessivamente una sessantina di anni e come regista il suo film più famoso è probabilmente Gandhi biopic dedicato al celebre politico e filosofo indiano,, che vinse ben otto premi Oscar nel 1982, tra cui quello per il miglior film, la miglior regia, il miglior attore protagonista, Ben Kingsley.

Dopo aver diretto “A Chorus Line” torna al biopic, stavolta dedicato al grande Charles Chaplin (da noi uscito col titolo “Charlot”) e compare come attore nel campione d’incassi del 1993, “Jurassic Park”. Riducendo repentinamente le sue apparizioni, l’ultimo film da lui diretto rimane “Closing the Ring”, con due veterani come Shirley MacLaine e Christopher Plummer.

Attenborough era anche conosciuto per il suo ruolo di ambasciatore di buona volonta dell’Unicef e altre importanti cause umanitarie.
Il premier britannico David Cameron, ricorda che “la sua prestazione in Brighton Rock è stata incredibile, la sua regia in Gandhi eccezionale, Richard Attenborough è stato uno dei grandi del cinema”.

30495858_addio-renato-mori-recit-ne-la-piovra-con-vittorio-gassman-0Si è spento a Roma, all’età di 79 anni Renato Mori. Il mondo del doppiaggio dà l’addio ad una delle sue voci storiche, protagonista del nostro teatro e di fiction di successo. Il suo nome è legato soprattutto all’interpretazione del commissario Altero nelle edizioni de La Piovra dove impermeabile d’ordinanza e baffetti gli conferivano quell’autorità insita nel ruolo.

Nella sua lunga carriera è stato attore di teatro, cinema e tv. In decine e decine di film ha prestato la voce a mattatori del cinema di Hollywood, come Gene Hackman e Morgan Freeman. Ma tanti sono stati i personaggi televisivi a cui ha dato la voce, tra i più recenti Hollis Nye (Philip Bosco) in Damages e il dottor

E’ stato anche la voce narrante della serie tv Pushing Daisies; ha doppiato Lou Ferrigno nella storica serie L’incredibile Hulk, nonché Pierre Mondy ne Il commissario Cordier, attualmente in onda su La7. Merita una citazione anche il personaggio di Big Chef nel cartone animato cult South Park.

Ha sempre mantenuto un legame con il mondo poliziesco persino in radio dove in Dylan Dog impersonava l’ispettore Bloch. Direttore di doppiaggio e maestro per molti che si sono avvicinati al suo mondo per carpirne segreti, se ne è andato in punta di piedi in linea con il carattere.

Il figlio Simone Mori ha seguito le sue orme ed è anche lui attore e doppiatore di successo.

Alain-DelonSecondo il magazine Ici Paris, e notizia confermata da fonti dell’entourage dell’attore francese a Le Parisienne Alain Delon è stato ricoverato domenica a causa di un fortissimo dolore alla schiena ed è stato operato d’urgenza il giorno seguente.

L’attore francese, 78 anni, e’ stato soccorso nella sua casa di Parigi, nell’VIII arrondissement domenica. Secondo quanto raccontato da alcuni testimoni, era allo stremo delle forze con i tratti del viso molto tirati, molto sofferente, è stato trasportato al reparto di neurochirurgia dell’ospedale Lariboisière.
Lunedì i medici sono tempestivamente intervenuti con una prima operazione anche se l’esito dell’intervento non è stato ancora reso noto.

L’attore era già stato ricoverato presso quella stessa struttura ospedaliera nel 2013, in seguito ad una aritmia cardiaca.

Nato a Sceaux l’8 novembre 1935, Alain Delon è senza dubbio uno dei simboli del cinema francese. Ha avuto un’infanzia e un’adolescenza difficili, i suoi genitori si sono separati quando aveva soltanto quattro anni ed è finito in un collegio di suore.

A causa del suo carattere ribelle, ha cambiato diversi istituti. Ha lasciato la scuola a quattordici anni e a diciassette si è arruolato in Marina per congedarsi cinque anni dopo con un totale di undici mesi di prigione per indisciplina. Mentre cercava di tirare a campare lavorando come facchino, commesso e cameriere, per la sua bellezza è stato notato dal regista e sceneggiatore Yves Allegret: così è cominciata la luminosa carriera nel cinema.

il divo del cinema francese famoso in tutto il mondo che nel suo curriculum lavorativo vanta una filmografia sterminata insieme ad un gran numero di riconoscimenti vinti nel corso della carriera, negli ultimi tempi, aveva rivelato di cadere spesso vittima della depressione.

JamesGarnerSi è spento a 86 anni uno dei più grandi attori di cinema e televisione, James Garner. La polizia l’ha rinvenuto morto nella sua casa di Los Angeles ma non ci sarebbero misteri sul suo decesso: Garner sarebbe morto per cause naturali.

James Garner era un volto notissimo, nella televisione statunitense e non solo: famoso per il ruolo del giocatore di poker Brett Maverick nella serie televisiva a sfondo western Maverick, in onda sul piccolo schermo tra il 1957 e il 1960.

Protagonista nel mondo del piccolo schermo negli anni 60 e amato caratterista al cinema, Garner ha vissuto sempre questo dualismo, segnato dalla difficoltà di emanciparsi dall’etichetta di attore tv. Un successo poi faticosamente raggiunto con Fammi posto tesoro, Tempo di guerra, tempo d’amore e La grande fuga.

Nel 1969 interpretò un ruolo per lui inusuale, quello del detective Philip Marlowe, creato da Raymond Chandler, nel noir L’investigatore Marlowe diretto da Paul Bogart.

Nel 1985 recitò a fianco di Sally Field in L’amore di Murphy, di Martin Ritt e, nonostante avesse già avuto modo di interpretare egregiamente un film di successo come Victor Victoria due anni prima, faticò non poco a convincere la Columbia ad affidargli il ruolo che gli valse la sua prima nomination agli Oscar.

James Garner era sposato con Lois Clarke dal 1956 e lascia due figlie: Kimberly, adottiva perché figlia del primo matrimonio della moglie, e Greta “Gigi” Garner, oggi una scrittrice e cantautrice.

rocco-siffredi--10-Siffredi l’ attore hard pugliese, divenuto un vero e proprio sex simbol facendo dell’hard uno stile di vita e colorandolo di un aspetto del tutto mentale e metaforico,in un’intervista a Repubblica racconta come siano stati i primi anni della sua vita.

Parla della sua famiglia e del rapporto che questa avesse con il suo mestiere: “Ho scoperto la sessualità presto. A dieci anni già mi masturbavo. Purtroppo la finestra del bagno dava sul terrazzo dove mia madre stendeva i panni. Così un giorno apro gli occhi e vedo mamma che mi guarda.

Sono rimasto chiuso in bagno per altre due ore, non avevo il coraggio di uscire. È stata lei a chiamarmi: “Hai finito? La pasta si fredda”.

Mai detto che mestiere facessi a casa mia, non si parlava di sesso. Ho capito che lo sapevano scoprendo nel comodino di mia madre una rivista dove c’ero io. Sono stato io a scoprire lei. E allora lei m’insegue per casa, colpendomi con la rivista, e gridando: “Disgraziato, glielo metti davvero dentro?”. E io: No mamma, di lato…”.

Tuttavia non mancano gli aspetti più tristi, come la perdita del fratello a 12 anni, quando Rocco ne aveva solo 6; nonostante ciò, l’aria che si respirava in casa era più che allegra: “Una girandola di felicità e dolore. Avevo sei anni quando è morto mio fratello di dodici.

Per anni mia madre ha continuato ad apparecchiare anche per lui. Per tutta la vita, lei e mio padre, sono andati ogni giorno al cimitero. Andavano in Vespa, anche d’inverno. Niente li fermava; pioggia, grandine, neve. Mia madre, piena di reumatismi, diceva: “Colpa di tuo padre, nemmeno la patente s’è riuscito a prendere”.

L’amore per la madre, di cui porta la fede, vicina a quella del suo matrimonio, è sempre stato viscerale, per quanto lui non si perda in questioni edipiche, riconducendo eventualmente le sue pulsioni sessuali alla madre: “la pulsione dell’uccello è staccata dall’amore per mia madre”.

Da chi abbia ereditato la sua sessualità dirompente:

“Da mio padre. Faceva il cantoniere, puliva strade. L’ispettore non lo trovava mai sul lavoro. Papà entrava nelle case quando i mariti erano a lavoro: “Scusi signora, ha un bicchiere d’acqua?”.

Quando mia madre era in ospedale, in punto di morte, lui si mette a fare lo scemo con la vicina di letto, anche lei moribonda peraltro. E mia madre a me: “Portamelo via da qui, per favore, non me lo far vedere.”

Dopo la morte di mia madre, mio padre poteva fare quel che voleva. Ma tanto aveva desiderato rimanere solo, che non ha combinato niente. Tutte le vedove gli hanno detto di no. appena moriva un collega, lui si presentava a casa: condoglianze e proposta di matrimonio alla vedova.

Era un pacchetto. L’unica che gli ha detto sì, è morta dopo una settimana. Si erano conosciuti ai giardinetti. Lui mi diceva orgoglioso: “Rocco, faccio tutto quello che fai te nei film, preciso preciso”.

matteo-branciamoreMatteo Branciamore (Marco dei Cesaroni), per quattro settimane condurrà Comedy on the beach, programma d’intrattenimento estivo in onda da lunedì 21 luglio alle 21 su Comedy Central (Sky 124). È la prima volta che lo vedremo in veste di conduttore.

Branciamore, definiamo questa nuova avventura.
“Una follia, ma divertente. Mi piace provare varie strade, come fanno i colleghi oltreoceano: negli Stati Uniti non c’è distinzione tra chi fa teatro, cinema o televisione. Chi fa l’attore presenta e chi presenta balla anche sul palco”.

E lei se la cava?
“Abbastanza, ma è una cosa che ho fatto soprattutto per divertirmi, e per dimostrare che non sono solo il “timido adolescente” che la gente pensa”.

Anche perché adolescente non lo sarà più da un pezzo.
“Infatti, ho quasi 33 anni! E anche per questo sento il bisogno di buttarmi a fare cose nuove, di misurarmi e alzare la famosa asticella del limite”.

Diranno: ci prova come presentatore perché non gli va bene come attore.
“Lo hanno già detto e mi dispiace. Non è che perché una volta faccio il conduttore cambio mestiere: Hugh Jackman presenta gli Oscar, eppure rimane sempre anche un attore. Per me questa esperienza è solo un’altra sfaccettatura del lavoro di spettacolo”.

Però ha deciso anche di dire addio ai Cesaroni.
“Sì, ma l’avrei fatto comunque, perché ho bisogno di staccarmi e di pensare a me, alla mia crescita. Non ho nulla contro le serie lunghe e non mi permetto di sputare nel famoso piatto in cui mangio da tanti anni, ma penso sia normale avere voglia di staccare dopo cinque stagioni”.

“Marco se n’è andato e non ritorna più”?

“Per ora la decisione è questa. Poi starà a me essere bravo a dimostrare che io in tv interpretavo soltanto un ruolo”.

Sarà difficile liberarsi dell’etichetta di ex Cesaroni.
“Lo so, ma questo non significa che io nella vita possa fare solo quello. Ma tutto dipende da me”.

6giorgio-falettiCon grande dolore diamo l’addio a Giorgio Faletti: comico, attore, cantante e scrittore. Una vita artistica a 360 gradi finita a 63 anni. Si è spento alle Molinette di Torino dove era ricoverato .

Il suo addio al suo pubblico in una breve lettera inviata a maggio per la conferenza stampa del festival astigiano Passepartout, di cui era presidente:

“Purtroppo a volte la vita ci mette molto più ingegno e molto più impegno nel mettere i bastoni fra le ruote piuttosto che nell’aiutare gli essere umani a realizzare i propri desideri. In questo momento sono all’estero, dove mi sto curando per un guaio di salute piuttosto rilevante e che spero si risolva nel migliore dei modi. Credo di potere essere a casa in tempo per la manifestazione”.

Le ultime parole ai fans prima dello stop del tour teatrale: “Cari amici, purtroppo a volte l’età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia”

L’ULTIMO TWEET “A volte immaginare la verità è molto peggio che sapere una brutta verità. La certezza può essere dolore….”. Sono queste le ultime parole in rete scritte in collaborazione con lo staff.

Giorgio Faletti è stato comico, attore, cantante e scrittore. Ha  iniziato la sua carriera al Derby di Milano, dove il comico si esibiva negli anni Settanta. Poi il passaggio in tv e la grande popolarità. Nel 1992 la partecipazione al festival di Sanremo con “Signor Tenente”, che si classifica al secondo posto.

Il suo primo romanzo è un thriller, si intitola “Io uccido” ed è un grande successo di vendite, con 4 milioni di copie vendute. 3 milioni e mezzo di copie per il suo secondo romanzo, “Niente di vero tranne gli occhi”.

Cinema: ''Un castello in Italia'' di Valeria Bruni TedeschiFilippo Timi è difficile da descrivere, non si sa se è uno scrittore, un regista, un attore, un eterosessuale? Gay? Bisex? ,pittore,sceneggiatore, quasi cieco, be’ si, tutto questo e molto altro è proprio Filippo Timi. Uno splendido quarantenne che ha fatto quasi tutto!

Provate a chiedergli un autodefinizione, vi risponde citando un brano del suo primo libro scritto dieci anni fa, e si racconta così:

Il libro s’intitola “Tuttalpiù muoio”. Il brano racconta di un ragazzo — lui — che prendeva l’ecstasy. “. Sì ma ora è perlomeno benestante…. “Sì, vabbè, ma le droghe, comunque, non mi appartengono. Sa come me li godo i miei soldi? Che ho rifatto i termosifoni e le finestre nella casa dei miei genitori.

E il regalo l’ho fatto a me, non a loro. E l’altro regalo l’ho fatto sempre a me: ora vado al supermercato e mi compro la pasta: prendo il primo pacco che trovo costi quel che costi. Prima andavo a comprare la pasta con una lente d’ingrandimento, come quella di Sherlock Holmes, lo sa che io quasi non vedo?, e grazie alla lente scoprivo quella pasta che costava meno”

Come fa un attore a essere quasi cieco? Vedo non con gli occhi, ma con il cervello. Immagino e costruisco. Magari vedo nella mia testa quello che vedete voi con i vostri occhi”.

Grande Ego “Se fai l’attore — dice Timi — non puoi non avere un ego sfrenato. Vedi sullo schermone del cinema la tua faccia in primo piano… senti la tua voce che riempie la sala del teatro in cui tu sei Don Giovanni in mutande ma con addosso un cappotto che pesa trenta chili… Ricevi email di giovani donne che ti dicono: sei “sdraiabile”, oppure: so che hai poco tempo libero ma hai detto che il tempo per l’amore si trova sempre, se vuoi anche io il tempo lo trovo… Ma il mio Ego è così grande che ci sta dentro tutto il mondo che mi circonda.

C’è posto per tanti, non soltanto per me”. Per fortuna che poi l’Ego di Timi si smoscia: “Quando esagero penso: chi credi di essere? Tu fai la cacca come tutti gli esseri umani. Sei come gli altri. Sogna pure che un giorno qualcuno con il suo accento americano, al Dolby Theatre di Los Angeles con una statuetta in mano, quella dell’Oscar, dirà di te: the winner is… “Failippi Taimi”. Chi se ne frega se storpiano il mio nome, ma ho vinto l’Oscar. No, Filippo, torna indietro: pensa che fai la cacca come tutti gli altri”.

E la politica: “Sono sinistroide. Ma gli estremisti sbagliano. Come i religiosi integralisti. Di tutte le chiese. Mi piace l’ideologia della tolleranza. Sono nato a Ponte San Giovanni, a quindici chilometri da Assisi. A quindici chilometri da San Francesco. Mi piacciono quelli come lui. A piedi scalzi. Già vivere è un casino. Se riesci a vivere con amore è meglio. E se riesci a vivere a piedi scalzi meglio ancora”