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bruxelles attentatoÈ stato arrestato nel quartiere di Anderlecht Najim Laachraoui, il terzo uomo che apparso nelle immagini di videosorveglianza dell’aeroporto sede della strage che ha messo in ginocchio il Belgio e provocato la morte di ben 34 persone. La direzione delle Unità Speciali ha ricercato e arrestato l’uomo, considerato l’artificiere del gruppo e la notizia è stata riferita in esclusiva dal quotidiano Derniere Heure, anche se la procura belga non ha ancora ufficializzato l’arresto.

L’uomo era stato fotografato mentre girava nello scalo, indossando una giacca chiara e un cappello nero. Gli inquirenti hanno prontamente legato il suo nome all’organizzazione e alla gestione degli esplosivi negli attentati di Parigi, perché il suo DNA era stato ritrovato anche nelle cinture esplosive impiegate nella strage del Bataclan e allo Stade de France avvenuto il 13 novembre scorso.

Mentre gli altri due protagonisti della strage belga, i fratelli Khalid e Ibrahim El Bakraoui si sarebbero fatti saltare in aria in due posti diversi, Laachraoui era rimasto vivo e si era dileguato. Pronto è scattato l’intervento delle forze speciali, e per tutta la notte gli inquirenti e le forze di polizia hanno battuto tutti gli angoli della città per ricercare gli ultimi jihadisti coinvolti nella strage.

Nel frattempo è in corso il riconoscimento delle vittime e la Farnesina non ha escluso che fra i 34 morti possa esserci anche una persona di nazionalità italiana. Le inchieste stanno quindi proseguendo con fermento e ieri tutto il mondo ha dimostrato la sua vicinanza al Belgio illuminando i monumenti più importanti con i colori della sua bandiera. Molto presto si potranno avere notizie certe sulle identità delle vittime e sul conteggio finale dei feriti, molti dei quali sono gravi perché è stato reso noto che le bombe fatte esplodere nei luoghi interessati contenevano chiodi, che hanno ferito molto gravemente chi purtroppo si trovava sulla rotta dell’esplosione.

bruxelles attentatoLe immagini hanno fatto il giro del mondo in pochi attimi. Potere dell’informazione del nuovo millennio, che ha saputo documentare in tempo reale i tremendi fatti che hanno sconvolto ieri la città di Bruxelles. La capitale belga è stata infatti attaccata nella zona dell’aeroporto e in alcuni punti della metropolitana da un commando terroristico e il bilancio, non ancora finale dei morti è di 34 persone. Si tratta di una pagina tristissima della storia mondiale, che arriva a pochi mesi dalla strage del Bataclan di Parigi e dopo pochi giorni dall’avvenuto arresto di uno degli uomini chiave coinvolti nell’attentato terroristico, Salah Abdeslam. L’uomo ha dichiarato di sentirsi sollevato dopo l’arresto, perché non ce la faceva più a scappare, ma l’ombra della sua mente dietro agli attentati di ieri si rivela essere forte e vivida.

Le esplosioni hanno avuto luogo verso le 8 del mattino all’aeroporto di Zaventem e hanno ucciso almeno 14 persone. In questo frangente il kamikaze sarebbe stato uno. Ad un’ora di distanza una bomba è esplosa in centro alla famosa fermata della metro Maelbeek, che si trova dislocata molto vicino alle istituzioni europee. Questa seconda bomba ha ucciso 20 persone, anche se il bilancio deve ancora essere concluso. In totale le persone ferite sono più di 100 e fra esse ci sarebbero anche degli italiani. L’Is ha quindi rivendicato gli attentati impiegando un canale nuovo, l’Amaq News Agency, che si propone essere un network vicino allo Stato islamico.

Due sono i soggetti che sono stati finora arrestati, ma secondo le telecamere di sorveglianza della zona le persone coinvolte sono minimo cinque. Ora la polizia belga e i rinforzi internazionali stanno operando per comprendere i responsabili ed eventualmente per iniziare una caccia all’uomo che si sta sviluppando in queste ore così frenetiche e tristi per lo stato del Belgio e per il mondo intero.

parigiLa tragedia del Bataclan e delle bombe esplose a Parigi hanno gettato nello sconforto la nazione, che però sta risalendo la china grazie all’impegno della cittadinanza e con un pizzico di aiuto che viene dal web. Nei giorni scorsi, tante sono state le persone che hanno fatto appello al web per ricercare chi le aveva salvate durante le ore terribili vissute dai parigini. Si tratta di persone che hanno protetto le vittime con il loro corpo, che hanno aiutato la gente a fuggire e le hanno anche sollevate dalle finestre, come narra la scena che noi tutti conosciamo, dove una donna incinta si arrampica ad una finestra e viene sollevata per trarsi in salvo dall’attentato terroristico.

Il day after della tragedia è stato dedicato alla ricerca di tutti gli angeli che si sono adoperati in quelle ore per salvare le persone in pericolo. Tante sono le storie che in questi giorni si incontrano in rete, appelli di persone che con post di Facebook, tweet e messaggi sulle maggiori piattaforme on line hanno chiesto di incontrare i loro salvatori per poter dire loro grazie. In particolare, commuove la storia della ragazza appesa alla finestra, che grazie ad un paio di messaggi postati da un’amica è riuscita a trovare l’uomo che l’ha issata e l’ha tratta in salvo, ma colpisce anche leggere la storia di un signore di religione musulmana, che durante il caos della serata ha salvato ben due persone mettendo a repentaglio la sua stessa vita.

Si tratta di Safer, un signore che stava lavorando al ristorante del luogo, di fede musulmana, che è diventato un piccolo emblema della diversità fra le persone che inneggiano al terrorismo e chi vive la religione islamica in modo normale. Il web si è quindi affollato di sopravvissuti e di eroi, che in questi giorni hanno scelto di ringraziare le persone che hanno salvato tante vite attraverso un tweet o un post, in quanto il caos della serata non ha permesso di chiedere loro nemmeno il nome o un recapito.

ankaraIeri la Turchia è stata scossa da uno degli attentati più cruenti e inaspettati di tutta la sua storia. 129 persone morte e 508 ferite è infatti il bilancio dell’attentato che ha avuto luogo durante la marcia pacifista di Ankara e la polizia ha oggi affermato di avere individuato almeno uno dei due attentatori. Si tratterebbe di un giovane uomo dai 20 ai 25 anni, in quanto secondo il giornale filogovernativo Yeni Safak gli inquirenti sarebbero riusciti a recuperare delle impronte digitali dai resti dell’ordigno esploso e ad identificare l’esecutore materiale della strage.

Secondo un altro giornale locale, Habertuk, si tratterebbe del fratello dell’attentatore suicida autore della strage di Suruc avvenuta ai confini con la Siria lo scorso 20 agosto, durante la quale morirono 34 persone, mentre un’altra fonte di stampa locale, il quotidiano Milliyet, riporta la notizia che l’esecutrice materiale della strage sarebbe una donna. Si tratta di pareri discordanti, in quanto la Turchia sta vivendo momenti di grande caos in queste giornate e l’attentato non è stato ancora rivendicato da nessuna fonte ufficiale.

Le prime indicazioni fanno comunque pensare che dietro alla strage vi sia la mano dell’Is, e le indagini degli acquirenti si stanno concentrando su questa pista. Nella sola giornata di ieri la polizia turca ha arrestato 36 persone legate al califfato, ma non sembrano esserci collegamenti con l’attentato di Ankara.

Nel frattempo, la tensione nello Stato rimane altissima e nonostante il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, avesse annunciato un cessate il fuoco fino al giorno delle elezioni, previsto per il 1° di novembre, l’esercito turco ha effettuato nella giornata di ieri degli attacchi aerei contro il Pkk nel nord dell’Iraq e nel sudest della regione turca, uccidendo quasi cinquanta esponenti della guerriglia curda.

sarajevo-660x330Le poste austriache hanno emesso oggi due francobolli per ricordare l’attentato di Sarajevo, I due francobolli (da 70 e 62 centesimi di euro) sono raccolti in un foglietto e mostrano i ritratti dell’arciduca Francesco Ferdinando e della moglie Sofia; sulla sfondo, un disegno che raffigura l’attentato da un giornale dell’epoca.

Il 28 giugno 1914 l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, e sua moglie Sofia vennero colpiti a morte con alcuni colpi di pistola sparati da Gavrilo Princip, diciannovenne serbo appartenente alla Giovane Bosnia, gruppo politico che mirava all’unificazione degli slavi del sud. Fu la scintilla che portò alla Prima Guerra Mondiale: un mese dopo, infatti, il 28 luglio, l’Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia.

L’assassinio di Sarajevo fu organizzato da studenti anarchici fra i 16 e i 20 anni,  oltre a Princip, altri studenti avevano avuto diversi compiti nell’attentato e si erano accordati per suicidarsi una volta portato a termine. Nessuno lo fece, per motivi diversi e un po’ comici. Il mese successivo, l’Austria dichiarò guerra alla Serbia provocando diverse reazioni che avrebbero in seguito causato la Prima Guerra Mondiale.

L’attentato fu opera di un ragazzino fanatico di vent’anni, dai suoi due spari, come conseguenza,ci furono trenta milioni di morti macellati nel più grande conflitto armato cui il mondo avesse mai assistito.

Un giornale dell’epoca così lo descrive: “L’arciduca ereditario Francesco Ferdinando si reca in Bosnia accompagnato dalla sua consorte a presenziare colà le manovre militari e, nel mentre attraversavano la città di Sarajevo in automobile, furono proditoriamente uccisi con rivoltella da un Serbo di nome Princip. Il fatto destò universalmente tristissima impressione, e il pubblico si mise in attesa del conseguente gravissimo castigo con cui l’Austria avrebbe vendicato il delitto e il proprio insulto. Ne seguì il processo, che assodò l’esistenza di una vasta congiura serba contro l’arciduca e contro l’Austria stessa colla complicità del governo Serbo stesso aizzatovi dal contegno della Russia”.

Da quel attentato scaturì un immane tragedia.

Esplosione con morti e feriti – Ancora sangue in Pakistan, dove questa mattina sono morte 11 studentesse a causa di una bomba piazzata su un autobus dell’università femminile Sardar Bahadur Khan situata a Quetta, una città nel Pakistan sud occidentale. A riferirlo è Atique Khan, funzionario di polizia pakistano che ha reso nota la notizia: “Confermo che 11 studentesse sono state uccise e più di 17 ferite”.

Pakistan – studentesse in gravi condizioni

E il racconto della tragedia si fa ancora più agghiacciante quando viene spiegato cosa sia accaduto veramente sull’autobus: “La bomba è esplosa appena le studentesse e le insegnanti sono salite sull’autobus per andare dall’università al centro città”. Le studentesse decedute sono dunque 11, ma il numero potrebbe aumentare con il passare del tempo visto che alcune persone sono ferite e in gravi condizioni. Secondo le prime indagini, l’ordigno sarebbe esploso tramite un comando a distanza.

giuseppe la rosa afghanistanDue giorni fa è caduto in Afghanistan, in seguito all’ attentato di un estremista. La salma di Giuseppe La Rosa, trentunenne siciliano, capitano dei Bersaglieri, ucciso sabato scorso, è a Ciampino e sarà portato al Policlinico dell’Umberto I.

Il Ministro della Difesa Mauro si espresso in merito alle controverse versioni circa la dinamica dell’ attentato. L’autore sarebbe un adulto. Una macchina avrebbe rallentato il mezzo italiano in prossimità di un bazar affollato e “una persona adulta avrebbe buttato l’ordigno ed sarebbe scappata” . Diversamente, in Afghanistan, i talebani sostengono che a compiere l’attentato sia stato un bambino di 11 anni. “Propaganda dei talebani!” replica Emma Bonino.

In ogni caso, è in corso un’inchiesta per capire cosa abbia costretto gli italiani a rallentare.

Ad attendere il feretro di Giuseppe La Rosa, i familiari, il Premier e il Ministro della Difesa. La camera ardente sarà allestita al Celio. I funerali fissati per le ore 18 nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma.