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meduri anasMesi caldi per la Guardia di Finanza italiana, che si trova impegnata a sviscerare un malaffare diffuso che sembra avere riportato il paese alle oscure pagine di Mani Pulite. Dopo i numerosi arresti avvenuti in seguito agli illeciti sui tributi chiamati ‘la Tangentopoli del Fisco’, è la volta di un’importante inchiesta per corruzione negli appalti stradali.

Si tratta di ordinanze di custodia cautelare che nei giorni scorsi sono state prontamente emesse dal gip del tribunale di Roma e che interessano in totale 19 persone, in gran parte funzionari e dirigenti dell’Anas e imprenditori che si sono aggiudicati gli appalti per costruire opere pubbliche di primaria importanza. Nell’inchiesta sono risultati coinvolti anche un avvocato e un politico, a riprova che le manovre di corruzione sulle opere pubbliche dimostrano ramificazioni nel campi della politica e delle consulenze.

L’operazione ha coinvolto ben 250 militari delle fiamme gialle del comando provinciale di Roma e l’azione di arresto è scattata nelle prime ore dell’alba del 10 marzo. I mandati sono arrivati dalla procura di Roma e hanno fatto seguito alle indagini condotte negli scorsi mesi dal nucleo di polizia tributaria della Finanza della capitale. 50 sono le perquisizioni finora condotte e il sequestro di capitali finora messo in atto interessa circa 800mila euro.

La provenienza di questi soldi si presuppone legata ad una serie di pagamenti illeciti che sarebbero intercorsi fra diversi soggetti coinvolti. L’operazione è stata ribattezzata Dama Nera e i nomi delle persone arrestate e indagate verranno resi noti nei prossimi giorni. Ciò che è certo è che si tratta di appalti e mazzette legate all’Anas e alla costruzione di opere pubbliche di fondamentale importanza per il nostro paese. Nel frattempo l’agenzia Askanews ha dichiarato che il parlamentare coinvolto sarebbe Marco Martinelli, esponente di Forza Italia e tuttora al lavoro nell’attuale legislatura.

vaticanoIeri una vera e propria bomba ad orologeria è scoppiata nello stato del Vaticano, dopo l’arresto di Francesca Immacolata Chaouqui e di monsignor Vallejo. Si è trattato di una notizia che immediatamente è salita alla ribalta, e che in un baleno ha fatto il giro del mondo, apparendo nelle testate di tutti i quotidiani cartacei e on line del mondo.

Ma chi sono questi due signori e perché sono stati arrestati dal Vaticano? Tutto si basa sulla fuga di notizie segrete e riservate che sarebbe avvenuta negli ultimi anni nelle stanze del Vaticano, la quale è imputabile, per l’appunto, a Francesca Immacolata Chaouqui, pr e consigliera economica di sua santità e a monsignor Vallejo, ex segretario della Prefettura degli Affari economici e della Commissione di studio sulle attività economiche e amministrative, il Cosea.

I due sono stati arrestati per avere sottratto e diffuso notizie riservate e ora rischiano una pena variabile da 4 a 8 anni di reclusione, secondo quanto riporta il diritto vaticano. La Chaouqui è stata prontamente difesa dall’avvocato Daniela Bongiorno e ha collaborato, ottenendo di poter essere scarcerata, mentre la posizione del monsignore rimane ancora al vaglio del promotore di giustizia Gian Piero Milano, che fra la notte di sabato e domenica scorsi ha interrogato l’uomo e convalidato lo stato di arresto.

Alla base di questi arresti la imminente uscita di due volumi, “Via Crucis” di Gianluigi Nuzzi e”Avarizia” di Emiliano Fittipaldi. Si tratta di due libri di inchiesta che si sarebbero serviti di materiale segreto, che i due avrebbero sottratto dalla Santa Sede e quindi elargito sotto compenso grazie alla loro posizione all’interno della commissione sullo studio delle attività economiche nello Stato del Vaticano.

Nel frattempo, tanti sono i rumors che accompagnano le due figure, perché i giornalisti si sono impegnati a scavare nella loro storia, dimostrando legami di amicizie e di parentele che li hanno fatto raggiungere posizioni molto importanti all’interno del Vaticano. Mentre la posizione della Chaouqui è ora da confermare, è prontamente arrivata la smentita dell’Opus Dei che dichiara la non appartenenza del prelato alle sue file.

pedopornografia venezia arrestoIeri sera i lampeggianti blu della polizia hanno finalmente illuminato il quartiere della Bagheria a Palermo, considerato da tutti la roccaforte della mafia, il luogo simbolo di una città che con il pizzo e le estorsioni deve convivere dalla notte dei tempi. Il provvedimento di arresto per 22 persone è scattato, infatti, nel cuore della notte, e secondo chi vive nel quartiere questo è simbolico di 25 anni di vita quotidiana, di paure e di malavita che si sono respirate fra le mure del rione.

A scrivere i 22 nomi delle persone che sono state arrestate è stata la gente che vive alle porte di Palermo, perché 36 commercianti e imprenditori hanno denunciato anni di ricatti passati a pagare il pizzo ai boss locali. Si tratta di una scelta che non ha precedenti, iniziata da tre imprenditori locali che si sono presentati in veste spontanea dai carabinieri del nucleo investigativo del comune di Palermo. A seguito delle dichiarazioni e alle dichiarazioni del pentito Sergio Flamia, sono quindi scattate le manette per 22 estorsori, che da anni minacciano e mettono in ginocchio la vita degli abitanti del quartiere.

Secondo il colonnello Salvatore Altavilla, il pizzo è stata una tassa che per anni è stata pagata dagli imprenditori, una sorta di vitalizio dedicato ai boss e alle loro famiglie, che ha gettato sul lastrico tante persone oneste, che si sono indebitate fino al collo per tenere aperta la loro attività e per mettere al sicuro le loro famiglie. Secondo l’arma, sono però tanti gli operatori economici che hanno finalmente detto basta, e che ora si sono decisi a collaborare con la giustizia. Si tratta di imprenditori locali stanchi di subire, forti di una coscienza rinnovata e del fatto che la mafia, a Palermo, sta declinando fra i giovani e anche fra le generazioni passate.

ele_introNotte movimentata ad Ostuni per la giornalista ed ex conduttrice Rai Eleonora De Nardis  che è stata posta agli arresti domiciliari con l’accusa di lesioni personali per aver ferito il compagno con un arma da taglio all’avambraccio sinistro.

Eleonora De Nardis, ex Porta a Porta, Uno Mattina Estate e inviata di Tg2 Costume e Società, è stata arrestata per aver accoltellato il compagno. I fatti si sono verificati attorno all’una della scorsa notte in una abitazione del centro storico di Ostuni, provincia di Brindisi, accanto ad un pub affollato.

Il coltello è stato poi sequestrato dalla polizia nell’appartamento in cui è avvenuto il ferimento che la coppia aveva affittato nel borgo antico.

Da una prima ricostruzione degli agenti, sembra che i due abbiano litigato poco dopo l’una della notte, l’allarme è stato dato dall’uomo che, sanguinante, è sceso in strada e ha chiesto aiuto ai clienti del pub. Sul posto 118 e poliziotti del commissariato di Ostuni, che hanno subito informato il pm di turno del tribunale di Brindisi, Milto Stefano De Nozza.

A quanto accertato, sulla base dei racconti dei testimoni, si sarebbe udito un urlo provenire dall’interno dell’abitazione che si affaccia proprio nella zona in cui vi sono i tavolini del pub. Indagini in corso per accertare il movente dell’accaduto, da ricercare probabilmente in questioni personali

La De Nardis, 38 anni, tre figli, è agli arresti domiciliari con l’accusa di lesioni personali per aver ferito il compagno con un arma da taglio all’avambraccio sinistro, nel 2000 si è sposata con il giornalista Rai Gianluca Di Schiena, con il quale ha avuto due figli.
Dal 2006 si era fidanzata con l’attuale compagno, con il quale ha avuto una bambina.

33570-acqua-alta-a-veneziaAncora politica corrotta! Secondo gli inquirenti i politici  corrotti dalle mazzette degli imprenditori , hanno distratto dei fondi relativi al Mose in una serie di fondi neri all’estero.  Le Fiamme gialle hanno scoperto che almeno 20 milioni di euro, così occultati, erano finiti in conti esteri d’oltre confine e che, probabilmente, erano indirizzati alla politica, circostanza che ha fatto scattare l’operazione di questa mattina all’alba. 

 Gli uomini della Guardia di Finanza hanno arrestato il sindaco Pd Giorgio Orsoni,  ai domiciliari, e l’assessore regionale alle Infrastrutture di Forza Italia Renato Chisso,  insieme ad altre 33 persone. La Procura, che ha iscritto nel registro degli indagati un centinaio di persone, ha chiesto anche l’arresto per l’ex governatore e ministro Gian Carlo Galan, attualmente parlamentare e per il quale è necessario il via libera dell’apposita commissione. I reati contestati a vario titolo vanno dalla concussione alla corruzione  fino al riciclaggio. 

 Il gip ha firmato, in totale, 35 misure cautelari.  Sono in corso anche un centinaio di perquisizioni e sequestri di beni.

L’indagine della GdF è guidata da un pool di pm della procura di Venezia composta da Stefano Ancillotto, Stefano Buccini, Paola Tonini, era iniziata già tre anni fa, l’anno scorso erano arrivati i primi arresti : a finire in manette,  Baita e Mazzacurati, che si era da poco dimesso dai vertici del Consorzio Venezia Nuova.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, in particolare, Baita, fermato il 28 febbraio 2013, assieme  a Nicolò Buson  che lavorava sempre alla Mantovani, a Claudia Minutillo, imprenditrice ed ex segretaria di Galan, e a William Colombelli,  broker attivo a San Marino, avrebbero creato, attraverso un giro di fatture false, fondi neri indirizzati poi su conti esteri, che sarebbero serviti, almeno in parte, per finanziare politici e partiti, di ogni schieramento, durante le campagne elettorali.

 

Andrea Ferri – Nella serata di ieri c’è stata una vera e propria svolta nelle indagini in merito all’omicidio di Andrea Ferri, imprenditore di Pesaro che nella notte di lunedì scorso è stato ucciso. I carabinieri hanno infatti arrestato due persone, un marocchino e un macedone, entrambi dipendenti di Ferri nel distributore di benzina che da tempo possedeva. Secondo quanto si apprende, i due volevano rubare il Suv di Andrea Ferri, ma la rapina è diventata una vera e propria esecuzione con 6 colpi d’arma da fuoco: 5 alla testa e uno alle spalle.

Omicidio Andrea Ferri – rischio linciaggio per uno dei killer

Uno dei killer, il macedone, ha rischiato di essere linciato all’uscita della caserma dei carabinieri di Pesaro, dove poi è stato trasferito in carcere. Alcuni dipendenti hanno cercato di aggredirlo e solo l’intervento delle forze dell’ordine ha sventato l’attacco. Per non dare nell’occhio, il macedone si era anche presentato ai funerali di Andrea Ferri, ma ciò non è bastato per scagionarlo.

  14 rapine in 4 mesi a Roma: tre arresti. Una banda di tre romani, già note alle forze dell’ordine, è stata arrestata dai carabinieri dopo aver portato a compimento ben 14 rapine negli ultimi 4 mesi, tutte effettuate ai danni di istituti di credito della Capitale. I colpi hanno fruttato complessivamente un bottino di 200.000 euro, oltre a due rolex.

Il modus operandi era sempre lo stesso: i tre malviventi indossavano parrucche, sciarpe e occhiali da sole, facevano irruzione in banca e si facevano consegnare l’incasso minacciando gli impiegati con un taglierino. Un sistema piuttosto semplice ma a quanto pare efficace visto il numero di colpi messi a segno e il bottino di tutto rispetto che i tre erano riusciti ad accumulare in soli 4 mesi.

  Dragaggio Pescara, appalti: due arresti. Due arresti e diversi indagati per una vicenda riguardante gli appalti del dragaggio del porto del capoluogo abruzzese. La Guardia di Finanza di Pescara ha notificato due ordinanze di misura cautelare degli arresti domiciliari, emesse dal Gip del Tribunale dell’Aquila su richiesta della Procura Distrettuale dell’Aquila nei confronti di un noto professionista pescarese ed un ex dirigente del Ministero delle Infrastrutture. I capi d’accusa sono turbativa d’asta e gravi violazioni alle normative disciplinanti gli appalti pubblici. La gara in questione è quella relativa ai lavori affidati in appalto nel 2011 alla ditta Gregolin di Venezia.

I finanzieri hanno  notificato anche due misure interdittive a carico dei titolari di due ditte partecipanti alla gara di cui sopra.