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20130228_polizia_3In una nota riservata della Polizia l’allarme per gli scali nazionali e internazionali la nota riportata nel quotidiano “Il Tempo”, ha fatto alzare le misure di sicurezza soprattutto negli scali più a rischio.

La notizia parla di esplosivo nascosto in un posto impensabile, nel latte per neonati, e da far esplodere durante il volo sugli aerei in partenza dagli aeroporti italiani. Una minaccia che ha messo in allerta gli addetti alla sicurezza e che ha delle basi fondate perché arriva da informazioni sicure, emanate dai servizi d’intelligence di altri Paesi dell’Ue, degli Stati Uniti e di Israele.

Infatti, il documento riportato nel quotidiano dice chiaramente: “Gruppi terroristici potrebbero adottare un nuovo metodo per occultare ai controlli di sicurezza materiale esplosivo da introdurre a bordo di aeromobili“. Il messaggio è chiaro: i terroristi potrebbero ricorrere a delle scatole di latte per neonati riempite con sostanze composte da ammonio, zucchero in polvere, cloridrato di potassio e di zolfo, e dotate di un apparecchio elettronico che può fungere da detonatore per provocare l’esplosione.

Allo stato, viene sottolineato, l’offensiva dell’Isis in Siria e in Iraq e le minacce dei suoi membri all’occidente, fanno dell’Italia, come degli altri paesi dell’Ue, un obiettivo possibile dei fondamentalisti. Ma non ci sarebbero al momento elementi nè informazioni d’intelligence che fanno ritenere il nostro paese al centro di un possibile attacco.

Sotto particolare osservazione dell’intelligence restano attualmente i foreign fighters, ossia gli europei che tornano in patria dopo aver combattuto in Siria e Iraq, e i cosiddetti “lupi solitari”, i jihadisti individuali che potrebbero dar vita a eventuali iniziative estemporanee. Se ne contano al momento una trentina e sono questi i soggetti più temuti in tema di terrorismo internazionale.

AP2527366_ArticoloA Monrovia, la capitale della Liberia, è il caos: un commando di uomini armati ha attaccato la struttura dove erano ricoverate – in regime di isolamento – ventinove persone contagiate dal virus dell’ebola, l’epidemia che sta mettendo in ginocchio l’Africa che sono riuscite a scappare e adesso sono in fuga.

Secondo quanto raccontano fonti locali e testimoni, l’attacco è avvenuto nella notte tra ieri e oggi e sembrerebbe essersi trattato di un saccheggio. Gli assalitori, infatti, hanno sfondato le porte e hanno razziato i locali.

Dopo l’Oms anche Medici senza frontiere lancia l’allarme: “L’epidemia di Ebola non riguarda più solo villaggi di campagna ma anche città come Monrovia, che ha più di un milione di abitanti”.ha dichiarato infatti il direttore di Medici senza frontiere, la dottoressa Joanne Liu, al termine di una visita di due giorni nell’Africa Occidentale.

“Il virus si propaga molto più rapidamente del previsto e dobbiamo ammettere di aver veramente sottovalutato questa nuova epidemia di febbre emorragica” ha spiegato la dottoressa, aggiungendo: “La gente non si fida dei centri sanitari e cerca di non andarci.

Molti tra coloro che seguono i pazienti non hanno competenze e attrezzature sufficienti e comunque medici e infermieri sono troppo pochi”. Il pericolo insomma è che colpendo città molto popolose, dove mancano servizi igienici e sanitari di base, il virus Ebola possa essere completamente fuori controllo.

Anche per questo alcuni paesi africani sono ricorsi a misure estreme come il Kenya che oggi ha deciso la chiusura totale delle proprie frontiere ai Paesi più colpiti da Ebola cioé Guinea, Liberia e Sierra Leone. Il ministro della Salute keniano, James Macharia, ha affermato che i passeggeri provenienti da questo paese, anche via mare, non potranno entrare in Kenya.

29968256Il premier Medvedev ha annunciato, Mosca risponde alle sanzioni: embargo sui cibi americani ed europei, il divieto per un anno a prodotti agricoli, caseari e carne. In Italia allarme Coldiretti: a rischio un volume d’affari da 706 milioni di euro

Si tratta di un divieto che ha effetto immediato e che dovrebbe durare un anno; la misura secondo il primo ministro favorirà l’agricoltura russa, ma si tratta di una risposta obbligata alle sanzioni occidentali.

Il primo ministro ha affermato che la Russia è stata costretta a rispondere alle sanzioni occidentali.

Possibile chiusura dello spazio aereo – Mosca sta anche valutando la possibilità di bandire ai voli americani ed europei la rotta trans siberiana.
“Il governo della Federazione russa -ha affermato Medvedev- sta considerando una serie di rappresaglie. Questo non vuol dire che saranno avviate immediatamente. Tuttavia sono ‘sul tavolo’. La prima è un bando delle linee aeree europee e americane che usano il nostro spazio aereo per il transito verso le regioni del sud est asiatico”

In secondo luogo, ha aggiunto, “stiamo considerando la possibilità di cambiare i punti di entrata e uscita dallo spazio aereo russo per i voli regolari e charter condotti da compagnie americane ed europee”. Tali misure vengono considerate in risposta alle sanzioni occidentali contro la linea aerea russa low cost Dobrolet.

“Le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani in Russia nonostante le tensioni sono aumentate ancora dell’uno per cento nel primo quadrimestre del 2014 dopo che lo scorso anno avevano raggiunto la cifra record di 706 milioni di euro messi ora a rischio dall’annuncio di sanzioni”. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli effetti della decisione della Russia di limitare o bloccare le importazioni agricole.

solar-e1344538932455Secondo gli studiosi arriverà una super tempesta solare anche se è impossibile calcolare con precisione quando.

A chiedere ai Governi di mettere in atto contromisure e’ un gruppo di ricercatori della task force internazionale SolarMax dalle colonne della rivista Physics World.
Gruppi di ricercatori con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sul problema, sensibilizzando i governi, esistono anche in Europa con lo scopo di tenere alta l’attenzione per non farsi cogliere impreparati dalla super-tempesta solare.

Anche in Italia sta nascendo un gruppo chiamato Swic (Space Weather Italian Community). “L’obiettivo e’ coordinarsi in una rete europea”, spiega Massimo Messerotti, dell’osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e membro del Consiglio direttivo della Swic.

Il gruppo del SolarMax coordinato da Ashley Dale, dell’universita’ di Bristol, non usa mezzi termini e avverte che gli effetti della super-tempesta solare potrebbero essere “catastrofici” e protrarsi “a lungo termine”.

Impossibile definire quando avverrà, impossibile fare previsioni precise, ma ciò che è certo è che una violenta tempesta solare si verificherà in futuro sul nostro pianeta. Una tempesta causata da onde di particelle inviate dal sole verso il nostro pianeta, in grado di alterare e danneggiare pesantemente i sistemi e le linee elettriche, provocare blackout e mandare in tilt satellite e telecomunicazioni.

L’elevata distanza tra Terra e Sole, ci ripara ovviamente dagli effetti devastanti che invece si evidenziano su Mercurio e Venere, dove le tempeste solari arrivano con notevoli intensità e, causa anche mancanza di atmosfera, rendono questi pianeti inospitali per qualunque forma di vita conosciuta.

Di tanto in tanto, però, le eruzioni solari sono molto più intense del solito, tanto da giungere anche sulla Terra.
Secondo i calcoli della Nasa avviene una tempesta ogni 150 anni e l’ultima c’è stata nel 1859, tuttavia  quell’evento non è stato l’unico, nel 1921 c’è stata un’altra tempesta, forse più intensa, così come un’altra forte tempesta c’è stata nel 1989 ed è rimasta memorabile anche la tempesta di Halloween, fra ottobre e novembre 2003, con interruzioni dei segnali Gps e delle telecomunicazioni.

Non ci sono elementi per dire se la tempesta arriverà a breve o fra 100 anni, ma gli studiosi sono certi che si verificherà, ma non sono in grado di dire quando; l’importante è essere preparati ad affrontare questi eventi estremi.

lavoro_dignitaDopo i dati dell’Istat e di Bankitalia che certificano l’allontanarsi della ripresa e l’impatto quasi nullo degli 80 euro elargiti dal governo, ieri è stata Confindustria a mettere il dito nella piaga.
Nelle regioni del Sud, dove fare l’imprenditore è quasi una scelta eroica e dove i finanziamenti, quando arrivano, sono inghiottiti dalla malavita o si perdono in mille rivoli clientelari, la crisi sta producendo una desertificazione imprenditoriale.

Per gli effetti durissimi del periodo nero dell’economia sul sistema finanziario e produttivo del Mezzogiorno: il pil è in calo di 47,7 miliardi, le imprese sono quasi 32 mila in meno, i posti di lavoro persi sono più di 600 mila con 114 mila persone in cassa integrazione.

Lo stato di salute tracciato dal Check Up Mezzogiorno elaborato da Confidustria e Srm-Studi e ricerche parla chiaro: l’economia meridionale è in gravi condizioni. Da gennaio hanno chiuso i battenti 573 imprese al giorno.

Anche gli investimenti, sia pubblici che privati, tra il 2007 e il 2013 sono diminuiti di circa 28 miliardi, con un calo che oscilla tra il 34% e il 47% per l’industria in senso stretto, e attestato al 34% nell’agricoltura e nella pesca, settori di eccellenza del Mezzogiorno.
In questo quadro negativo ci sono però delle note positive: le esportazioni nel 2013 hanno registrato, rispetto al 2007, una crescita del 2,7%; crescono le società capitali (+3,2% rispetto al 2013) e quelle aderenti a contratti di rete (circa 1600), in sviluppo anche le imprese avviate da giovani (50 mila registrate nel 2013); infine, sul fronte del turismo, in alcune regioni sono aumentati i turisti stranieri.

“Occorre un robusto intervento per amplificare al massimo questi segnali positivi attraverso due azioni convergenti: da un lato è necessario attuare riforme istituzionali e strutturali e dall’altro queste riforme devono essere sostenute da una politica economica orientata allo sviluppo” si sottolinea nel rapporto Confindustria.