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grande-guerramonito-hollande-sulla-pace_456fe21a-1bca-11e4-a5c9-9d48e46d81c5_cougar_imageSi è svolto ieri alla Casa Bianca l’incontro fra il presidente francese Hollande e il presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama. Washington ha fatto da sfondo da un incontro atteso, che non poteva non avere luogo alla luce dei tremendi fatti di Parigi di due settimane fa.

I leader politici si sono dimostrati d’accordo sulla linea da mantenere contro il terrorismo internazionale, affermando che gli Stati Uniti e la Francia sono uniti in solidarietà contro il nemico comune. I due leader hanno quindi concordato sul fatto che l’azione contro lo Stato Islamico deve essere intensificata, sia in Siria che in Iraq.

La situazione di ieri era moto tesa, a causa della notizia dell’abbattimento di un caccia russo da parte dell’aviazione turca a causa della violazione dello spazio aereo su Ankara. I due leader si sono quindi trovati d’accordo sul cuore della questione e hanno sancito il patto necessario per distruggere l’Is in comune, in solidarietà e mostrandosi ‘implacabili davanti al male’.

Obama ha quindi ribadito questi concetti nella conferenza stampa che ha fatto seguito all’incontro, ribadendo l’impegno profuso dagli States negli Stati arabi e sottolineando che la Russia deve concentrarsi sulla lotta contro l’Is, il quale deve essere sconfitto anche attraverso la cacciata di Assad dalla Siria e la nascita di un nuovo governo siriano.

Obama ha quindi chiesto all’Europa di condividere le informazioni, soprattutto per quanto riguarda la piaga dei foreign fighters, i guerrieri che ogni giorno partono alla volta della Siria o dei paesi attigui per arruolarsi fra le fila dell’Is. Si tratta di una piaga che coinvolge in particolare lo Stato francese, dove anche molti ragazzi di origine francese decidono di partire spontaneamente per scarificarsi in nome della lotta santa.

L’incontro di ieri ha quindi sancito un’unione che si prospettava già forte, ma che grazie alle parole pronunciate al pubblico si è rivelata attiva e decisamente più rassicurante per il mondo intero.

usa cinaLa Cina e gli Stati Uniti hanno finalmente raggiunto un accordo storico per ridurre le emissioni di gas serra, come riferiscono i media americani. Lo storico accordo, annunciato oggi dal presidente Usa Obama e dal collega cinese Xi, prevede nuovi e più sicuri obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio degli Usa. La Cina, da parte sua, si impegna per fermarne l’aumento entro il 2030. L’amministrazione Usa inoltre ha promesso di ridurre le emissioni del 25-28 % entro il 2025.

Ci sono stati diversi accordi del genere in passato, ma è la prima volta in assoluto che la Cina si impegna ad un intervento per eliminare i gas serra. Pechino e Washington, da sole, sono responsabili del 45 % delle emissioni di CO2 mondiali, ed è quindi importante che siano in primo luogo questi Paesi ad occuparsi del problema, che riguarda tutti noi a livello planetario. Secondo alcuni funzionari americani l’accordo tra i due Paesi più inquinatori al mondo si è potuto ottenere tramite negoziati segreti tra Stati Uniti e Cina, negoziati durati ben nove mesi, compresa una lettera di Obama a Xi. I due Paesi hanno scelto di avere un approccio comune che potrebbe portare ad un nuovo accordo globale sul clima entro l’anno prossimo.

Per raggiungere l’obiettivo cinese – fermare l’aumento di CO2 entro il 2030, il presidente Xi ha annunciato che le fonti energetiche pulite, come l’energia solare e eolica, saranno portate al 20 per cento della produzione totale cinese. Il presidente americano Barack Obama invece si è detto molto “orgoglioso” per lo “storico” accordo con Pechino. Xi Jinping ha poi affermato e dichiarato che la Cina è pronta a collaborare con gli Usa su una serie di questioni di importanza globale, come ad esempio la lotta ai cambiamenti climatici e all’ebola. Obama però è in difficoltà con la nuova maggioranza repubblicana appena eletta: il leader repubblicano al Senato Usa, infatti, Mitch McConnell, ha dichiarato che l’accordo americano con la Cina “è impraticabile”.

Nx233xl43-samsung-apple-121025172613_medium.jpg.pagespeed.ic.vVvk9MLkrDSamsung e Apple mettono fine a tutti i loro contenziosi al di fuori degli Stati Uniti nella ”guerra dei brevetti”. Lo ha annunciato il gigante sudcoreano dell’elettronica in un comunicato.

“L’accordo – dice la Samsung – non prevede nessuna autorizzazione riguardante le licenze” che permetterà a una compagnia di utilizzare i brevetti dell’altra “e le compagnie manterranno i procedimenti in corso davanti ai tribunali americani” ha aggiunto.

Apple ha depositato una prima denuncia contro il suo concorrente nel 2011 e da allora la guerra si e’ propagata a molti paesi, tra cui Francia, Corea del sud, Germania, Giappone, Italia, Olanda, Gran Bretagna e Australia. Negli Stati Uniti la Apple, che accusa la Samsung di utilizzare in maniera massiccia le proprie invenzioni nei suoi prodotti, ha gia’ ottenuto a piu’ riprese l’interdizione dei modelli di smartphone della Samsung davanti alla Commissione americana del commercio internazionale (USITC). La Samsung, a sua volta, accusa la Apple di non rispettare i propri diritti tecnologici e commerciali.

Nel maggio scorso una corte della California ha aggiudicato alla Apple un risarcimento di 119 milioni di dollari in una causa contro Samsung. La stessa corte, però, ha ordinato alla casa fondata da Steve Jobs di pagare al colosso sud coreano 158 milioni di dollari per aver violato un brevetto di Samsung, nella progettazione degli I Phone 4 e 5.

Nel 2012, invece, a Samsung fu ordinato di pagare più di 900 milioni di dollari. Un verdetto al quale la casa sud coreana ha fatto appello. Tutto cominciò nel 2011 quando Apple accusò Samsung di aver ispirato il Galaxy ai propri prodotti. Secondo alcuni analisti, l’accordo annunciato oggi potrebbe essere un primo passo per giungere ad un’intesa anche per le controversie in atto negli Stati Uniti.

ucraina_boeing_malese_abbattuto_gettyUn accordo è stato raggiunto tra il governo di Kiev e i separatisti filorussi. Si potranno così rimuovere i corpi delle vittime del terribile disastro aereo dello scorso giovedì: si tratta dell’equipaggio e dei passeggeri del volo MH17 della Malaysia Airlines abbattuto da un missile terra-aria mentre sorvolava l’Ucraina.

A riferire dell’accordo è stato il vice premier Vladimir Groisman, che ha anche spiegato che i corpi saranno trasferiti in treno in un laboratorio di Kharkiv, a circa 250 chilometri dal sito del disastro. “Abbiamo raggiunto un accordo preliminare con coloro che controllano l’area dell’incidente aereo per evacuare i corpi”, ha detto il vice premier in una nota.

Non si vedono più corpi nell’area del disastro aereo di giovedì nell’Ucraina orientale. Lo riferiscono i media internazionali verificando sul posto. Sono 196 quelli ritrovati sui 298 passeggeri morti nell’abbattimento dell’aereo malese. I ribelli sembrano aver lasciato la zona.

I separatisti hanno inoltre comunicato che garantiranno la sicurezza degli esperti internazionali sul luogo dello schianto se Kiev accetterà una tregua. Lo si legge in un comunicato dell’autoproclamata repubblica del Donetsk: “Invitiamo Kiev a concludere immediatamente tale accordo di cessate il fuoco almeno per la durata dell’inchiesta sul sito della catastrofe”, si legge.

Secondo il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali l’intelligence sospetta che Mosca abbia fornito diversi sistemi SA-11 nell’Ucraina dell’est e li abbia poi rimossi dopo l’incidente. Le indicazioni dei servizi Usa sembrerebbero confermare quanto affermato dall’Ucraina.

Intanto “Alla luce dell’accaduto all’MH17, Malaysia Airlines non applicherà alcuna penale ai passeggeri che vorranno cambiare destinazione – si legge in un comunicato della compagnia -. Coloro che vorranno posticipare o annullare i loro biglietti saranno rimborsati, compreso chi ha comprato ticket non rimborsabili”.