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Italia: il sommerso vale 211 miliardi di euro

lavoro-neroSe l’economia ufficiale del nostro paese mostra segnali di debolezza diffusi, c’è una entità parallela che non conosce né crisi né problemi di sorta e che vede aumentare il ‘fatturato’ di anno in anno. Si tratta del sommerso e dei proventi che arrivano dalla criminalità organizzata, fondi che non sanno cosa sia la parola crisi e che registrano aumenti incisivi anno dopo anno.

Qualche dato può essere utile per comprendere la gravità della situazione, e secondo la Cgia di Mestre tra il 2011 e il 2013 l’economia sommersa e quella illegale hanno registrato un aumento di 4,85 miliardi, raggiungendo i 207,3 miliardi nel 2013. Si tratta di cifre impressionanti, che se vengono comparate con i dati ufficiali ammontano al 12,9% del Pil del nostro paese.

L’economia pulita, ovvero il reddito nazionale calcolabile è però diminuita di 36,8 miliardi, scendendo al di sotto dei 1.400 miliardi globali. Ecco che se l’incidenza del sommerso è rimasta uguale anche nel biennio successivo al 2013, quindi in quello appena trascorso, il mancato contributo al Pil potrebbe tradursi in un totale di 211 miliardi di euro. Si tratta di un aspetto fondamentale, per la Cgia che ha redatto la proiezione, di un dato che deve essere considerato e valutato in quanto ha effetti molto importanti sul fronte fiscale del nostro paese.

L’associazione mestrina ha quindi stimato una pressione che grava sul contribuente onesto che è pari al 50% circa del guadagnato. Questo aspetto impoverisce gli stessi lavoratori e li induce indubbiamente a ricercare strade alternative per i meno onesti. L’associazione ha definito che la pressione fiscale è frutto dal rapporto fra l’ammontare complessivo del prelievo, ovvero le tasse, i contributi previdenziali e i tributi e il Pil, ovvero il Prodotto Interno Lordo, cifra che si riferisce alla ricchezza prodotta in un anno dalle attività regolari e anche da quelle sommerse.

Stabilendo che l’ammontare del sommerso sia stato pari a 211 miliardi di euro, la pressione fiscale nello scorso biennio salirebbe quindi al 50,2%, una cifra enorme e difficile da gestire, soprattutto in previsione di prospetti di economia che guardano al rilancio dell’Italia all’estero. La previsione interessa infatti le attività illecite che vengono condotte in Italia, dove alte percentuali di sommerso arrivano dallo stesso lavoro, ma anche da attività come lo spaccio di droga e la prostituzione. Queste voci sanno quindi generare, secondo il report dell’associazione mestrina, introiti che non portano beneficio allo Stato e che non permettono di allentare la pressione fiscale per le persone oneste, perché la regola è molto semplice, ovvero se tutti pagassero le tasse, queste ultime sarebbe inferiori per l’intero popolo di contribuenti italiani.