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Betulle e querce per abbattere l’effetto serra

querce betulleUna recentissima ricerca apparsa sul giornale scientifico Science si è proposta molto interessante e condivisa sui social. Lo studio ha dimostrato che negli ultimi 200 anni gli esseri umani hanno piantato alberi sbagliati, perché colpevoli di accumulare troppo calore e di rilasciare troppa anidride carbonica nell’atmosfera, contribuendo così al riscaldamento globale.

Ma lo scopo di piantare alberi non dovrebbe essere quello di diminuire il riscaldamento e le emissioni di anidride carbonica? Nella teoria certamente, ma molto probabilmente lo sfruttamento del terreno messo in atto negli ultimi 260 anni ha guardato in una direzione sbagliata per il bene della natura.

Lo studio parla francese ed è stato realizzato dai ricercatori del Laboratorio di Scienze su Clima e Ambiente di Gif-sur-Yvette, in Francia, e ha dimostrato che non sempre piantare un albero può far bene all’ecosistema, perché dipende di che tipi di alberi stiamo parlando. Risultati positivi possono infatti essere ottenuti solo con il giusto tipo di piantagioni, che chiedono inoltre di essere gestiti in modo corretto durante la loro crescita.

La ricerca ha confrontato due epoche storiche, prendendo in considerazione l’epoca della rivoluzione industriale che ha indotto alla perdita globale di 190 mila chilometri quadri di foreste, radendo al suolo un’area più o meno grande tanto quanto lo Stato della Grecia. Negli anni successivi, fino al 2010, la tendenza si è invertita e c’è stata più riforestazione di quanto era stato abbattuto, perché sono stati ripiantati circa 386 mila chilometri quadrati di alberi, ovvero una superficie pari allo Stato della Germania.

Peccato che le scelte fatte al tempo non erano positive, perché alle specie autoctone rappresentate dalle querce e dalle betulle furono sostituite le conifere come i pini, gli abeti e i faggi, alberi che crescono rapidamente anche sui terreni molto sfruttati. Il latifondamento, ovvero la pratica di piantare querce e betulle doveva essere compiuta in un secondo momento, ma così non è avvenuto e l’uomo ha quindi ricoperto il pianeta di alberi che non si sono rivelati essere utili alla terra. La richiesta dei ricercatori è quindi di ricominciare a piantare questi tipi di alberi, che possono combattere il surriscaldamento globale e le emissioni di anidride carbonica con la loro presenza.