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Volkswagen: irregolarità registrate su 800mila vetture diesel

20150921_c1_volkswagen_1Non sembra esserci pace per il colosso automobilistico Volkswagen, che dopo lo scandalo dieselgate è chiamato ad affrontare delle irregolarità registrate anche sul contenuto di Co2, ovvero di anidride carbonica, nei motori dei suoi veicoli. Ad ammettere il problema è stata la stessa casa madre, la quale ha dichiarato che accanto alle irregolarità che interessano gli ossidi di azoto, ovvero i Nox, sono emerse delle incongruenze sugli scarichi di emissione di anidride carbonica in oltre 800mila veicoli alimentati a diesel.

La dichiarazione è apparsa in seguito alla profonda indagine ordinata dal Cda e i risultati hanno portato ad una stima di veicoli contraffatti che non è ancora affidabile, sia per la portata delle irregolarità sia per il numero dei veicoli coinvolti. I rischi economici sono stati in ogni caso valutati sui 2 miliardi di euro. Si tratta di una stima economica a spanne, che richiederà un dialogo con le autorità competenti in materia, per comprendere le conseguenze legali ed economiche di questa ulteriore scoperta.

La casa madre ha quindi dichiarato di voler andare a fondo della questione e di procedere in modo rapido per classificare correttamente in termini di emissione di anidride carbonica i veicoli interessanti dalle irregolarità che sono uscite allo scoperto in questi ultimi giorni. Nel frattempo, la scoperta ha sortito delle conseguenze importanti in tutto il mondo, fra le quali spicca la decisione di Porsche America di sospendere le vendite negli States del modello Cayenne diesel 4×4 fino a che non arriveranno nuove disposizioni a fare chiarezza sulle caratteristiche dei veicoli commercializzati.

Si tratta di un ulteriore capitolo che getta polvere sulla casa automobilistica tedesca e che rischia di bloccare ancora una volta la vendita di tanti veicoli in tutto il mondo. Dopo lo scandalo dei software truccati, il problema dell’emissione di CO2 si rivela spinoso e chiede di essere risolto in tempi brevi, per rassicurare chi ha acquistato i veicoli interessati, ma anche per dare la possibilità alla casa madre di poter iniziare con una produzione chiara e trasparente nell’immediato futuro.