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Donne in finanza? Ancora troppo poche secondo Aberdeen

Excited-Woman-Holding-Cash-720x406La finanza sembra essere una delle poche ‘roccaforti’ maschili, ovvero un settore dove le donne non operano, o vi operano in percentuali davvero minime. La grande crisi globale ha diminuito ancor più gli esegui numeri di donne impiegate nel settore, in quanto è stimato che da vent’anni a questa parte il numero delle donne impiegate negli studi di analisi delle grandi banche, nei fondi d’investimento o anche nelle case d’affari è decisamente diminuito.

Il tema è stato affrontato nel recente “Backroom to Boardroom-Women Networking Event”, un’iniziativa nata nel 2011 e promossa e sostenuta da Anne Richards, Ceo di Aberdeen Asset Management, società leader a livello europeo.

Il convegno si è posto la seguente domanda: ‘Quali sarebbero i benefici per il mondo dei fondi d’investimento se ci lavorassero più donne?’ La risposta va ricercata nella possibilità di ottenere più efficienza e meno errori, in quanto la componente femminile è solitamente meno portata ai rischi e all’azzardo, ma più orientata al lungo termine, un concetto che di questi tempi farebbe davvero comodo alla finanza internazionale.

“Backroom to Boardroom-Women Networking Event” è uno scambio in rete che si tiene in molti Paesi e quest’anno si è occupato di analizzare anche l’importanza del concetto di ‘fare squadra’. Serve, in altri termini, fare squadra per avanzare di carriera e di posizione nel mondo della finanza? Nell’ambiente maschile indubbiamente sì, in quanto recenti studi britannici hanno dimostrato che i maschi che appartengono ad un certo club quadruplicano le possibilità di raggiungere i vertici di una determinata società. Ecco che il concetto può essere applicato anche all’universo femminile e diventare quindi un caposaldo per entrambi i generi, non solo per migliorare la presenza femminile nel settore, ma anche per auspicare risultati migliori in termini di carriera e di soddisfazione personale.