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Vigili di Roma a rischio. Licenziamenti a catena

E comincia a suonare il Tam Tam per i vigili di Roma che durante la notte di capodanno sono diventati una razza in via d’estinzione: più dell’80% infatti non si sono presentati sul posto di lavoro. Pur concedendo che eravamo in pieno clima festivo bisognava comunque tenere d’occhio le strade per evitare eventuali incidenti con fuochi d’artificio o incidenti stradali e disordini eventuali.
La faccenda ha messo in allarme il Campidoglio che ha detto con certezza che, se verranno accertati eventuali abusi, i licenziamenti non tarderanno ad arrivare con tutta la dovuta giustificazione.

Un danno che non verrà riparato tanto presto, anche se le indagini stesso all’interno del corpo dei vigili urbani stanno procedendo. Le indagini appaiono quasi come una sorta di formalità procedurale per tamponare il tam tam mediatico creatosi attorno alla faccenda, essendo state assegnate per “venir terminate il più presto possibile”. Il fatto è che dovrà essere analizzata ed indagata ogni minima posizione e dinamica, di ogni vigile, così da capire chi ha sgarrato e chi no.
Non è stata un’illuminazione (per modo di dire) comune, ma quasi un movimento di gruppo, il che porta a pensare che ci siano dei diretti responsabili che hanno reso questa cosa una realtà facendo andare tutti i vigili urbani a casa per la notte di capodanno.

Una responsabilità elusa che però ha fatto letteralmente tuonare di rabbia le persone più in alto, che non aspetteranno altro che trovare le persone che hanno orchestrato tutto questo. Molti i certificati medici, ma ben pochi quelli che possono attualmente essere giustificati in una maniera del tutto genuina, constatando che non sono state ordinate visite fiscali per i vigili assenti.

Le sanzioni per questa bravata vanno dai 2500 euro fino ai 50 mila. E c’è chi in effetti dice, come Luigi Neri, vice sindaco della capitale: “Ho il massimo rispetto per uno sciopero, ma qui c’è una mancanza di responsabilità ed azioni disciplinari vanno applicate”.
Insomma, tanto meglio mettere uno sciopero per iscritto che farlo di nascosto, almeno secondo le parole della politica. Ma la faccenda non è ancora finita qui.