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Renzi: più sentenze, meno spettacolo

E’ tempo di smetterla con i mugugni: questo è quello che ha detto Renzi mentre attaccava i magistrati. A buona ragione bisogna aumentare le sentenze e fare meno spettacolo, tagliando via le interviste LIVE in televisione. La cosa ha naturalmente preso una certa piega se consideriamo i recenti eventi come omicidi al di fuori della sensibilità umana e scioperi che sono stati causati proprio per una mancanza adatta di comunicazione fra sindacati e magistrati.

“Anche i forconi oggi potrebbero andare a Chi l’ha visto, ed il talento di Beppe Grillo è stato restituito alla comicità alla quale era più legato. In bocca al lupo per il suo tour” sono le dure parole che hanno accompagnato tutt’oggi quello che è stato detto da parte di Renzi, il quale ha definito che il PD “Non è un partito della nazione perché immagina chissà quale strane mutazioni genetiche. Il PD non si accontenta di vedere i sogni dell’Italia stuprati da anni di mal governo”.
Le tensioni sono alte: misure drastiche sembrano necessarie per rimettere in sesto un’Italia strappata fra violenza e sofferenza, dettata da un’economia ormai al fondo del pozzo.

Ma no al Diktat, una misura dalla quale non si può fare più ritorno. “Chi vuol cambiare il segretario può aspettare fino al 2017, chi vuol cambiare il capo del governo si metta il cuore in pace, se ne parla al 2018. Ma soprattutto: chi vuole cambiare l’Italia non perda un secondo”.

Massimo D’Alema non era presente all’assemblea del PD. Un’assemblea fatta di severità e durezza granitiche che nei veri termini del nostro paese è sempre qualcosa che prima o poi verrà fatta in ambito delle attuale tensioni. Mancava anche Pier Luigi Bersani, ma questo a causa di un mal di schiena che l’ha costretto a rimanere a casa. Non c’è nessuna polemica su tutto questo, come detto dai “suoi”. E’ in programma un’intervista TV, ma come già detto: bisogna agire di più, spettacolizzare di meno.