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L’operazione di buy back. Risaniamo i bilanci delle regioni.

Siamo sempre allo stesso punto. Ogni volta, il dibattito politico si concentra sui problemi di quella sorta di “regionalismo” che chiameremmo con il nome di “federalismo”, e non senza torto. Ed ogni volta, da un lato attribuiamo maggiore autonomia ai singoli livelli, dall’altro cerchiamo di riparare quelle piccole “falle” che rendono aspro ogni cammino che possa considerarsi armonioso. L’operazione di buy back riguarderà le regioni e, già che se ne parla, spieghiamo di cosa si tratta.

Gli interessi sono il vero problema

Fosse solo il debito pubblico il vero handicap che pesa sulla pubblica amministrazione! Non vengono quasi mai presi in considerazione ma sono proprio loro gli interessi.

Le regioni avrebbero messo in opera una serie di operazioni in strumenti finanziari che necessitano di essere rinegoziati a condizioni più favorevoli per le amministrazioni (buy back). Quindi, i vecchi titoli di debito saranno ceduti ed in cambio si aprono nuovi titoli con un carico di interessi meno proibitivo.

Ciò desta qualche interrogativo, riguardo ai beneficiari degli interessi. D’altronde perché le amministrazioni si sono sbilanciate così tanto nell’emissione di titoli di debito, in modo così sproporzionato, al punto da creare un gravame di interessi indubbio? Come al solito, bisogna correre ai ripari.

Viene fuori anche qualche “marachella”. Come sappiamo, anche se dubbi continuavano ad essere sollevati, le regioni non possono ricorrere ai derivati, proibiti anche dall’attuale legge di stabilità. Quindi, non si dovrà altro che procedere a levare “dalla pancia” delle Regioni tali strumenti che, malgrado il divieto, hanno rappresentato una delle operazioni finanziarie più ricorrenti da parte delle pubbliche amministrazioni.

Ma ceduti i titoli di debito a condizioni gravose, cosa avranno indietro le Regioni? Altri titoli, ma rinegoziati a condizioni in linea con gli attuali tassi di mercato del settore mutui.

Tutto sommato, l’operazione dovrebbe essere indolore (non certo per i beneficiari degli interessi) e rappresenta più la prassi che la straordinarietà. Le regioni in gioco sono situate sia nel Nord Italia che nel Sud Italia.