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Sonora bocciatura dell’Italia da Ocse e S&P. Non ci sarà nessuna ripresa nel 2014 Pil in calo dello 0,4% contro il +0,5%

zcVYnplgPUzzCO87IHvBqKBw5qdKGb7fn58xa0GWFZk=--pier_carlo_padoanSempre peggio, l’Italia è in caduta libera, è l’unico Paese in recessione tra i Paesi del G-7. È questa l’analisi dell’Ocse nell’Interim Economic Assessment, il rapporto intermedio divulgato oggi.

Anche per il 2015 la revisione al ribasso è drastica: le stime puntano ora a +0,1% contro il +1,1% pronosticato la scorsa primavera. Nel dettaglio, quelle relativa al Pil italiano sono le revisioni più negative del rapporto (che è un aggiornamento tra gli outlook semestrali) e l’Italia è l’unico paese in recessione tra i big.

L’Ocse ha tagliato le prospettive di tutti i Paesi del G-7, con l’eccezione della Gran Bretagna (stime riviste al rialzo) e del Canada (invariate). Quella britannica peraltro sarà l’unica grande economia a registrare un tasso di crescita superiore al 3% (+3,1%).

L’Ocse nel bollettino sottolinea “Vista la debolezza della domanda, la flessibilità all’interno delle regole europee dovrebbe essere utilizzata per sostenere la crescita”. Inoltre, per l’Ocse, in parallelo “il continuo fallimento dell’economia globale nel generare una crescita forte, equilibrata ed inclusiva sottolinea l’urgenza di sforzi di riforma ambiziosi”.

Resta deludente anche il recupero dell’Eurozona, “specialmente nei Paesi più grandi: Germania, Francia, Italia”. Nel report si legge anche che “la ripresa in alcune economie periferiche è incoraggiante, altri Paesi fronteggiano ancora sfide strutturali e di bilancio, insieme al peso di un alto debito”

Altra batosta arriva da Standard & Poor’s, che taglia le stime di crescita del’Eurozona e prevede che l’economia italiana resterà al palo nel 2014. Se prima stimava un +0,5% del Pil italiano, ora abbassa l’asticella a zero. Al ribasso vengono riviste anche le stime di Francia (a +0,5% da +0,7%) e Olanda (a +0,8% da +1%), mentre restano invariate quelle di Germania (+1,8%), Spagna (+1,3%) e Belgio (+1,1%). Infine, per Renzi, la satira del Financial Times, “l’Italia teme il vento freddo della deflazione”.