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Caso Tapie-Credit Lyonnais, Christine Lagarde indagata per negligenza. “Non mi dimetto”

l43-lagarde-fondo-monetario-140510130721_mediumIl direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde è stata ufficialmente incriminata per la vicenda dell’arbitrato tra l’uomo d’affari Bernard Tapie e la banca Credit Lyonnaise, all’epoca in cui lei era ministro delle Finanze in Francia.

L’ex ministro francese dell’Economia è stata sentita martedì per la quarta volta dalla Corte di giustizia della Repubblica e ha già dichiarato che esclude di dimettersi dalla guida dell’Fmi: “Sono già tornata a lavorare a Washington” ha dichiarato.

Secondo il suo entourage, riporta “Le Monde”, Lagarde “considera questa decisione totalmente infondata e ha incaricato il suo avvocato di presentare eventuali ricorsi”. La commissione d’inchiesta del CJR sta cercando di capire il ruolo che l’ex ministro ha avuto nel cosiddetto “affaire Tapie”. Altre cinque persone sono state incriminate nel caso, tra cui Bernard Tapie e l’ex capo di gabinetto di Christine Lagarde presso il ministero dell’Economia, Stéphane Richard, attualmente Ceo di Orange.

L’indagine è concentrata su lei e sul suo ex capo staff e sul loro ruolo nel pagamento di 403 milioni di euro a Tapie, nell’arbitrato tra il manager e la banca sulla vendita di Adidas nel 1993. I giudici francesi vogliono mettere in chiaro cosa ha portato alla decisione di ricorrere all’arbitrato e se questa sentenza è stata una “farsa”.

Inoltre, i giudici vogliono determinare quale ruolo abbia giocato Christine Lagarde nell’autunno del 2007, quando preferì un arbitrato, vale a dire giustizia “privata”, invece che la giustizia del diritto comune.

Ascoltata martedi’ scorso, per la quarta volta per oltre quindici ore, dai magistrati della Corte di giustizia della repubblica, la Lagarde e’ ora ufficialmente indagata: “La commissione istruttoria della Cjr ha deciso la mia incriminazione per una semplice negligenza”, ha annunciato questa mattina. “Dopo tre anni di istruttoria, decine di ore di audizioni, la commissione si e’ arresa all’ evidenza che non sono stata complice di alcun reato e dunque si e’ limitata a sostenere che non sono state sufficientemente vigile nell’arbitrato”.