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GELA, Ventimila in corteo anche il vescovo contro chiusura raffineria ENI,domani sciopero generale

eni-tarantoE’ una fiumana, ventimila persone hanno attraversato in corteo Gela. Non solo lavoratori e neanche soltanto sindacati, ma tantissimi cittadini e le rappresentanze istituzionali della provincia di Caltanissetta sfilano per le strade. L’Eni ha annunciato la revoca di 700 milioni di investimenti e 3.500 posti di lavoro, tra diretto e indotto, rischiano di essere cancellati da progetti di ridimensionamento.

In piazza insieme al segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava e alla leader nazionale della Cgil Susanna Camusso ci sono il vescovo di piazza Armerina monsignor Rosario Gisana, che nei giorni scorsi aveva inviato una lettera aperta alla diocesi chiedendo per Gela “non tagli ma investimenti”.

“Da Gela parte una richiesta precisa: mettere al primo posto il bisogno di difendere con le unghie e coi denti il lavoro che c’è e di crearne dell’altro. Non esiste un’idea di ripresa in questo Paese se non si parte dal lavoro”.

Sindacati-Domani, martedì 29 luglio, è sciopero generale dei lavoratori di tutte le aziende del Gruppo Eni (impianti di raffinazione, produzione e perforazione, impianti chimici e petrolchimici, sedi direzionali, depositi, uffici commerciali e amministrativi, aziende territoriali), oltre allo sciopero di due ore di tutti gli impianti di raffinazione presenti sul territorio nazionale. Sempre domani, nella stessa giornata dello sciopero, si tiene una manifestazione/presidio a Roma (alle 15), davanti a Montecitorio. Previsti nella tarda mattinata una serie di incontri con i gruppi parlamentari del Partito Democratico, Sel, Lega Nord.

Il ‘pomo della discordia’, avvertono, è la profonda crisi in atto nel sistema della raffinazione italiana, culminata con la chiusura di tre raffinerie – oltre alla drammatica situazione di Gela (è in corso oggi lo sciopero generale e una grande manifestazione in città) – dalle posizioni recentemente rese note da Eni su blocco di investimenti, dalle scelte preoccupanti di ridimensionamento degli assetti industriali, occupazionali e della politica energetica del Gruppo nel nostro paese.