Home In Evidenza

ALLARME Confindustria il Sud sprofonda ogni 5 minuti 2 aziende chiudono i battenti

lavoro_dignitaDopo i dati dell’Istat e di Bankitalia che certificano l’allontanarsi della ripresa e l’impatto quasi nullo degli 80 euro elargiti dal governo, ieri è stata Confindustria a mettere il dito nella piaga.
Nelle regioni del Sud, dove fare l’imprenditore è quasi una scelta eroica e dove i finanziamenti, quando arrivano, sono inghiottiti dalla malavita o si perdono in mille rivoli clientelari, la crisi sta producendo una desertificazione imprenditoriale.

Per gli effetti durissimi del periodo nero dell’economia sul sistema finanziario e produttivo del Mezzogiorno: il pil è in calo di 47,7 miliardi, le imprese sono quasi 32 mila in meno, i posti di lavoro persi sono più di 600 mila con 114 mila persone in cassa integrazione.

Lo stato di salute tracciato dal Check Up Mezzogiorno elaborato da Confidustria e Srm-Studi e ricerche parla chiaro: l’economia meridionale è in gravi condizioni. Da gennaio hanno chiuso i battenti 573 imprese al giorno.

Anche gli investimenti, sia pubblici che privati, tra il 2007 e il 2013 sono diminuiti di circa 28 miliardi, con un calo che oscilla tra il 34% e il 47% per l’industria in senso stretto, e attestato al 34% nell’agricoltura e nella pesca, settori di eccellenza del Mezzogiorno.
In questo quadro negativo ci sono però delle note positive: le esportazioni nel 2013 hanno registrato, rispetto al 2007, una crescita del 2,7%; crescono le società capitali (+3,2% rispetto al 2013) e quelle aderenti a contratti di rete (circa 1600), in sviluppo anche le imprese avviate da giovani (50 mila registrate nel 2013); infine, sul fronte del turismo, in alcune regioni sono aumentati i turisti stranieri.

“Occorre un robusto intervento per amplificare al massimo questi segnali positivi attraverso due azioni convergenti: da un lato è necessario attuare riforme istituzionali e strutturali e dall’altro queste riforme devono essere sostenute da una politica economica orientata allo sviluppo” si sottolinea nel rapporto Confindustria.