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Meriam condannata per apostasia e poi liberata in arrivo a Roma su volo del governo

meriamÈ in arrivo verso l’Italia Meriam Yahya Ibrahim Ishag, la donna sudanese condannata a morte per apostasia e rilasciata il 23 giugno scorso da un tribunale d’appello di Khartoum.

Lo rivela l’agenzia di stampa Dire. Con lei il viceministro agli esteri Lapo Pistelli che segue da tempo il caso della donna sudanese.

Il caso di Meriam aveva scosso tutto il mondo. È stata a lungo in carcere incinta del suo secondo figlio. Nata da padre musulmano, Meriam era stata cresciuta nella fede cristiana dopo l’abbandono del padre, ma per la Sharia anche la religione viene tramandata, di diritto, dalla linea paterna. Pur essendosi sposata con un cristiano, viene accusata non solo di essersi convertita ad altra religione, ma anche di aver commesso adulterio in quanto il matrimonio tra fedi diverse non può essere riconosciuto.

La vicenda di Meriam aveva provocato una forte indignazione a livello internazionale e dodici giorni dopo il verdetto contro di lei in base alla sharia, la legge islamica imposta in Sudan dal 1983, la donna aveva dato alla luce una bambina presso la prigione di Omdurman, vicino alla capitale.
Dopo la scarcerazione un nuovo arresto, mentre con la famiglia cercava di partire per gli Usa, e l’ospitalità dell’ ambasciata statunitense.

Il caso era stato citato dal presidente del consiglio Matteo Renzi, in occasione del suo discorso di inaugurazione del semestre europeo a Strasburgo. Parlando di Meriam e delle ragazze nigeriane sequestrate dagli islamisti di Boko Haram, Renzi aveva sottolineato: “Se non c’è una reazione europea non possiamo sentirci degni di chiamarci Europa”. Oggi la svolta.