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L’Italia fanalino di coda nell’agenda digitale

00025404Per l’agenda digitale si apre una nuova fase ma l’Italia rimane fanalino di coda nell’uso di tecnologie.

La banda larga raggiunge il 99% della popolazione dell’Unione europea ma gli italiani si confermano agli ultimi posti nell’utilizzo di internet. Il 37% degli italiani non ha mai utilizzato internet. Un dato peggiore si trova solo in Romania, Bulgaria e Grecia. 

Lo afferma il rapporto della Commissione europea sull’Agenda Digitale. Il vice presidente dell’esecutivo di Bruxelles, Neelie Kroes, ha dichiarato che ”oggi la maggior parte degli europei è entrata nell’era digitale e intende approfittarne pienamente. Abbiamo risolto il problema dell’accesso a Internet, ma il divario digitale non si e’ colmato. Senza l’impegno di tutti a fare di più, rischiano di emergere in Europa sacche di analfabetismo digitale”. 

Un invito al  il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia, a cui è da poco passata la palla dell’Agenda digitale italiana ad impegnarsi a migliorare  il clamoroso ritardo che è stato da poco certificato anche dalla Camera. Il 68% della popolazione dispone di un abbonamento alla rete a banda larga (76% in Europa) ma la percentuale di quelle super veloci, da almeno 30 Mbps, è ancora inchiodata all’1% contro il 21% del resto dell’Unione. Frutto di una copertura sbilanciata: 21% nostrano contro 62% all’estero. Gli ancora più rapidi collegamenti da 100 Mbps sono invece ancora al palo. Deludente pure la copertura 4G LTE per i dispositivi mobili, disponibile per il 39% dei cittadini: bel salto rispetto al 10% del 2012 ma siamo tuttavia lontani dal 59% della media europea.

E va ancora peggio nell’uso di internet. Un dato su tutti: nel 2013 il 34% della popolazione continua a non aver mai avuto nulla a che fare col web. Gli utenti regolari, quelli che si collegano almeno una volta alla settimana, sono il 56%, ben sotto il 72% europeo. Mentre quelli frequenti, che cioè si connettono ogni giorno, sono il 54% contro il 62%. Una scarsa famigliarità con quell’universo parallelo che si ripercuote anche sul fronte delle competenze digitali: per il 60% degli italiani sono basse o inconsistenti (dati 2012). Una cifra che balza al 75% per pensionati, fasce poco istruite e disoccupati. Un vero dramma rispetto al 47% della media Ue. Soprattutto se considerato dal punto di vista della forza lavoro: in quelle fasce di popolazione, la più importante in termini di Pil, la metà non sa nulla di digitale.

Tra i paesi con la più alta ‘alfabetizzazione informatica’ ci sono l’Islanda e i paesi scandinavi dove appena il 5% della popolazione non ha mai utilizzato internet, mentre in paesi come Gran Bretagna e Germania la percentuale sale all’11%