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Intervista a Bob Geldof in concerto in Italia il 29 e 30 maggio

GeldofBob Geldof torna in Italia per due serate, il 29 maggio alla Spezia e il 30 maggio a Bergamo per il festival “lo spirito del pianeta”, incontri e spettacoli con popolazioni da tutto il mondo indiani cheyenne, indios,arborigeni.

 Bob Geldof è conosciuto sopratutto per essere l’autore di” Do They Know It’s Christmas”, il 45 giri più venduto della storia del pop. Nell’85, per il primo Live Aid, quello contro la fame in Etiopia, riuscì a far cantare assieme suWe Are the World, tra gli altri, Michael Jackson e Bob Dylan, Bruce Springsteen, Paul Simon, Ray Charles e Stevie Wonder.

Il cantautore, produttore e attivista politico ritorna sul palco per la prima volta dopo la morte della figlia e rilascia una lunga intervista:

Signor Geldof sarà il suo primo concerto dopo la morte di sua figlia Peaches due mesi fa. “Bisogna tornare alla vita, perché la vita continua, per alcuni di noi. È la realtà. Per me ritrovarmi su un palco è come una catarsi, un modo per ricordare l’anima di Peaches, le cose vissute insieme”.

Si può dire che lei ha avuto una strada facile con la musica ma una vita privata estremamente dura? “Sono state entrambe dure, mi creda. Ma una esprime l’altra e questo spiega perché io penso che la musica comprenda tutto. Ho la fortuna di poter esprimere ciò che provo rispetto alle cose di cui mi chiedeva prima. Può essere molto terapeutico”

Qual’è il suo speciale messaggio per questi concerti italiani. “Faccio il musicista, amo cantare le mie canzoni davanti al pubblico, per questo accetto di partecipare. Poi ovviamente ogni festival ha la sua identità, deve averla per distinguersi dagli altri e quello a cui partecipo in Italia ha un obiettivo in cui io mi identifico da sempre. E continuo: sono stato recentemente a Nuova Delhi per un concerto per la libertà di espressione. Sostengo cause come questa, ma penso che la musica sia il messaggio”.

Pensa che i concerti benefici abbiano ancora senso oggi? “Ci sono almeno due motivi per considerarli ancora validi: il primo è che possono permettere la raccolta di fondi da dare in beneficenza; il secondo è che danno, a chi li organizza, il potere politico per trattare con i governi”. 

E’ soddisfatto dei risultati raggiunti dai vari Live Aid? “Credo siano stati di grande successo e quasi del tutto soddisfacenti. Le politiche in sostegno dei paesi poveri africani sono completamente cambiate grazie a quelle iniziative e da allora sono entrate nell’agenda dei governi occidentali”.

Lei potrebbe essere il primo irlandese ad andare nello spazio? “Sì, sto per andare nello spazio con il razzo di una compagnia tedesca, ho avuto questa chance in cambio di un concerto. Dalla terra si potrà seguire la diretta via YouTube. Ho iniziato l’allentamento per abituarmi alla forza di gravità. Ma non mi sento il primo irlandese nello spazio, piuttosto il primo rocker. Alla fine dei concerti di Presley si diceva: ‘Elvis ha lasciato l’edificio’, be’, d’ora in poi si potrà dire: ‘Bob Geldof ha lasciato il pianeta’”.