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E Proroga sia! nei comuni che non hanno deliberato TASI a settembre

tasi-e-caos-aliquote-rinvio-del-pagamento_44684Tasi rinviata per i comuni che non hanno deciso quale aliquota applicare entro il 23 maggio, per tutti gli altri la scadenza fissata alla scadenza del 16 giugno.

La decisione è stata presa dal Governo dopo un incontro tecnico con i Comuni, ad  aprile il Governo ha varato le modalità di applicazione della nuova imposta, ma per ora sono pochissimi quelli che sanno quanto si dovrà pagare.

Protesta il Codacons, in una nota diffusa dichiara:Alcuni contribuenti pagheranno la Tasi entro il 16 giugno, altri avranno tempo fino al 16 settembre, “senza alcun valido motivo che giustifichi questa differenza, dato che i Comuni hanno avuto tutto il tempo necessario per deliberare le aliquote”. 

Per il presidente dell’associazione dei consumatori Carlo Rienzi “un simile provvedimento viola la Costituzione, che all’articolo 3 sancisce l’assoluta uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge”. Il Codacons – continua la nota – sta dunque studiando le possibili azioni legali da intraprendere contro “una misura ingiusta che crea disparità di trattamento tra i cittadini, per causa imputabili unicamente alla pubblica amministrazione”.

Sono solo 832 i Comuni (su 8.092 del totale) che hanno deliberato quale aliquota applicheranno sulla Tasi (ossia il 10% del totale). E di questi solo 514 i Comuni hanno pubblicato sul sito del ministero dell’economia la loro delibera.

Secondo il Servizio delle politiche territoriali della Uil, su 32 città capoluogo che hanno deliberato le aliquote della Tasi, in 12 la nuova imposta sui servizi indivisibili costerà più dell’Imu pagata nel 2012. I Comuni hanno tempo fino a venerdì 23 maggio per le delibere, ogni Comune può decidere le aliquote che vuole e declinare le svariate detrazioni a seconda di come intende calmierare l’imposizione tenendo conto delle diverse posizioni dei contribuenti.

Da uno studio Uil, i Consigli Comunali degli oltre 8.000 municipi italiani potrebbero partorire un “monstrum” nazionale di 75.000 combinazioni diverse di applicazione dell’imposta. 
E alla fine il conto della Tasi sulla prima casa, per alcuni comuni risulterà più salato dell’Imu nonostante le promesse come al solito la stangata è dietro l’angolo.